DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Paolo Rossi per “la Repubblica”
Cinque ore (e quindici minuti) del futuro prossimo venturo. Gli americani nottambuli, quelli che invece di andarsene a dormire hanno deciso di tifare Alcaraz (lo spagnolo dixit), hanno gradito nel vedere questi due ragazzi darsele di santa ragione a suon di racchettate nei quarti degli Us Open. Il nostro Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, appunto.
La novella è stata lieta solo per lo spagnolo, purtroppo, dopo aver annullato un matchpoint all'azzurro nel quarto set. «Faccio fatica a parlarne, di questo match. Per qualche giorno farà male» ha sinceramente ammesso Sinner, ma non bisognava certo essere telepatici per immaginarlo, avendocelo scritto in fronte.
Ma, tolti i diretti interessati, cioè gli italiani e gli spagnoli, al mondo è piaciuta l'esuberanza tennistica di Jannik (21 anni) e Carlos (19). Incuriositi prima, gli spettatori, increduli ed entusiasti dopo. Così tanto, i newyorchesi, che non hanno mollato gli scranni e sono rimasti fino alle 2.30, orario del servizio vincente (e conclusivo del match) di Alcaraz. Dall'inizio della partita erano trascorsi cinque ore e quindici minuti.
«Pensavo che avremmo faticato a vedere un certo tipo di qualità nel tennis, dopo quello cui abbiamo assistito nelle partite tra Nadal e Federer, e quelle tra Djokovic-Federer e tutte quelle altre incredibili finali che abbiamo visto» ha premesso Todd Woodbrige, australiano che qualche Slam (di doppio) lo ha portato a casa. «Ma quello che Alcaraz e Sinner ci hanno mostrato, quello che producono nei loro allenamenti, che ho potuto constatare, è un'indicazione di quello che vedremo, ed è qualità di tennis altissima. Onestamente? Non pensavo che l'avremmo avuto in questa generazione. Ma questi due ragazzi stanno dimostrando che esiste questa possibilità».
Capito? Aspettando la benedetta Next Gen, con gli Zverev e i Medvedev, gli Tsitsipas e i Rublev, ecco che alle semifinali 2022 degli US Open troviamo, nell'ordine: un norvegese, Ruud. Un russo, Khachanov.
Un americano, Tiafoe. E lo spagnolo Alcaraz. Ma, al di là di chi alzerà il trofeo (e, attenzione: Ruud e Alcaraz potrebbero anche diventare n. 1 del mondo), la partita del torneo sarà il quarto di finale che ha segnato un record: è il match terminato più tardi nella storia del torneo. Il 6-3, 6-7, 6-7, 7-5, 6-3 con cui Alcaraz ha fatto proprio il match che ha regalato epica a gogo è il secondo match più lungo nella storia dello Us Open (solo Edberg e Chang rimasero di più in campo, semifinale 1992).
Per questo tutti parlano della nascita di una nuova rivalità.
«Alcaraz e Sinner sono i due migliori giocatori della brigata più giovane. La loro qualità è semplicemente fenomenale» È ancora Woodbridge a parlare, e l'analisi va letta e ricordata: «Ciò che si distingue in quei due, in particolare, è l'intensità con cui vivono il loro training quotidiano, come se giocassero sempre una finale ogni colpo che tirano».
A proposito di colpi: pensate che Sinner e Alcaraz hanno giocato qualcosa come 382 punti di cui 119 colpi vincenti (61 Sinner, 58 Alcaraz). Solo per dare un senso, una misura assoluta. Se Sinner e Alcaraz diventerrano i Borg&McEnroe, o i Sampras&Agassi o ancora i Lendl&Becker dei nostri giorni non è dato sapere. Lo speriamo, anche se l'happy end stavolta non è stato italiano.
Wilander, e lo stesso McEnroe, garantiscono per Sinner. E lo fa anche quell'altro australiano, Darren Cahill, che gli fa da coach insieme a Simone Vagnozzi. Il punto è un altro: l'Italia ha un ragazzo (perché è un ragazzo) che ha impressionato il mondo. Che esce da stereotipi e luoghi comuni che ci riguardano. Che ha lo sguardo gentile, ma una testa con il killer instinct tipico dei campioni. Teniamocelo stretto e portiamo pazienza: Sinner ha scelto il tennis, e non lo sci (era una promessa anche lì) perché offre una seconda chance.
jannik sinner 4jannik sinner 3jannik sinner 2JANNIK SINNER AGLI US OPEN
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