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Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, e anche se il ridicolo spadroneggia (assieme alla tragedia) su ogni angolo della nostra vita pubblica e immaginativa, non ci posso credere che alcuni artisti si siano scandalizzati che le loro opere siano appese alle pareti della casa di Ivanka Trump, figlia di cotanto padre.
No, non ci posso credere.
Pensavano che le loro opere, vendute a centinaia di migliaia o talvolta a milioni di dollari, andassero a scuotere le coscienze in case come quella in cui abitava il nostro grande Valentino Zeichen?
Pensavano che a sborsare quelle cifre fossero poeti maledetti, pittori ai loro debutti alla maniera di Amedeo Modigliani, piccoli librai indipendenti, editor di case editrici semiclandestine, attori da teatro d’avanguardia di quelli che prendono 50 euro lordi a botta? No, non ci posso credere.
Ma come, direte, certo che l’arte modella le coscienze. E che cosa se no? Ma nemmeno per idea. L’arte è l’arte, ossia una creazione, una testimonianza, un cippo lungo il cammino dell’umanità. Solo che l’acquisto di un quadro di valore ha niente a che vedere con questo discorso. Tirano fuori i dollaroni quelli che ce l’hanno.
Ve lo immaginate Andy Warhol che stesse lì a chiedersi quale fosse il dna politico e morale di uno che appiccava alla parete una delle sue polaroid-ritratti?
Tutto il contrario, uno gli portava una sua fotografia e un bel mazzetto di dollari e lui si metteva all’opera. Poi succede che il suo lavoro stia lì a fare da crocevia nella storia dell’arte moderna. Per sempre, e non importa da chi venissero i dollaroni che servivano a comprare quelle opere.
Vale per lui, vale per tutti. I surrealisti trattarono il “secondo” Giorgio De Chirico da imborghesito e da rincoglionito: erano loro invece che traboccavano settarismo e cecità per chi imboccava altre strade.
E del resto il pittore Alberto Burri, mica uno da niente, era stato fascistissimo. A chi appartenevano le case dove furono appiccati i suoi primissimi quadri, quelli che sapevano di ferita e di zolfo? E chi se ne frega.
ivanka sotto un dan colenivanka posa sotto a un da corteivanka tra un nate lowman e un dan colen christopher wool a casa di ivanka.
Giampiero Mughini
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