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VIDEO! McTOMINAY MEJO DI RONALDO! L’OPERA D’ARTE DEL CENTROCAMPISTA DEL NAPOLI CHE SEGNA IN ROVESCIATA CONTRO LA DANIMARCA E PORTA LA SUA SCOZIA AI MONDIALI: È ANDATO 20 CENTIMETRI PIÙ IN ALTO DI CR7 (CHE NEL 2018 CONTRO LA JUVENTUS  COLPÌ LA PALLA A 2,31 METRI), LA SUA È LA ROVESCIATA PIÙ ALTA DI SEMPRE (LO SCOZZESE HA TOCCATO 2,51 METRI) - LA LEZIONE DELLA SCOZIA ALL’ITALIA: LA SQUADRA E’ MEDIOCRE MA HA SENSO DI APPARTENENZA, SPIRITO POSSENTE E UNA FEROCE ETICA DEL LAVORO (ANCHE SE UNO COME MCTOMINAY L’ITALIA NON CE L’HA) – VIDEO

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Estratti da ilnapolista.it

 

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McTominay segna in rovesciata e la Scozia festeggia la qualificazione ai Mondiali, un sogno a lungo inseguito da noi italiani. Quando la posta in gioco è alta, a lui piace farli belli: i napoletani lo ricordano bene, soprattutto per l’ultima di campionato contro il Cagliari che ha consegnato lo scudetto.

 

 

Ieri McTominay ha stupito tutti con una rovesciata spettacolare che resterà nella memoria dei tifosi. Il gesto tecnico e atletico dello scozzese ha fatto subito il paragone con Cristiano Ronaldo, che nel 2018, nel quarto di finale di Champions contro la Juventus, aveva segnato un’acrobazia memorabile impattando la palla a 2,31 metri. Meno famoso, Paul Onuachu (Trabzonspor) deteneva la rovesciata più alta mai registrata: 2,41 metri.

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Secondo il Sun Sports, ieri McTominay ha superato quel record, colpendo il pallone a 2,51 metri, 20 cm più in alto del portoghese. Un colpo da brividi, un’acrobazia che gli vale un posto da Guinness e conferma il suo talento nei momenti che contano di più.

 

 

(...)

LA LEZIONE DELLA SCOZIA

Da ilnapolista.it

 

 

“Alcuni – scrive il Guardian – sostengono che il calcio internazionale abbia perso rilevanza a causa dell’ossessione per i club e del conseguente boom aziendale. La Scozia ha dimostrato esattamente il contrario. La forza del sentimento legato ai propri successi è stata incredibilmente impressionante. La Scozia nutre un profondo e appassionato affetto per la propria nazionale di calcio. Il Paese è orgoglioso di poter contare sullo status che una Coppa del Mondo porterà”.

 

“Dopo aver atteso a lungo dal 1998 per tornare ai vertici del calcio internazionale, gli scozzesi hanno deciso che la semplicità era sopravvalutata”. E Steve Clarke “ora è il miglior allenatore del paese.  Lo stoico e timido 62enne ha fatto progressi a livello internazionale in un momento in cui le risorse a sua disposizione erano legittimamente messe in discussione.

 

La Scozia ha sconfitto la Danimarca con un portiere 42enne, Craig Gordon, che non è nemmeno la prima scelta del suo club. Non è affatto irrispettoso sottolineare che una serie di nazionali, anche mediocri, preferirebbero mantenere le proprie opzioni di difensore centrale o centravanti piuttosto che scambiare con Clarke. Questa è invece una squadra costruita su uno spirito possente, una feroce etica del lavoro che dovrebbe rappresentare ciò che la Scozia rappresenta e il rifiuto di accettare di essere sconfitta”.

 

Il cammino, anche emotivo, della Scozia è paragonabile per molte cose a quello dell’Italia. Tranne che nell’epilogo per ora. “L’umorismo scozzese – e il fatalismo – fa sì che gli scommettitori stiano già pensando alla sconfitta ai Mondiali contro Capo Verde o Giordania. Bisogna tornare al 1990 per l’ultima volta che la Scozia vinse una partita nel torneo. Nella stessa Coppa del Mondo, la Costa Rica mise in imbarazzo la squadra di Andy Roxburgh. Speranze e timori per il 2026 possono essere messi da parte. Ora è il momento di riconoscere un momento storico. E, naturalmente, il modo sensazionale in cui è stato confermato”.

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