PIÙ DI PAPA FRANCESCO POTÉ ANCELOTTI - LE PREGHIERE DEL TIFOSO BERGOGLIO NON BASTANO AL “SUO” SAN LORENZO: IL REAL VINCE LA COPPA INTERCONTINENTALE - A FINE PARTITA CRISTIANO RONALDO SNOBBA PLATINI

CARLO ANCELOTTICARLO ANCELOTTI

Francesco Persili per “Dagospia”

 

Più di Papa Francesco poté “Carlo Magno”. Le preghiere del tifoso “cuervo” Bergoglio non bastano al San Lorenzo che viene superato dal Real di Carlo Ancelotti nella finale del  Mondiale per club. Il “cabezazo” di Sergio Ramos e il gol di Bale (su paperissima del portiere argentino) regalano alla Casa Blanca il 18esimo trofeo internazionale della sua storia (come Milan e Boca). “Los mejores del mundo”, strilla in prima pagina il quotidiano spagnolo “Marca”.

 

Demiurgo dello strapotere blanco è Carletto Ancelotti che centra il suo quarto titolo mondiale (2 da giocatore, 2 da tecnico) e alza al cielo la quarta coppa in un anno (Coppa del Re, Champions, Supercoppa e Mondiale per club). «Il 2014 è stato un anno indimenticabile – esulta il tecnico di Reggiolo - ma non dobbiamo fermarci qui. Dobbiamo continuare a lavorare perché il 2015 sia bello come il 2014…».

 

COPPA INTERCONTINENTALE - L'ESULTANZA DI SERGIO RAMOSCOPPA INTERCONTINENTALE - L'ESULTANZA DI SERGIO RAMOS

A far discutere il mancato saluto di Cristiano Ronaldo al presidente dell’Uefa, Michel Platini durante la premiazione. La partita, invece, è senza storia. Il San Lorenzo pensa solo a difendersi. Non c’è neanche un René Pontoni, idolo di infanzia di papa Francesco, a dare verve all’ attacco argentino che non punge mai. In difesa si trascina stancamente Mario Yepes, vecchia conoscenza del calcio italiano, surclassato da Sergio Ramos che con uno stacco imperiale dà il via alla festa madridista. Dopo la doppietta all’Allianz Arena contro il Bayern e il gol del pareggio nella finale di Champions contro l’Atletico poi vinta, il centrale difensivo del Real si conferma l’hombre del partido.

COPPA INTERCONTINENTALE - CRISTIANO RONALDO SNOBBA PLATINICOPPA INTERCONTINENTALE - CRISTIANO RONALDO SNOBBA PLATINI

 

Non avrà un master in medicina (Mourinho dixit) ma Sergio Ramos è uno di quelli che vorresti sempre avere nella tua squadra. E non solo per le sue qualità tecniche indiscusse (un difensore dominante con il vizio del gol) ma per la sua tempra d’acciaio che lo porta a scendere in campo anche quando non è in perfette condizioni fisiche come ieri.

 

«Ho rischiato ma ne è valsa la pena. Quando hai la fortuna di segnare in partite del genere ti senti un po’ più forte». Un totem del madridismo che nella conferenza della vigilia non ha esitato a professare il suo atto di fede per la Casa Blanca: « Il San Lorenzo è la squadra del Papa? Il Real è la squadra di Dio». Amen.

 

IL REAL MADRID FESTEGGIA LA VITTORIA DELLA COPPA INTERCONTINENTALEIL REAL MADRID FESTEGGIA LA VITTORIA DELLA COPPA INTERCONTINENTALE

In attesa di dirimere la questione teologica, il Real si issa sul tetto del mondo stretta attorno al suo tecnico Ancelotti. Da pacificador a conquistador. Entrato in punta di piedi a Valdebebas, il tecnico italiano ha portato serenità nello spogliatoio lacerato dall’arte del comando di Mourinho superando le iniziali perplessità di Florentino Perez e svariati pregiudizi tattici. Il Real ha troppi trequartisti? Dov’è il problema? Lui li fa giocare tutti. Come l’indimenticabile Fuffo Bernardini, punta sul calcio dei piedi buoni e forgia una macchina da gol e di spettacolo senza eguali.

 

Gli vendono in estate gli equilibratori Xabi Alonso e Di Maria? No problem, Carletto si inventa una mediana con Kroos, James Rodriguez e Modric (o Isco, come ieri) a supporto della BBC (Bale, Benzema, Cristiano Ronaldo). Gli interpreti cambiano, i risultati no: 22 vittorie consecutive, 178 gol, primo posto nella Liga, qualificazione agli ottavi di Champions e mondiale per club.

 

 Il segreto? «L’equilibrio. Non si può avere sempre la palla. E quando non la si ha occorre uno sforzo collettivo». Cristiano Ronaldo rincorre gli avversari, James Rodriguez canta e porta la croce in mezzo al campo, Bale fa il terzino. È questa la vittoria più bella di Ancelotti: aver fatto di undici fuoriclasse una squadra vera. «Potrei parlare di Sergio Ramos e di tanti altri ma preferisco parlare del collettivo». Tutti per uno e Carlo Magno a dare equilibrio a tutti.