DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Francesco Persili per âDagospia'
Ritorno al futuro all'Old Trafford. Prima della partita Giggs aveva promesso di riportare âbel calcio' nel Teatro dei sogni' e di restituire ai tifosi il sorriso: è stato di parola, il soldato Ryan, as usual. Dopo l'esonero di Moyes e la settimana più difficile della sua storia recente, il Manchester United rifila quattro gol all'inconsistente Norwich.
Fellaini e Januzaj in tribuna, âGiggsy' si affida alla vecchia guardia e al 4-4-2, il marchio di fabbrica di un ventennio di successi. Quaranta minuti balbettanti, poi le doppiette di Rooney e Mata demoliscono i Canaries che riescono ad essere pericolosi solo dopo il poker servito dai mancuniani con una traversa di Olsson e un tiraccio di Elmander. Si rivedono, a tratti, gli attacchi a folate, le azioni âalla mano' stile rugby, trascurabili momenti di vecchio Man Utd che permettono al mago gallese, dopo la notte in bianco, di festeggiare il debutto sulla panchina dei Red Devils.
âRyan Giggs, the real Chosen One, âThe end of an error, the start of an era', The story continues'. Era iniziata in un tripudio di cartelli e striscioni che inneggiavano a Giggsy. Strette di mano, autografi, flash. La photo-opportunity di un'epoca che non passa più: il gallese, Scholes, Butt, e P.Neville. Tutti insieme, come 20 anni fa, gli eterni ragazzi di Sir Alex. Nessuna allucinazione: il mago gallese nelle vesti di player-manager ha voluto nel suo staff i vecchi compagni (mancava solo Beckham). Il ricorso alla mozione degli affetti. Qualcosa di più profondo. Un ritorno ad Itaca. «All'isola della sua vita», alla casa del padre Ferguson, al vecchio spirito dell'Old Trafford: corsa, agonismo, fiducia nei compagni, attaccamento alla maglia. La meglio retorica dei Red Devils? Al diavolo, la retorica.
Questa non è solo una storia di gol e tackle. à molto di più. Amicizia, passione, scherzi, bevute insieme, educazione sentimentale. à la storia della class of â92. La generazione di fenomeni cresciuti nel vivaio dei Red Devils che hanno aiutato Sir Alex a rendere lo United una squadra unica al mondo. Sono diventati uomini e calciatori all'ombra del manager scozzese. Lo vedete quello coi capelli rossi vicino a Giggs? à âScholesy', Ferguson lo chiamava bambino: a 13 anni era troppo piccolo secondo il manager scozzese per diventare calciatore, poi Sir Alex se ne è innamorato calcisticamente al punto da definirlo «il miglior centrocampista dai tempi di Bobby Charlton».
Aveva un joy-stick sul piede, era uno spettacolo a Carrington, alla fine dell'allenamento - racconta Fergie - quando da distanze siderali colpiva con la palla i suoi compagni di squadra: Gary Neville, soprattutto, e Butt, che certo non passava inosservato. Orecchie grandi e dentoni sporgenti, «assomigliava a un personaggio dei fumetti», ma lì nel mezzo non aveva paura di nulla. Adesso ha perso tutti i pochi capelli che aveva ma è rimasto un tipo da Manchester Utd. «Piedi per terra e spirito forte», come i fratelli Neville e quel prodigio di Giggsy, il centro emozionale della squadra che dopo 20 anni di alti, bassi, vittorie, sconfitte, continua a muoversi con innata eleganza anche dall'altra parte della linea bianca. Se Cantona, come disse George Best, ha dato al Manchester Utd un cervello, Giggs ha dato in tutti questi anni il cambio di passo, l'equilibrio (sarà lo yoga?) e l'esempio. Se lo guardi, ti viene voglia di muovere il culo e andare ad allenarti.
Per Ferguson quella banda di calciatori cresciuta al suo magistero ha sempre rappresentato un punto di riferimento. La speranza di un rinnovamento nella continuità alla maniera di Rummenigge e Hoeness, una vita al Bayern Monaco. Prima in campo e poi con altri ruoli nel club. Scrive Sir Alex nella sua biografia: « Giggs e Scholes hanno dentro lo spirito dello United. Sanno come funziona il club e conoscono lo standard qualitativo per continuare a far girare lo spettacolo. Sono stati grandi giocatori e hanno tutte le carte in regola per diventare allenatori». Più di un'investitura. Tanto è vero che Fergie oggi benedice il nuovo corso del Man Utd: «Giggs? E' l'uomo giusto, ha un'esperienza ventennale e sono veramente contento che sia affiancato da Scholes e Butt, grandi professionisti».
Mentre la stampa olandese dà per raggiunto l'accordo tra i Red Devils e Louis Van Gaal per la prossima stagione, c'è chi (ri)lancia la candidatura di Giggsy. Per Rooney ha tutte «le credenziali» per continuare anche l'anno prossimo il suo lavoro.
Sarà perché in Giggs chi gioca nel Manchester United rivede la filosofia del club e l'idea migliore del calciatore che vuole essere. Sarà perché l'orgoglio, l'emozione e la voglia di far sorridere i tifosi di quel gallese è rimasta la stessa da quando firmò il primo contratto per il Man Utd. Sarà per tutto questo che nel futuro, magari non immediato, dei Red Devils ci saranno ancora Giggsy e i vecchi ragazzi di Ferguson. La classe del '92 tornerà in paradiso. E tutto ciò che è stato, di nuovo, sarà .
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