dino zoff portiere picchiato collegno

PALLE, GUANTI E CAZZOTTI – DINO ZOFF INTERVIENE SUL CASO DEL 13ENNE PICCHIATO SELVAGGIAMENTE DAL PADRE DI UN AVVERSARIO AL TERMINE DI UNA PARTITA A COLLEGNO, IN PROVINCIA DI TORINO: “QUEL RAGAZZINO DEVE CONSIDERARE QUESTO EPISODIO COME UN BRUTTO EPISODIO DI GIOCO, UNA USCITA SUI PIEDI. ALTRIMENTI UN FATTO SIMILE NON SE LO SCROLLERÀ PIÙ DI DOSSO” – “I GENITORI DEI CALCIATORI SPESSO SONO AL DI FUORI DA OGNI REGOLA SPORTIVA E DI EDUCAZIONE. NON È UN CASO CHE CI SIANO SEMPRE MENO BAMBINI CHE GIOCANO: LA PRESSIONE È TROPPA, ANCHE NELLE SQUADRETTE…”

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Estratto dell’articolo di Angelo Rossano per https://torino.corriere.it/

 

dino zoff 7

«Cosa posso dire al giovane collega portiere 13enne del Volpiano, picchiato dal papà di un avversario al termine della partita? Che deve considerare questo episodio come una uscita sui piedi.

 

Non può fare altro per allentare il peso di quello che è successo». Così Dino Zoff, 83 anni, «Portiere» per eccellenza, monumento vivente del calcio italiano, campione del mondo nel 1982, estremo difensore di Juve e Nazionale di calcio italiana parla del violento episodio accaduto a Collegno [...]

 

13ENNE AGGREDITO A COLLEGNO

Zoff, cosa si può dire a questo ragazzo?

«Deve considerarlo un brutto episodio di gioco, appunto, un’uscita sui piedi. Altrimenti un fatto simile non se lo scrollerà più di dosso. Piuttosto penso a cosa si potrebbe dire al figlio del papà violento».

 

[…]

 

Ma nella foga di una partita è anche solo immaginabile un atteggiamento così violento?

«No, non è concepibile. Un raptus ti può venire in una lite per un parcheggio. E non dovrebbe accadere. Ma non è pensabile usare quella violenza nei confronti di un ragazzino, un bambino in fondo. Davvero non so cosa pensare».

 

Ci sono troppi genitori intorno ai campetti da calcio?

«I genitori partecipano molto, ma spesso sono al di fuori da ogni regola sportiva e di educazione. Spesso riversano sui figli le loro ambizioni, la voglia di emergere. A volte la loro partecipazione è deleteria. Non è un caso che ci siano sempre meno bambini che giocano: la pressione è troppa, anche nelle squadrette».

 

Cosa non capiscono questi papà e queste mamme?

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«Quello che non capiscono è che i ragazzi si vanno a divertire. Se poi uno è bravo emergerà, verrà fuori, diventerà famoso».

 

Ai puoi tempi, quando era ragazzino, cose simili accadevano? Ne ha ricordi?

«No, non ricordo episodi simili. I genitori non intervenivano. A volte non intervenivano neanche nella scuola, figurarsi. I miei mi dissero: “Se sudi e studi facciamo i sacrifici, altrimenti vai a lavorare”. E io andavo anche a giocare».

 

Suo nipote gioca, fa il portiere, chissà che pressione sente.

«Ha 16 anni, gioca a calcio e fa il portiere. Lui si va a divertire. Ed è quello che dovrebbero fare tutti i ragazzi che giocano a calcio. E anche i loro genitori». [...]

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