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Francesco Saverio Intorcia per “la Repubblica”
Desiderata e ancora nubile come la sora Camilla, la Premier più incerta degli ultimi vent’anni, stufa di fidanzatini indecisi e imbranati, cerca un marito disposto ad assumersi la responsabilità del primato.
A dieci giornate dalla fine il campionato più ricco del mondo si muove con timidi passi. Giocano tutti per il Leicester, Ranieri ringrazia: nel turno in cui lui ha frenato col West Bromwich Albion (2-2), sono caduti il Tottenham con il West Ham e l’Arsenal in casa con lo Swansea orfano di Guidolin (ancora in ospedale per un’infezione al petto, sta meglio). Tre punti di vantaggio sugli Spurs, sei sui Gunners, domani c’è Tottenham-Arsenal (13.45) prima di Watford-Leicester (18.30).
Non poteva chiedere di più una squadra costata “solo” 50 milioni (City o United li spendono per un pezzo solo) che un anno fa a marzo era ultima. «Il Leicester? Quando mi hanno chiamato pensavo fosse una società di rugby, ma non mi pento, è la migliore in cui sono stato», dice Riyad Mahrez, una delle rivelazioni.
La sua squadra non ha mai vinto lo scudetto, il Tottenham non ci riesce dal ‘61, l’Arsenal dal 2004. Oltremanica sono abituati a finali da batticuore (Mancini nel 2012 col City vinse lo scudetto nel recupero), ma negli ultimi vent’anni il titolo è andato solo a quattro squadre: Arsenal, Chelsea e le due metà di Manchester. L’ultima improvvisata fu del Blackburn, nel ‘95. Questo Leicester era candidato alla retrocessione, per il titolo era dato 5000 a 1.
«Può essere il più grande shock della storia del calcio inglese», scrivono ora i tabloid. E la leggenda Gary Lineker ha annunciato che condurrà in mutande una puntata del suo seguitissimo show se le Volpi vinceranno lo scudetto.
A frenare gli entusiasmi, la scarsa confidenza del Leicester con la lotta al vertice e l’abbonamento ai secondi posti di Ranieri. A ingrassarli, l’eccezionale stato di forma (niente coppe, rari infortuni) e il calendario favorevole.
Ultime insidie: il West Ham e le trasferte conclusive contro United e Chelsea. Nell’albo d’oro può finire un altro cognome italiano, quello di Mauricio Pochettino, argentino dal bisnonno piemontese: il suo Tottenham è fra le squadre che corrono di più in Europa. Calendario più duro, però: deve affrontare dopo l’Arsenal anche Liverpool, United e Chelsea, e l’Europa League consuma energie (negli ottavi c’è il Borussia Dortmund).
L’Arsenal, invece, rivede i soliti fantasmi di Wenger: vinto lo scontro diretto contro Ranieri, ha preso un punto in quattro gare fra coppe e campionato. E ha un calendario tremendo, col City alla penultima.
Il City, ecco: staccato di 10 punti con una gara in meno, aspettando l’arrivo di Guardiola, la squadra di Pellegrini è la grande delusa: viene da tre ko di fila, rischia di mancare il titolo nell’anno in cui United, Chelsea e Liverpool sono fuori gioco da un pezzo. Ha un piede nei quarti di Champions, molto più di una consolazione. L’attenzione è altrove, nei giorni in cui si parla di Super League.
ARSENAL LEICESTER
LEICESTER RANIERI SIMPSON
LEICESTER
RANIERI TOTTENHAM
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