DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Matteo Pinci per “la Repubblica”
Le nuove testimonianze aprono un varco inatteso verso un’altra verità nell’indagine sulla morte di Marco Pantani. Quella pallina di cocaina che i due infermieri intervenuti per primi sul corpo del Pirata giurano non fosse accanto al cadavere, salvo ricomparire un paio d’ore dopo nel filmato della polizia, ha convinto anche la procura di Rimini: «Una novità rilevante», la definiscono oggi gli inquirenti, che da venerdì scorso stanno studiando la testimonianza raccolta dal legale della famiglia del campione, Antonio De Rensis.
Ancora è presto per dire chi e perché avrebbe potuto (o voluto) uccidere Pantani. Di certo, però, il procuratore capo Paolo Giovagnoli ha oggi un elemento da cui partire: perché se davvero quella sfera di polvere bianca e mollica di pane è comparsa accanto al corpo senza vita soltanto ore dopo l’arrivo dei primi soccorsi, la prima cosa da decifrare è quanto tempo sia intercorso prima della comparsa.
Per poi isolare i profili di chi è entrato nella stanza in quel lasso di tempo. Verrà ascoltata la dottoressa del 118 arrivata insieme ai due infermieri, la prima a sollevare il corpo. E chi per primo trovò il campione senza vita, il portiere dell’albergo, lo stesso che alla polizia non era riuscito a spiegare la telefonata ricevuta sul proprio cellulare dal telefono della reception in cui avrebbe dovuto trovarsi.
In attesa dell’esame medico legale del professor Tagliaro: forse, a questo punto, l’ago della bilancia per capire in che forma Pantani assunse la dose letale di cocaina.
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