DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
Cesare Giuzzi per il "Corriere della Sera"
Sembra la notte del Triplete di undici anni fa. La calca in piazza Duomo si materializza in una manciata di minuti appena da Reggio Emilia arriva il fischio finale che regala lo scudetto in differita.
Una marea di tifosi - padri con bambini, ragazzi, maglie vintage e capelli grigi - che per ore non smette di crescere. E che poi, ancora più stipata, assembrata, schiacciata tra urla, abbracci e cori ultrà, si ritrova anche in largo Cairoli, davanti al Castello Sforzesco. La strada diventa uno stadio naturale, sui blocchi di new jersey ci sono i capi della Curva Nord.
Diffidati compresi. Il Covid, le norme anticontagio, e neppure il coprifuoco, fermano l' assalto dei tifosi.
Una festa che rischia adesso di diventare un' incognita sulla via d' uscita dall' emergenza nella Regione che ha pagato il tributo più alto alla pandemia. Quanto è stata rischiosa, scellerata e improvvida la calca vista a Milano? Dopo quasi un anno e mezzo ha senso rischiare di vanificare i sacrifici di chiusure, lockdown e restrizioni per festeggiare uno scudetto? La risposta, purtroppo, pare scontata. Le prossime due settimane daranno ai medici l' impatto su contagi e ricoveri.
Nel frattempo esplodono le polemiche con i commercianti: «Mi stupisce vedere come si usino pesi e misure diverse in una situazione di emergenza comune. Bar e ristoranti non possono aprire i loro locali, pur garantendo distanziamento e sanificazione, ma gli viene concesso il solo utilizzo dello spazio esterno. Parchi e piazze invece posso riempirsi in modo incontrollato e senza precauzione sanitaria», attacca il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri. Molti ristoranti milanesi, privi di aree esterne, non hanno riaperto dopo il passaggio in zona gialla.
Ma a soffiare sul fuoco è anche la politica in vista delle elezioni comunali in autunno. Nel mirino di Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato, c' è il sindaco Beppe Sala: «Era un evento annunciato e prevedibile da giorni, eppure l' unico a essere colto di sorpresa è il sindaco Sala che non ha previsto misure per contrastare gli assembramenti. Dove erano i vigili?».
Sala, tifoso interista, per il momento ha preferito il low profile: zero messaggi sui social, neppure per festeggiare lo scudetto. Anche perché di recente il sindaco ha ingaggiato una dura polemica con la società di Steven Zhang e Beppe Marotta sul progetto del nuovo stadio di San Siro.
La sua pagina Facebook è stata però presa di mira da centinaia di commenti di cittadini indignati: «Non siete stati in grado di gestire gli assembramenti. Una mancanza di rispetto per tutte quelle attività chiuse da mesi». Dallo staff del primo cittadino filtra solo che «il sindaco è rimasto in contatto per tutta la giornata con prefettura e questura». Alle 22 alcuni ultrà hanno lanciato bottiglie contro la polizia in largo Cairoli: tensione e parapiglia con le forze dell' ordine e 20 tifosi identificati dalla Digos. La festa in anticipo era stata prevista dalle forze dell' ordine che infatti avevano stabilito presidi straordinari nelle piazze.
Sorveglianza che non era un divieto a scendere in strada con sciarpe e bandiere. Poi di fronte a una folla di più di 50 mila persone tra piazza Duomo e largo Cairoli pensare a un intervento in forze per garantire il distanziamento avrebbe aperto problemi di ordine pubblico ben peggiori.
Una linea già adottata nelle manifestazioni No Mask. Le sanzioni arriveranno attraverso i filmati delle telecamere.
La festa scudetto ai tempi del Covid ha portato in piazza non solo ultrà e ragazzi, ma centinaia di famiglie anche con figli piccoli. Addosso le maglie degli eroi del Triplete (da Eto' o a Sneijder) e delle meteore Gnoukouri, Esposito e Shaqiri: «Abbiamo aspettato per undici anni, mio figlio non era ancora nato. È il suo primo scudetto non potevo non essere qui. Il virus? Evitiamo di stare troppo vicini», spiega Luigi, 46 anni, con il figlio di nove. In Duomo l' assalto di 30 mila tifosi si trasforma in una scalata al monumento di Vittorio Emanuele.
Scene identiche a quelle di 11 anni fa. Unica differenza non c' è il pullman con la squadra per le vie della città. Troppo rischioso festeggiare tutti insieme nel pieno di una pandemia. Anche se in pochi ieri sembrano essersene ricordati.
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