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jasmine paolini BILLIE JEAN KING CUP
Trionfo Italia nel tennis femminile. Le azzurre hanno vinto la Billie Jean King Cup ossia la Coppa Davis femminile (quella che un tempo era la Federation Cup) che si è svolta a Malaga (come quella maschile).
Quinta vittoria per le azzurre. Battuta in finale la Slovacchia per 2-0 con successi in due set di Bronzetti e Paolini. Hanno vinto nettamente i loro singolari. Non c’è bisogno di giocare il doppio. È stata un’annata strepitosa per il tennis italiano, anche in versione femminile. Con le due finali di Paolini al Roland Garros e a Wimbledon, l’oro olimpico in doppio con Sara Errani. Successo grazie anche a Tatiana Garbin capitano non giocatore.
TATHIANA GARBIN
Gaia Piccardi per corriere.it
jasmine paolini e la nazionale italiana BILLIE JEAN KING CUP
Lo spettacolo di una signora di quasi 81 anni, Billie Jean King, che balla YMCA dei Village People al cambio di campo, già valeva il viaggio a Malaga. Ma dentro la pesca miracolosa in questo Mediterraneo tiepido d’autunno, c’è molto di più. Undici anni dopo il quarto successo in Federation Cup della generazione di fenomene capeggiata da Pennetta e Schiavone, nel suo anno più indimenticabile l’Italia del tennis si prende anche la coppa intitolata alla pioniera, la Slovacchia in finale è schiantata dalle nuove leve, Lucia Bronzetti e Jasmine Paolini, la leader, tanto che il doppio oro olimpico con Sara Errani non serve. Due a zero, l’italian party può cominciare
La fotografia di un movimento che cresce sempre di più
È il trionfo dell’onda di Sinner, dei suoi fratelli e delle sue sorelle, dominatori di una stagione in cui abbiamo fatto capolino in tutte le finali Slam (singolare maschile con Jannik, singolare femminile con Jasmine, doppio uomini con Vavassori e Bolelli, doppio donne con Errani e Paolini), il successo di squadra più di ogni altro dà il senso del movimento che cresce, la punta dell’iceberg è Jasmine, capace di centrare due finali Major back to back (Parigi e Londra) e di issarsi al n.4 del ranking, la vetta della montagna da cui, oggi, guarda il mondo dall’alto in basso.
tathiana garbin BILLIE JEAN KING CUP
La finale di Billie Jean King Cup 2023, persa dalle azzurre con il Canada nei giorni più bui del capitano Tathiana Garbin, che era alle prese con una malattia serissima, è servita come tappa di avvicinamento.
La vera impresa qui a Malaga è stata compiuta in semifinale, eliminando nel cuore della notte di lunedì al doppio decisivo (con servizio dal basso di Errani sul match point: una chicca per chi era ancora sveglio) la Polonia di Iga Swiatek, la n.2 del mondo ridimensionata dal piccolo capolavoro di Jasmine, Lucia e Sara, con Cocciaretto (impegnata contro il Giappone senza Osaka) e Trevisan in panchina.
Tolta di mezzo la favorita, a quel punto l’Italia ha capito che la missione era possibile. E ieri Bronzetti ha tenuto i nervi saldi con Hruncakova (6-2, 6-4) e Paolini ha messo in campo la sua evidente superiorità con Sramkova (6-2, 6-1).
La commozione di Garbin: «Dedicato ai medici che mi hanno guarita»
Il segreto è ancora una volta un mantra sinneriano: «Il lavoro, senza perdere mai il sorriso durante il viaggio — si commuove Garbin —. Abbiamo portato avanti valori enormi. Dedicato a noi e ai medici che mi hanno guarita». Le ragazze sono amiche, hanno creato la coesione di squadra sfidandosi a Uno e attingendo all’esperienza di Errani, a 37 anni la cerniera tra passato e presente. Garbin le ha chiesto di sobbarcarsi un altro quadriennio olimpico, fino a Los Angeles 2028.
Paolini parla dell’esempio di Jannik e si augura che questo risultato ispiri la prossima generazione di giocatrici:
jasmine paolini sara errani BILLIE JEAN KING CUP
«Qualche anno fa nessuno ci avrebbe dato una lira ma Tathiana ha creduto in noi più di quanto credessimo in noi stesse». Vengono da Toscana, Marche, Romagna, Veneto. C’è chi ha cominciato tardi — Bronzetti, figlia di un vigile del fuoco («Non avevamo tante possibilità economiche, giravamo per tornei in camper per risparmiare») —, e chi invece non smetterebbe più (Errani).
La celebrazione è commossa, partecipata, sincera. Nell’arco di dodici mesi le azzurre hanno saputo crescere a dismisura e Garbin, capitano amatissimo, ha preso in mano il suo destino. La King è un folletto che entra in campo per consegnare le giacchette azzurre, alla maniera del Master di Agusta (lì sono verdi). «Fantastica Italia!» esulta con l’entusiasmo dei turisti americani a Venezia davanti alle sarde in saor. Il nostro tennis è più saporito, Billie Jean.
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