DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
Il brivido lo ha aggiunto il Napoli. Fino al minuto 79 è stata imbarazzante la superiorità del Napoli. Tre a zero e un dominio assoluto. Poi, un improvviso black-out. Una fisiologica deconcentrazione che però la squadra di Spalletti ha rischiato di pagare a caro prezzo. Prima il 3-1 di Nestorovski: minuto 79. Poi, due minuti dopo, il primo errore del campionato del sudcoreano Kim che stranamente si è addormentato, si è lasciato portare via il pallone da Samardzic che con un bel sinistro ha trovato il palo lontano e ha battuto Meret. Da 3-0 a 3-2 in tre minuti.
E i 51mila del Maradona hanno smesso di cantare e hanno capito che cos’è la paura. Una lezione che farà bene al Napoli. Mai abbassare la guardia. Mai sottovalutare gli avversari, anche se sono stati dominati fino a un minuto prima. Per fortuna tutto è bene quel che finisce bene.
Il quarto d’ora finale rischia di oscurare quanto si è visto per più di un’ora. È stata disarmante la naturalezza con cui il Napoli ha dominato e travolto gli avversari. Quasi con nonchalance. Sembrava una di quelle scazzottate con Bud Spencer che, quasi infastidito, uno dopo l’altro mandava tutti gli avversari al tappeto.
Fatta eccezione per i dieci minuti finali, il Napoli ha dimostrato di aver raggiunto un livello di maturità da grande squadra. Ha interiorizzato i momenti della partita. È andato ben oltre il saper annusare. Sa sempre quando cambiare le marce. E ogni volta che scala per ripartire, fa male. Alla squadra di Spalletti sono bastate tre accelerazioni per segnare tre gol. Il resto è stata gestione, controllo, ordinaria amministrazione, e poi la confusione finale.
Gli avversari sono stati a lungo in soggezione. Hanno giocato sapendo di non poter mai rischiare. Al minimo errore, il Napoli ne ha approfittato, è ripartito in contropiede ed è andato in gol. Il 2-0 all’Udinese dopo 45 minuti è stata una straordinaria dimostrazione di superiorità, di quelle che incutono timore anche agli avversari che hanno guardato il match in tv. E probabilmente avranno spento la tv alla fine del primo tempo. Se avranno resistito, avranno preso coraggio solo nei minuti finali.
Se dobbiamo pescare l’azione da mettere in vetrina, la scelta ricade sull’azione che porta al 2-0. Il Napoli è andato in porta con quattro tocchi. Zielinski dalla propria tre quarti campo ha allargato per Osimhen che è partito in verticale sapendo che avrebbe servito di tacco Lozano che lo stava seguendo nel corridoio. Il messicano ha controllato, nel frattempo Zielinski è avanzato nel suo coast to coast. Il polacco viene servito sui piedi, ha controllato al limite dell’area, si è portato il pallone sul destro e ha segnato sul secondo palo. Le facce dei calciatori dell’Udinese sono smarrite. Impotenti. Non sanno come arginare il Napoli.
Nella ripresa il Napoli ha concesso il bis. Sempre in ripartenza. Stavolta i tocchi sono tre. Lobotka per Anguissa che ha visto Elmas a sinistra. Il nord macedone è entrato in area, si è bevuto l’avversario diretto con una finta all’interno, si è sistemato dolcemente il pallone e poi ha battuto Silvestri sul primo palo.
Osimhen merita un capitolo a parte. E non solo per il gol dell’1-0: colpo di testa su cross di Elmas. Osimhen è un calciatore trasformato. È stato evidente sin dal suo rientro dopo l’infortunio muscolare col Liverpool. Si muove da leader. Si relazione con i compagni da leader. È sempre attento a distribuire elogi, a riconoscere l’ottimo lavoro svolto dagli altri. È una presenza costante nel cuore della squadra. È evidente il lavoro svolto da Spalletti, lavoro che va ben oltre l’ambito calcistico. Una menzione la merita anche Lobotka che soprattutto in apertura di partita intercetta recupera un paio di palloni insidiosi giocati in attacco dai friulani. L’azione del gol di Elmas è da circoletto rosso.
Sembrerà assurdo ma l’Udinese di Sottil non ha per nulla demeritato. Ha sempre provato a giocare. Fino alla fine, come dimostrano i due gol. L’Udinese ha anche dovuto rinunciare quasi subito a Deulofeu uscito per infortunio. Ha calciatori interessanti: da Beto a Lovric, da Arslan a Success. Ma oggi c’era poco da fare.
Il Napoli va alla sosta Mondiale con 41 punti conquistati in 15 partite. Una media mostruosa. Undici vittorie consecutive. L’ultimo pareggio alla quarta giornata, contro il Lecce in casa. Da allora, solo successi. Ha il miglior attacco del campionato. Ha il capocannoniere: Osimhen con 8 gol.
Il Napoli oggi ha giocato senza Kvaratskhelia fuori per la terza partita consecutiva. Senza Raspadori e Simeone, entrambi in panchina. E, non dimentichiamolo, senza Rrahmani che si infortunò a Cremona. Il Napoli sta ammazzando il campionato. Un esempio unico in Europa. Neanche Bayern e Psg hanno un tale vantaggio sulle seconde. Vantaggio che adesso sale a undici punti, in attesa che domani giochino Milan-Fiorentina e Juventus-Lazio.
Al momento, nonostante l’ultimo quarto d’ora, ipotizzare il calo del Napoli è materia da seduta spiritica. Siamo nel campo del paranormale. Più che il Mondiale, servirebbe una sosta di dieci anni. La verità di oggi è che solo il Napoli può far male al Napoli.
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