DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
Estratto dell’articolo di Stefano Mancini per La Stampa
La velocità aiuta a concentrarsi e a scacciare i pensieri negativi. Non ci si può distrarre quando si percorre un rettilineo di 2,2 chilometri con il piede pigiato sull'acceleratore e i muretti che delimitano il tracciato sembrano convergere davanti alla macchina. Benvenuti a Baku, capitale dell'Azerbaigian affacciata sul Mar Caspio, regione di confine tra Europa e Asia.
Il circuito cittadino alterna un passaggio nella città vecchia al tratto di pista più veloce della Formula 1: nel 2016 la Williams guidata da Bottas ha toccato i 378 chilometri l'ora: è il record della Formula 1, che qui riparte dopo tre gare già disputate e un mese di pausa. È un calendario strano: domenica sera capiremo se il lavoro in fabbrica ha cambiato gli equilibri in pista, se la Red Bull è sempre lontana e le inseguitrici Aston Martin, Ferrari e Mercedes sono lì ad azzannarsi per il secondo posto tra i costruttori.
A Baku hanno vinto sette piloti diversi e mai uno della Ferrari. Correre e non pensare ad altro, di questo ha bisogno Charles Leclerc, che nei giorni di vacanza ha chiesto ai tifosi di non assediarlo sotto casa (ma l'indirizzo era stato lui a rivelarlo involontariamente aprendo a Montecarlo una ditta individuale che ha sede proprio a casa sua). Lo ha aiutato a rilassarsi la musica: in questi giorni è uscito il suo primo singolo, un brano al pianoforte intitolato AUS23.
Oggi ritorna al lavoro, quello in pista, trascinandosi dietro i malumori di inizio stagione. Di tre gare, ne ha finita una al settimo posto. Le prospettive per il resto della stagione sono precarie. La Ferrari era convinta di avere una vettura competitiva perché al simulatore era migliorata di sette decimi a giro in media rispetto al 2022.
La Red Bull ha fatto molto di più: un secondo e 2 decimi guadagnati, un vantaggio non recuperabile nel corso di un campionato. E forse neanche nei prossimi due a regolamento stabile. A Maranello è così cominciata l'ennesima ristrutturazione senza garanzie di risultato.
Per ora si contano gli addii: dopo Mattia Binotto, che ha lasciato la scomoda poltrona di team principal a Frederic Vasseur, se ne sono andati il capo delle strategie Iñaki Rueda e il responsabile degli ingegneri aerodinamici David Sanchez. Da ieri è ufficiale anche la rottura con il ds Laurent Mekies, che nel 2024 andrà a fare il team principal al posto di Franz Tost all'AlphaTauri...
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