DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
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MARC MÁRQUEZ DOES IT AGAIN ON THE LAST CORNER ???
What a race! #ThaiGP pic.twitter.com/1Lc92cnX87
— MotoGP on BT Sport (@btsportmotogp) 6 ottobre 2019
Paolo Lorenzi per corriere.it
Un rullo compressore. Un Cannibale perennemente affamato di successi. Un vincitore seriale ostinato. Per numero di titoli Marquez (diventato campione del mondo oggi in Thailandia grazie alla vittoria in volata su Quartararò) è a un passo da Rossi (8 contro i 9 del Dottore) e per numero di vittorie in carriera (78 di cui 52 in Motogp) è quarto nella classifica di tutti tempi, alle spalle di Nieto, Valentino e Agostini. Marc è fatto così, non si accontenta mai e quest’anno, grazie a una Honda persino migliore che in passato, ai suoi avversari ha lasciato solo le briciole. C’hanno provato in tanti a sbarrargli la strada, ma nessuno è riuscito a tenerne il passo. A cominciare da Dovizioso.
Il ducatista da tre anni è il suo avversario diretto, l’unico capace di fregarlo più volte all’ultimo giro come è successo in Qatar e poi in Austria, al termine di un duello esaltante. Ma il forlivese è arrivato in Thailandia, staccato di 98 punti. Anche Rins, Viñales e Petrucci l’hanno battuto, ma sulla distanza nessuno riesce a macinare una quantità di podi sufficienti a mettergli il sale sulla coda. Lorenzo finora è stato l’unico in grado di batterlo sulla distanza, nel 2015, complice le disavventure di un Rossi che in quella stagione sembrò altrettanto in grado di arrivare davanti al 93. Ma il maiorchino di oggi è l’ombra di quel formidabile fuoriclasse. E nemmeno Rossi sembra più in grado di replicare certe imprese.
Cosa succederà in futuro? Questa è l’era di Marquez, gli avversari si rassegnino. A 26 anni è all’apice della maturità agonistica, fisicamente integro nonostante le cadute (pochissime paragonabili a quella di venerdì in prova), è agile e pronto di riflessi come un gatto, furbo e reattivo in ogni situazione. È formidabile nel corpo a corpo, capace di colpire sotto la cintura quando serve, più razionale che in passato quando si affidava unicamente all’istinto e al talento. E possiede una capacità di guida per ora inarrivabile. Puntare su Quartararo, nella speranza di vedere crescere un avversario di livello pari al suo, può essere prematuro, o illusorio, ma è stato lo stesso Marquez a definire il rookie francese il «più veloce di tutti, uno capace di lottare per il titolo fin dalla prossima stagione». D’altronde, la storia l’ha dimostrato: nessuno resta imbattibile in eterno. E poi, hai visto mai, che Ducati, Yamaha o Suzuki facciano il miracolo?
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