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Giulia Zonca per “la Stampa”
Primo giorno della nuova era. Inter e Milan devono puntare sul fascino della ripartenza, del foglio bianco, del restyling totale. Non è rimasto altro e il progetto inedito è la migliore opzione.
Chiusa una stagione di stenti che ha lasciato entrambe le milanesi senza Europa, tracollo mai capitato prima, urge un cambio di rotta. Le due squadre hanno speso tanto, venduto ancora troppo poco, si sono rinnovate, si sono litigate i nomi più importanti in un mercato improvvisamente ricco. Si muovono grazie a capitali stranieri, chi in toto e chi in parte, e hanno deciso che presto non si divideranno più lo stadio. Prima però puntano a riaccendere le luci a San Siro.
Effetto Mancini
La sponda nerazzurra ha consegnato le chiavi della felicità a Roberto Mancini. L’anno scorso non aveva impostato il lavoro e in questa stagione non ha alibi. Ha chiesto, ottenuto e ora ha il tempo per gestire la preparazione, per testare gli schemi che hanno bisogno di rodaggio. Ha molto materiale a disposizione a partire da Geoffry Kondogbia: il primo derby vinto. Il francese è un talento sicuro e i tifosi non stanno certo a guardare se vale o meno i 35 milioni che è costato.
Ha salutato dal balcone della sede, come i veri campioni, ha scatenato entusiasmo e al momento questo basta. Dopo i fischi in casa patiti per mesi, gli applausi rigenerano. Presto si dovrà confrontare con il calcio italiano, dare prova di essere all’altezza prima che qualcuno gli ricordi il cartellino del prezzo. Mai una posizione semplice.
Thohir non si è trattenuto, non ha risparmiato, ha risposto con i soldi a chi temeva che fosse un magnate a metà, un investitore interessato solo al merchandising orientale. In quest’estate extralarge ha dimostrato di avere coraggio. E adesso sta a guardare come il resto del popolo interista. In attesa. Ottimista ma guardingo perché i calciofili sanno archiviare in fretta le delusioni, ma solo se c’è altro a cui pensare.
L’esperienza di Mihajlovic
Dall’altro lato della città hanno scelto un allenatore navigato. Sinisa Mihajlovic non è solo un altro tecnico, è un problema in meno. Ancora non lo si può ovviamente giudicare in rossonero però di certo non dovrà barcamenarsi tra inesperienze e lacune. Sa tenere a bada l’opinione pubblica, lo spogliatoio, la stampa. Se ci sarà bisogno di tempo per riavviare il motore non si farà scorticare vivo dalle pretese. Il Milan può ricominciare con calma.
Per giocarsi fino in fondo la carta serenità porta in dote un acquisto dell’ultima ora, il brasiliano Luiz Adriano, e soprattutto Carlos Bacca. Intorno a lui curiosità e scetticismo. I 30 milioni dati al Siviglia sono una cambiale pesante per un attaccante abituato a segnare tanto eppure ancora poco noto. Nonostante i 28 anni. Il suo cartellino è andato sempre in crescendo, ma il salto dai 7,5 milioni pagati dal Siviglia nel 2013 al valore attuale somiglia a una scommessa.
Ora anche il Milan sfoggia patrimoni arrivati dall’estero, primo campionato con il 48 per cento di Mr Bee Taechaubol. Linfa per le casse e ancora soggetto misterioso per il tifo. Anche se questa non è la fase delle definizioni, è il mattino dei sogni.
Due squadre ripartono da zero e non sono debuttanti ma colossi della Serie A, un campionato a cui servirebbe il ritorno di Milano. Le luci di San Siro sono prenotate per il 28 maggio: finale di Champions League. Milan e Inter non ci saranno, Milano sì perchè si gioca proprio lì. L’unica data certa in un futuro di grandi promesse e possibilità.
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