IL MASTERS DI SHANGHAI? È UN AFFARE DI FAMIGLIA! – VALENTIN VACHEROT, NUMERO 204 NELLA CLASSIFICA ATP, HA VINTO IL TORNEO CINESE BATTENDO IN FINALE SUO CUGINO, ARTHUR RINDERKNECH (CHE DURANTE LA PREMIAZIONE SI SENTE MALE E CROLLA A TERRA) – IL TENNISTA, IL PRIMO MONEGASCO A VINCERE UN MASTERS 1000, NON DOVEVA NEMMENO PARTECIPARE ALLA COMPETIZIONE: SI È “INTRUFOLATO” ALL’ULIMO APPROFITTANDO DI ALCUNI FORFAIT – UNA VERA E PROPRIA “CINDERELLA STORY”, VISTO CHE SULLA CARTA ERA IL PIÙ DEBOLE: L’AVVERSARIO È 54ESIMO AL MONDO E ALLE SPALLE HA UNA SERIE DI VITTORIE IMPORTANTI… - VIDEO

Estratto dell’articolo di Massimo Calandri per "la Repubblica"

https://www.repubblica.it/sport/tennis/2025/10/13/news/vacherot_rinderknech_atp_shanghai_2025-424908690/

valentin vacherot 1

Hanno pianto insieme, abbracciati. Uno di gioia, l'altro di tristezza. Ma i sentimenti si confondevano. «Ha vinto la famiglia, è questo che conta». Valentin Vacherot, Arthur Rinderknech e la finale più imprevedibile nella storia del tennis. «Una favola», singhiozzavano i cugini. […]

I nuovi eroi, figli di due sorelle tenniste (Nadine e Virginie), sono due perfetti sconosciuti o quasi, che nel corso della stagione avevano loro malgrado risparmiato energie preziose. Il campione, poi: un perdente predestinato. Sulla carta era anche ieri il più debole, è andato sotto di un set come in altre cinque partite precedenti, sembrava intimidito dall'altro. E poi? Lieto fine: 4-6 6-3 6-3. Sì, una favola.

arthur rinderknech e valentin vacherot

Non era stato neppure invitato ufficialmente: come Cenerentola, Vacherot, riserva, s'è intrufolato all'ultimo istante approfittando di alcuni forfait. Era a due punti dall'eliminazione già nei turni di qualificazione, però si è messo a ballare ben oltre la mezzanotte. E tutti si sono innamorati di questo ragazzo modesto — «Mi hanno insegnato a lottare e a tenere i piedi per terra» — che tra pochi giorni compirà 27 anni. […]

[…] Si è messo in tasca un premio da 1.124.380 dollari, il doppio di quanto aveva guadagnato in nove anni di professionismo tra singolare e doppio. Si è avvolto nella bandiera del Principato di Monaco — è nato e cresciuto a un passo dal Country Club — e ha consolato il cugino francese, che non si dava pace per l'occasione perduta.

arthur rinderknech e valentin vacherot

Pure Arthur Rinderknech è a modo suo un bel personaggio, ma da romanzo: quest'anno aveva rinunciato alla luna di miele per giocare al Roland Garros, eliminato da Sinner. Con un ranking relativamente modesto (54), ma dopo una serie di vittorie importanti — l'ultimo scalpo: Medvedev — era convinto di prendersi il primo torneo della carriera, a 30 anni suonati. Niente lieto fine, per lui. Piangeva, e al momento della premiazione ha quasi perso i sensi per la stanchezza e l'emozione. «Ti voglio bene. Grazie per quello che mi hai fatto vivere, per quello che abbiamo vissuto insieme, per gli ultimi anni della nostra vita all'università, per aver creduto in me e avermi cambiato come giocatore», gli ha detto l'altro. […]

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