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MONDIALI SPACCACUORE - BATTAGLIE DI 120 MINUTI E GOL IN ZONA CESARINI: TROPPE EMOZIONI, IN BRASILE IN AUMENTO ANCHE GLI INFARTI - 5 OTTAVI AI SUPPLEMENTARI, SQUADRE CON LA LINGUA DI FUORI, LA FIFA: “SERVE IL QUARTO CAMBIO”

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Emanuela Audisio per “La Repubblica

 

tim howard scioccato dopo il pareggio con il portogallotim howard scioccato dopo il pareggio con il portogallo

Stanno tutte sul trapezio, in equilibrio pericoloso, con sotto il vuoto. Spesso per 120 minuti. Altro che Psycho. Le grandi e le piccole, le forti e le fragili, chi conta e chi non conta. Sudate, stremate, coraggiose nella stessa maniera. Più nude, come quando si dà tutto. Alla pari, oltre il limite. Poi ti trovi il figlio di un africano e di un ungherese, Tim Howard, barba da mullah, portiere di 35 anni, ex cestista, nato nel New Jersey, con la sindrome di Tourette, che scansa i tic neurologici con 16 parate record.

 

È dal ‘66 che un numero uno non chiude la saracinesca così tante volte. E mentre ti chiedi se Howard non meriti di stare in un museo, insieme alla linea Maginot, ti arriva lo sbarbato Romelu (Lukaku), belga di 21 anni, originario del Congo, che apre la breccia, e mentre pensi «game over», un ragazzino, Green (di nome e di fatto), 19 anni, mamma tedesca, Ursula, e papà militare Usa, sgancia un siluro al volo, marca «star and stripes» e diventa il gol più giovane del mondiale.

 

lionel messi ringrazia i tifosi dopo aver battuto la bosnialionel messi ringrazia i tifosi dopo aver battuto la bosnia

Tutto bello, assurdo, troppo fino all’ultimo respiro. Tanto che in Brasile sono aumentati gli infarti: 30% in più di lavoro per gli ospedali. È il mondiale degli eccessi: già 154 gol segnati (2,75 di media a partita), 9 in più dei 145 complessivi in Sudafrica. Cinque partire su otto finite ai supplementari. Anche se le prime del girone si sono tutte qualificate.
 

La battaglia di Stalingrado in formato rettangolare. Il nudo e il morto, ma con un’altra firma. Però nessuno può permettersi di essere Napoleone. Faticano l’Argentina, il Brasile, la Germania. Sputano sangue tutte, anche le grandi potenze devono scendere da cavallo e avanzare a mani nude. Il Belgio ha centrato la porta americana per ben 38 volte. È la quarta squadra nella storia dei mondiali per numero di bombardamenti. Provaci ancora, Wilmots.

 

È un mondo di concorrenza spietata, dove tutte si sono adeguate alle difficoltà, dove le Cenerentole non perdono mai la scarpa e le Belle Addormentate ti avvelenano.

neymar corre e dribbla i giocatori del messiconeymar corre e dribbla i giocatori del messico

Per fare di più, per uscire dall’equilibrio, bisogna osare, colpire nei punti deboli, Lichsteiner si sta ancora dando botte in testa: «Ho perso palla al 118’, Messi l’ha passata, Di Maria ha segnato ». Già, i vampiri sanno cosa fare dell’ultima goccia di sangue. Un quarto dei gol sono stati segnati nell’ultimo quarto d’ora. Difendersi strenuamente non paga e infatti tutte, prima di soccombere, provano una spedizione con il Settimo Cavalleggeri.
 

La brutta notizia è che se vincere ai supplementari ti aggiunge vita, ti ammazza invece il turno dopo. Gioia di breve durata che paghi con un’agonia che non ti aspetti. Solo 15 volte su 100 chi supera l’extra time poi va avanti. Avvertenza per Brasile (già sul letto della psicanalista), Costarica e Germania, mentre Belgio e Argentina si affronteranno partendo dalle stesse condizioni. L’unica eccezione (e ti pareva) è stata l’Italia di Lippi che nel 2006, dopo gli storici e vincenti 120’ con la Germania in semifinale, pareggiò 1-1 in finale con la Francia per poi trionfare ai rigori. Dai mondiali 2002 ad oggi 11 squadre su 13 hanno pagato la fatica supplementare. Oltre all’Italia, si è salvata solo la Corea del Sud che nel 2002 eliminò al golden gol gli azzurri di Trapattoni.
 

MARC WILMOTSMARC WILMOTS

È sempre più determinante la panchina. Le riserve sono una risorsa, non una palla al piede. Specialmente se si chiamano Klose. Entrano quando gli altri sono stanchi e pugnalano. Il vaffa di Chinaglia a Valcareggi per la sostituzione ai mondiali in Germania nel ‘74 qui non avrebbe diritto di cittadinanza. 29 i gol segnati da chi rimpiazza un compagno. Superato il record del 2006 (erano stati 23). Segno anche di una mentalità cambiata tra i calciatori: chi sta in panchina non mugugna, ma si prepara a prendere parte al gioco. Il ct belga Wilmots ha la sua idea: «Inutile fare cambi proprio all’ultimo, io in genere scelgo il 65’ per far entrare gente nuova e fresca, così ha il tempo di ambientarsi». Ha ampia scelta, anche di origini, avanti a chi tocca: Fellaini e Chadli (Marocco), Origi (Kenya), Kompany, Benteke e Lukaku (Congo), Dembelè (Mali), Mirallas (Spagna), Januzaj (Kosovo), Witsel (Martinica).
 

GERARD HOULLIERGERARD HOULLIER

Però i supplementari sono così strazianti tra crampi, gente che cade a terra, e corpi sdraiati e disidratati che la Fifa sta pensando di introdurre un quarto cambio per il prossimo mondiale. Lo dichiara Gerard Houllier, ex ct della Francia, membro del gruppo tecnico: «E’ una buona idea, solo per i tempi supplementari, oppure se qualcuno si fa male». Lo chiedono anche gli allenatori visto che i 30 minuti aggiuntivi non sono più un optional. O forse vedere quel mucchio selvaggio da Little Big Horn difendersi come Custer, sfinito, zuppo di sudore, con la maglia cucita alla pelle, fa venire voglia di suonare la trombe e di chiedere rinforzi.