DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Guglielmo Buccheri per “la Stampa”
Un po' Accademia, meno laboratorio. La nuova ripartenza dell'Italia senza Mondiale - il secondo di fila - resta tra le mani di un ct, Roberto Mancini, sul tetto d'Europa l'11 luglio scorso e, ora, davanti alla sfida più difficile: ricostruire con la stessa filosofia qualcosa che si è inceppato anche per colpa della cattiva sorte.
L'Accademia azzurra va così: Chiellini, capitano all'ultimo passo con la Nazionale, mercoledì a Wembley contro l'Argentina, guida un gruppo ricco di reduci da Euro 2020, ma arricchito da ragazzi che non hanno una storia nazionale o se ce l'hanno solo per piccole comparse o dentro alle rappresentative giovanili.
Il granata Ricci, il prossimo juventino Gatti, Esposito della Spal, Cancellieri del Verona, Zerbin del Frosinone e Gnonto dal Zurigo hanno superato lo scoglio dello stage e, da ieri, sono al lavoro a Coverciano. «Possiamo fare quello che abbiamo fatto quattro anni fa: siamo partiti con un'idea ben precisa e abbiamo vinto l'Europeo prima della enorme delusione di marzo...», dice Mancini.
convocazioni italia giugno 2022
L'Accademia Italia non è più un laboratorio perché i principi sono scolpiti, il lavoro da fare anche: perso il Qatar, resta il Mondiale americano del 2026 il traguardo con l'Europeo due anni prima come tappa da onorare. «Quando vai incontro a momenti di tristezza come quello che abbiamo vissuto a marzo è normale che uno pensi a lasciare: a me è capitato. Ma, alla fine, il pensiero di poter rivivere gioie come quella di Wembley ti fa superare tutto: in Nazionale giochi per obiettivi lontani due o quattro anni, ma vale la pena aspettare».
Mancini non si è sentito dire più "grazie" come nell'estate del trionfo da ogni italiano incontrato, ma il peso di un Europeo vinto è là a raccontarne la storia. «Se non vinci non puoi aspettarti gli applausi, ma - continua - la percezione che sento dalla gente è quella di affetto e gratitudine: "Mister, peccato, ma restiamo campioni d'Europa", il saluto della gente». L'Argentina nella prima Finalissima tra Europa e Sudamerica. Poi la nuova edizione della Nations League con le prime quattro sfide del girone in dieci giorni: Germania, Ungheria, Inghilterra e di nuovo Germania.
Contro Messi e soci, spazio agli eroi di Londra. «Non è per sola riconoscenza perché - sottolinea il ct azzurro - quella che ha alzato la coppa è una squadra dall'età media giovane». In Nations League un po' di rinnovamento. Mancini ha vacillato qualche giorno con la testa piena di dubbi, ma è rimasto per smacchiare il cammino dalla notte di Palermo.
«La Roma ha avuto il permesso di anticipare l'ultima di campionato per preparare meglio la finale di Conference League? Anche per noi, a marzo, si poteva fare qualcosa: preparare certe gare in un giorno non ha senso...», il messaggio del ct alla politica del pallone, sorda alle esigenze azzurre da tempo, se non da sempre.
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