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CHE PIANI HA GERRY CARDINALE PER IL MILAN? – LA RICETTA PER RISOLLEVARE LA SQUADRA: SPENDERE POCO E BENE (PIU' FACILE A DIRSI CHE A FARSI) – CONGEDATO MALDINI, LA STRATEGIA PER IL MERCATO SI BASERÀ SULL’ANALISI DELLE STATISTICHE DEI GIOCATORI: LA CONVINZIONE E' CHE DAI FREDDI NUMERI SI POSSA PREDIRE SE UN CALCIATORE SBOCCERÀ O MENO – IL PROGETTO DI TRASFORMARE IL MILAN IN UNA MEDIA COMPANY: PRIMO PASSO, LO STADIO DI PROPRIETÀ...
Estratto dell’articolo di A.Rav. per il “Corriere della Sera”
PAUL SINGER E GERRY CARDINALE E GORDON SINGER
«Si dice che per vincere bisogna spendere un sacco di soldi, ma perché? Io dico che bisogna essere più intelligenti degli altri e non buttare il denaro. Credo nel metodo Moneyball». Piaccia o non piaccia, questa è la precisa visione di Gerry Cardinale.
Poco italiana, molto americana. È stato chiaro fin dal giorno del suo insediamento alla guida del Milan, ormai un anno fa, il numero uno di RedBird: un modello gestionale vincente deve necessariamente coinvolgere ogni area, dal marketing alla comunicazione, fino al settore sport. Due parole chiave: sostenibilità dei conti e collegialità delle decisioni.
[…] Alla base di tutto ci sono i big data, vale a dire le statistiche, lo studio dei numeri, ma nella versione più moderna ed evoluta. Negli Stati Uniti ne sono convinti da tempo: i numeri possono dire se un atleta è forte e soprattutto se è adatto (o meno) a una squadra.
GERRY CARDINALE IN PIAZZA A FESTEGGIARE IL MILAN
Anche in Italia i club ormai si dotano tutti di data analyst, data scientist, performance analyst, figure che studiano i dati per prendere decisioni corrette in campo medico, nella preparazione atletica, nel marketing e ora sempre più anche nel calciomercato. […]
Cardinale ne è convinto: è la strada giusta anche per il suo Milan. Il primo a sapere che si tratta di un modello inedito nel nostro Paese è proprio Cardinale, il quale però è profondamente convinto di come la sua organizzazione manageriale possa essere trainante per tutto il sistema calcio italiano. Il business plan dell’uomo di Philadelphia è chiaro: trasformare il club in una media company.
Per lui i club sportivi sono «aziende di cultura»: devono occuparsi dei diritti tv, della vendita dei biglietti, di creare contenuti social, di seguire tutte quelle connessioni sport-moda-musica-intrattenimento che per i giovani sono naturali. Devono, ovviamente, avere anche uno stadio di proprietà.
Tornando al calciomercato, urgenza numero uno vista la necessità di rafforzare la rosa dopo i troppi alti e bassi di questa stagione […]
Ma sul tavolo ci sono diversi dossier aperti: il riscatto di Brahim Diaz dal Real Madrid, il rinnovo del portiere Maignan ormai corteggiato da mezza Europa, Premier League in testa, l’acquisto di un centravanti di prospettiva da affiancare a Giroud. Il nuovo Milan, quello che andrà in campo col pallone, va costruito adesso.
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