santiago gimenez

"SANTI" IN PARADISO: “A 17 ANNI NELLA VASCA DA BAGNO HO SENTITO LA CONNESSIONE CON DIO”  – IL DELIRIO ESTATICO DELL’ATTACCANTE DEL MILAN, SANTIAGO "SANTI" GIMENEZ, CHE RACCONTA IL MOMENTO PIÙ BUIO DELLA SUA CARRIERA, QUANDO SUBÌ TRE OPERAZIONI PER EVITARE UNA TROMBOSI A UN BRACCIO: “LE LUCI ERANO SPENTE, MI SEDETTI NELLA VASCA E PREGAI PER MEZZ’ORA. FU COME SE UNA TORCIA MI STESSE ILLUMINANDO” – IL CALCIATORE MESSICANO HA INGAGGIATO UN VIDEOANALISTA PERSONALE: “DOPO OGNI PARTITA, MI DO UN VOTO. HO FATTO UN CORSO DI LETTURA DELLE STATISTICHE…” – VIDEO

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Estratto dell’articolo di Luca Bianchin per www.gazzetta.it

 

Santiago Gimenez

Santiago Gimenez è un calciatore diverso dagli altri. Non necessariamente migliore o peggiore, ma differente. Un’intervista con Sports Illustrated Messico uscita nella notte lo conferma. Si parla di calcio, di smartphone, di Ibrahimovic, ma anche di Dio, di un videoanalista personale assunto per correggere gli errori, dell’ordine supremo con cui vuole regolare la sua vita. C’è anche un momento in cui, parlando di Dio, Santi si mette a piangere, si ferma, poi ricomincia. [...]

 

Santi ha incontrato Dio nel momento più difficile della carriera, quando a 17 anni subì tre operazioni per evitare che una trombosi a un braccio mettesse fine alla sua vita da calciatore. Queste le sue parole: “Parlai con mio papà e gli dissi: ‘Perché proprio a me?’ E lui mi rispose: ‘Io non ho la risposta, ma c’è solo uno che ce l’ha, ed è Dio’. E lì dissi: ‘Ha ragione’. Quella frase mi rimase dentro e quella stessa notte andai a fare un bagno, spensi le luci e mi sedetti nella vasca da bagno, ed è lì che sentii la connessione con Dio. Come se avessi iniziato a parlargli e sentii il suo potere”.

 

Santiago Gimenez

Gimenez in quel momento si mette a piangere, poi ricomincia. “È stato un momento difficile. Le luci erano spente, mi sedetti nella vasca e pregai per circa mezz’ora. Avevo gli occhi chiusi e a un certo punto vidi come se una torcia mi stesse illuminando. Aprii gli occhi perché mi ero spaventato, ma non c’era nulla. E lì capii che Lui era con me. Il giorno prima del risultato degli esami, tutti erano nervosi, e io invece non ero mai stato così tranquillo.

 

Avevo la certezza che tutto sarebbe andato bene. E quella certezza me l’ha data Dio. Credo che il suo messaggio sia stato: ‘Ti voglio qui, nel calcio’”. Gimenez cita anche uno dei suoi passi preferito della Bibbia, dalla seconda lettera di San Paolo apostolo a Timoteo. “Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, di amore e di autocontrollo”.

 

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E parla un po’ di più del suo rapporto con Dio: “A volte sì gli dico: ‘Ehi, se vuoi, regalami un paio di gol oggi…’. Perché alla fine, non lo vedo solo come un amico, lo vedo come un padre. E so che a volte ride, a volte si arrabbia… Molte volte chiediamo qualcosa, ma — non so se hai figli — normalmente, se sai che quella cosa non fa bene a tuo figlio, non gliela dai. Per questo periodo al Milan gli chiedo solo che mi accenda lo spirito. Che mi permetta di essere quel lottatore che sono sempre stato, quel bambino che si divertiva da piccolo”. Questo un po’ preoccupa i milanisti: è come se Santiago non si divertisse più.

 

[...]

 

Santiago Gimenez

Sports Illustrated spiega che Santi è il primo ad arrivare a Milanello, ogni giorno prima di colazione, secondo una tradizione cominciata in Olanda. “Al Feyenoord, all'inizio, quando abbiamo creato questo Breakfast Club, eravamo due o tre giocatori e, alla fine, quando sono partito, era quasi tutta la squadra che veniva ad allenarsi prima di colazione.

 

Per ora a Milanello sono solo, ma piano piano attirerò qualcun altro”. I compagni non ne escono benissimo, ma questo è un altro discorso. Il Breakfast Club originale è un’idea dei Chicago Bulls di Michael Jordan: MJ e alcuni compagni si trovavano per colazione e si allenavano insieme, prima dell’inizio dell’allenamento ufficiale.

 

Altri passaggi interessanti sulla mania dell’ordine di Gimenez. La moglie Fernanda racconta: “Santiago è molto ordinato. Non avete idea a che punto”. E lui: “Non so dirti se sono nato così o se sono stato cresciuto così, ma semplicemente mi piace essere ordinato. Non lo faccio per un motivo particolare. È così che funziono e mi comprendo meglio. Quando avevo circa 10 anni, ho attaccato un cartoncino alla parete della mia camera e ho iniziato a tracciare una linea per seguire il mio percorso” [...]

 

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Gimenez racconta di avere un videoanalista personale, che gli indica come migliorare in campo, e un sistema tutto suo di analisi delle prestazioni. “Uso molto l'applicazione note per le video-analisi, per il rendimento. Dopo ogni partita annoto ciò che ho fatto bene, ciò che ho fatto male, mi do un voto.

 

Ho fatto un corso di lettura delle statistiche e le organizzo in base ai risultati. Posso consultare come è andata qualsiasi partita e ogni tre mesi faccio una statistica generale di duelli vinti, duelli persi, dribbling, tiri. Così vedo se la statistica è in calo, se la statistica aumenta, e ciò che sta diminuendo è quello che cerco di migliorare. Quando il grafico è in discesa, è pericoloso. Quando è in pericolo, so che devo concentrarmi su quello. E rimanere dopo l'allenamento a lavorare sui tiri in porta”.

 

Santiago Gimenez

Qualche parola, inevitabile, anche su Ibra. “Mi piace molto la sua personalità, la certezza che ha quando parla di sé stesso, quando parla di ciò che accadrà. Lui non ha paura di ciò che dicono gli altri, dice solo quello che sente e, cosa più importante: ciò che dice, lo fa”. Un’intervista molto interessante, completa: da Dio all’uomo che si crede Dio.

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