DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
It’s time for the #MilanoCortina2026 presentation.
The 2026 #WinterOlympics are looking for a new home. Who will take it?
Watch LIVE as @milanocortina26 ?? make their bid: https://t.co/eX6V5mrX59 pic.twitter.com/mUUe3IdtcT
— Olympic Channel (@olympicchannel) 24 giugno 2019
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, se è per questo con l’età che ho non credo che alle Olimpiadi del 2026 ci arriverò ma non importa, tale è la mia gioia da italiano. Una gioia insostenibile, mi sono commosso a vedere quel video promozionale che tu hai messo in pagina.
Mi sono commosso quasi alle lacrime a vedere tutte assieme le meraviglie storiche e umane e paesaggistiche del nostro stivale. E tanto voglio sperare e sono sicuro che quel magnifico “urlo” del mio amico Beppe Sala sia l’equivalente simbolico del magnifico “urlo” di Marco Tardelli al campionato del mondo di calcio del 1982. L’urlo della vittoria, l’urlo dell’eccellenza del nostro Paese, l’urlo dell’orgoglio.
milano cortina 2026 malagò sala zaia fontana
Ed è naturale che la sede di tutto questo sia Milano e la sua organizzazione civile, la città che in questi ultimi anni ha cambiato passo e genere musicale rispetto al resto del Paese, la città la più pop di tutte da cui tutti noi attingiamo e lavoro e reddito, la città che ad andarci in questi ultimi anni ti sembra di essere altrove che nel resto d’Italia. Di essere in Europa e di esserci da primi della classe per l’appunto.
Che siano queste Olimpiadi del 2026 l’equivalente reale e simbolico di quel che furono le Olimpiadi di Roma del 1960 e annesso urlo di Livio Berruti quando infilzò per primo il traguardo dei 200 metri. Quando l’Italia festeggiò i dieci anni della ricostruzione economica e morale dopo il disastro della guerra perduta e della guerra civile le cui cicatrici ancora oggi sanguinano. Quell’Italia che si avventava nel moderno, nelle nuove libertà, nei nuovi consumi, ed erano milioni gli italiani che per la prima volta andavano in vacanza sulla loro Fiat acquistata a rate. Quell’Italia che credeva che ogni mattino avrebbe apportato qualcosa di più e qualcosa di meglio, così io ricordo esattamente quegli anni. E adesso forza, forza Italia, dopo la quaresima e il disastro civile e morale dei tanti anni di crisi, dei tanti anni di “no” a tutto perché sembravamo non più capaci di niente, forza Italia che ce la possiamo fare: perché siamo un grande Paese, saturo di eccellenze e talenti di ogni sorta. Forza, forza, forza. Evviva, evviva il nostro amatissimo Paese.
Giampiero Mughini
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