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E CARAVAGGIO ACCESE LA LUCE - A LONDRA UNA MOSTRA ESPLORA L'INFLUENZA DEL PUNK DEL RINASCIMENTO SUGLI ARTISTI A VENIRE - PITTORI, FOTOGRAFI E REGISTI, DA LA CHAPELLE A SCORSESE FINO A PASOLINI, TUTTI IMPRESSIONATI DAL SUO USO DELLA LUCE E DAI RITRATTI DELLA GENTE DI STRADA, BARI E PUTTANE (TE LO DO IO IL REALISMO)

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Alastair Sooke per “BBC

 

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Esiste una biografia d’artista più avvincente della vita del pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610)? Ha la reputazione del ribelle, del punk collerico della storia dell’arte, presentatosi a Roma a fine ‘500 per elettrizzare con i suoi litigi quanto con le sue opere non convenzionali.

 

Secondo il biografo Karel van Mander, Caravaggio lavorava intensamente per due settimane, e poi girava per uno o due mesi, spavaldo, con la spada, in cerca di risse. Finì in tribunale almeno undici volte, con accuse varie, per aver imprecato contro un poliziotto, scritto versi satirici su un pittore rivale, tirato un piatto di carciofi a un cameriere. Nel 1606 fu costretto a scappare da Roma per aver ucciso un uomo e trascorse il resto della vita in fuga, morendo nel viaggio di ritorno, mentre andava a chiedere perdono al Papa.

giuditta che taglia la testa a olofernegiuditta che taglia la testa a oloferne

 

I dipinti erano provocatori quanto colui che li creò. Secondo Letizia Treves, la curatrice di “Beyond Caravaggio”, mostra dal 12 ottobre al 15 gennaio alla “National Gallery” di Londra che esplora l’influenza dell’artista sui secoli a venire, Caravaggio fu un vero rivoluzionario. Usò i suoi modelli in modo non ortodosso, pescandoli dalla strada, tra bari e prostitute, cogliendone i più umili dettagli, tipo le unghie sporche, e sbattendoci in faccia la realtà brutale. Inoltre elevò le nature morte, che erano considerate un soggetto minore.

 

amor vincit omniaamor vincit omnia

L’uso della luce era incredibile, forse il suo tratto più distintivo. Non faceva mai posare di giorno, usava la luce per dare forma, creare lo spazio, aggiungere dramma alle scene ordinarie. Caravaggio rese vivide le storie bibliche, le trasportò nel suo tempo, così che lo spettatore non le guardasse passivamente e se ne sentisse coinvolto.

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Il suo impatto sui contemporanei fu fortissimo. A inizio ‘600 l’Europa fu colpita da una Caravaggio-mania, i ricchi facevano a gara per accaparrarsi le sue creazioni, gli artisti lo emulavano, vedi i caravaggisti Dirck van Baburen, Gerrit van Honthorst, Valentin de Boulogne. Poi però la moda finì, si tornò al classicismo, il critico John Ruskin lo definì volgare e blasfemo, e solo tre secoli dopo lo stile di Caravaggio risorse. Nel ventesimo secolo accadde grazie alla mostra che lo storico d’arte Roberto Longhi organizzò a Milano nel 1951.

 

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Come dice l’artista Mat Collishaw, non c’è bisogno di studiare Caravaggio per capirlo. E’ viscerale, diretto. Era un uomo della notte, anti-borghese che beveva, litigava, girava fra criminali e prostitute, fra le ombre.

 

Il suo uso della luce ebbe grande influenza su fotografi e registi, ad esempio su David LaChapelle e Martin Scorsese, il quale omaggiò Caravaggio in una scena di “Mean Streets” (1973), facendo recitare gente di strada, ovvero “La vocazione di san Matteo” trasferita a New York.

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