arabia saudita alla concacaf gold cup 7

PETRODOLLARI, SOFT POWER E PARTNERSHIP STRATEGICHE: ECCOLO IL CALCIO “USA E GEDDA” – PERCHÉ L’ARABIA SAUDITA STA PARTECIPANDO ALLA “CONCACAF GOLD CUP”, IL TORNEO CONTINENTALE DEL CENTRO E NORD AMERICA? - NON È LA PRIMA VOLTA CHE LA COMPETIZIONE CHE LA OSPITA SQUADRE “STRANIERE” (IL QATAR HA PRESO PARTE NEL 2021 E 2023) MA QUI C’È PUZZA DI SOFFRITTO D’INTERESSI: POCO PIÙ DI UN ANNO FA, LA CONCACAF HA STRETTO UN ACCORDO CON IL FONDO SOVRANO SAUDITA “PIF” PER…

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Estratto dell’articolo di Francesco Caremani per "Domani"

 

arabia saudita alla concacaf gold cup 7

Mentre tutte le attenzioni mediatiche sono per il Mondiale per Club Fifa a 32 squadre che si sta giocando negli Stati Uniti come aperitivo saporito di United 2026, il torneo iridato che tra un anno sarà ospitato pure da Canada e Messico, in altre dodici città […] si sta tenendo la ventottesima edizione della Concacaf Gold Cup, il torneo continentale del Centro e Nord America.

 

Un torneo che per la prima volta vede la partecipazione dell’Arabia Saudita, invitata come ospite. Ha esordito nel gruppo D battendo Haiti per 1-0 […] nello stesso gruppo ci sono Stati Uniti e Trinidad e Tobago. […] L’Arabia Saudita […] prenderà parte pure a quella del 2027. La squadra è in corsa per un posto alla Coppa del Mondo del 2026 e sta cercando il salto di qualità in vista del Mondiale che ospiterà in casa nel 2034.

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Avrebbe dovuto partecipare come invitata alla Copa América del 1999 in Paraguay, in qualità di vincitrice della Coppa d’Asia 1996, ma rinunciò e al suo posto si presentò il Giappone vincitore nel 1992. Il Giappone è tornato a giocare la Copa América nel 2019 insieme con il Qatar, e il Qatar ha preso parte alla Concacaf Gold Cup nel 2021 e 2023. […]

 

SENZA CONFINI

[…] Questo tipo di chiamate non sono solo propedeutiche alla crescita delle rispettive nazionali, invitate a confrontarsi con squadre e movimenti decisamente più forti, ma anche a una diplomazia sportiva che ci racconta come l’attenzione una volta dedicata al Giappone oggi è dirottata sui Paesi del Golfo.

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Insieme alla squadra dell’Arabia Saudita, negli Stati Uniti è arrivato anche il Pif. Dall’acquisizione di club calcistici di alto livello come il Newcastle ad ambiziosi progetti nel pugilato, nel golf e negli eSport, il fondo sovrano saudita ha permesso al regime di sfruttare lo sport come strumento diplomatico ed economico, sollevando preoccupazioni sui conflitti di interesse, sulla governance e sulla crescente presa autoritaria sullo sport mondiale.

 

Poco più di un anno fa Concacaf e Pif hanno siglato un accordo scegliendo la compagnia petrolifera statale saudita Aramco quale “partner energetico ufficiale” per tutte le competizioni per squadre nazionali e club. La confederazione ha poi annunciato che Riyadh Air sarebbe stata il “partner aereo ufficiale” con un accordo pluriennale.

 

DONALD TRUMP CON MOHAMMED BIN SALMAN

Il governo statunitense, a sua volta, ha espresso preoccupazione per le attività del Pif negli Stati Uniti. Il senatore democratico Richard Blumenthal, membro di spicco della Sottocommissione permanente per le indagini del Senato, ha aperto un’inchiesta sui modi in cui lo Stato saudita sta utilizzando il fondo sovrano per acquisire influenza nel Paese, incluso il tentativo in corso di creare una fusione tra la lega di golf Liv, di proprietà saudita, e il Pga Tour.

 

LA PRESENZA DEL PIF

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Il rapporto di Blumenthal ha messo anche in evidenza come l’amministrazione Trump stia minando la capacità del governo statunitense di contrastare l’influenza straniera, ridimensionando l’applicazione di misure come il Foreign Agents Registration Act e svuotando gli stessi dipartimenti incaricati di indagare su questi tentativi. […]

 

Un’arma nella strategia nazionale e internazionale: il regno saudita sta rafforzando così la sua influenza in Nord America, consolidando la propria immagine globale in vista del Mondiale del 2034. La partecipazione dell’Arabia Saudita alla Gold Cup non riguarda solo il calcio. È una strategia calcolata, radicata in manovre geopolitiche e nella gestione dell’influenza.

 

trump bin salman riad

Nel 2018, l’Arabia Saudita sembrava ancora periferia del calcio. Cinque anni dopo ospita supercoppe europee, compra club inglesi e costruisce stadi nuovi ogni sei mesi, in vista della propria Coppa del mondo. Ma lo sport, per Riad, non è solo intrattenimento: è soft power, branding, diplomazia, economia.

 

È Vision 2030, il nome del piano voluto dal principe ereditario Mohammed bin Salman per trasformare il regno da petromonarchia isolata a hub globale. Il Public Investment Fund è lo strumento con cui questo futuro viene costruito, uno sport alla volta. […]

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