mabel bocchi

LA RIVOLUZIONE SUL PARQUET - LA STORIA DELLA “DIVINA” MABEL BOCCHI, SCOMPARSA A 72 ANNI, VA OLTRE IL BASKET - PIONIERA DELLA PARITÀ DI GENERE, RIFIUTO’ LA COPERTINA DI PLAYBOY, VINSE INSIEME AD ALCUNE COMPAGNE LA BATTAGLIA SULL’ABBIGLIAMENTO DI GIOCO, CON IL PASSAGGIO AI PANTALONCINI DOPO AVER RIFIUTATO I CLASSICI SLIP DI ALLORA – I TANTI TROFEI, TRA CUI IL PRIMO TITOLO CONTINENTALE FEMMINILE PER UNA SQUADRA ITALIANA DI QUALSIASI DISCIPLINA, CHE L’HANNO RESA LA MIGLIOR GIOCATRICE AZZURRA DI PALLACANESTRO DI TUTTI I TEMPI...

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Marco A. Munno per editorialedomani.it - Estratti

 

 

Era chiamata “La Divina”, e difficilmente soprannome fu più azzeccato.

 

mabel bocchi

Perché Mabel Bocchi non si è solamente limitata a essere con ogni probabilità la miglior giocatrice italiana di pallacanestro di tutti i tempi, campionessa d’Europa e medagliata con la Nazionale per due prime volte nel movimento cestistico femminile da assoluta protagonista.

 

(...)

 

 

Pioniera della parità di genere

Basti prendere la storica battaglia vinta insieme ad alcune compagne per quanto riguardava l’abbigliamento di gioco, con il passaggio ai pantaloncini dopo aver rifiutato i classici slip di allora, ritenuti molto meno dignitosi per le atlete che volevano solo essere considerate per quanto espresso dal punto di vista sportivo.

 

 

Dall’emancipazione sempre rivendicata, sapeva di essere in grado di poter fare la differenza, superando i pregiudizi legati all’avvenenza delle atlete: brava e bella, tanto da suscitare l’interesse di Playboy per un servizio, che rifiutò senza rimpianti.

 

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Ribelle, così come i capelli dei quali cambiava taglio e colore spesso, così come spesso si trovava a dominare sui campi, da predestinata: prima della pallacanestro si cimentò nell’atletica, precisamente nel salto in alto, piazzando a 14 anni il record italiano di categoria, pur senza una preparazione specifica e con una tecnica non esteticamente impeccabile.

 

 

I numeri sul parquet

Poi arrivò la pallacanestro, con gli inizi ad Avellino e subito una promozione in Serie A, nel 1968. Da lì il passaggio alla GEAS di Sesto San Giovanni, che con la sua presenza fondamentale iniziò un ciclo dalle grandissime soddisfazioni: dal 1969 al 1978 arrivò la conquista di 8 scudetti in 9 anni.

 

Protagonista non solo nel club, ma anche in Nazionale: con l’Italia giocò in tre edizioni dell’Europeo, suggellando un periodo particolarmente di successo sportivo per il basket femminile con la prima medaglia conquistata dalle donne dell’Italbasket, il bronzo nel 1974, seguito da un quarto posto Mondiale, in Colombia, dove Mabel fu miglior realizzatrice e MVP,

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centro di 186 centimetri che non si sottraeva alle lotte sotto canestro con avversarie spesso anche fisicamente più imponenti, come l’amica (con cui parlava in latino) Uliana Semionova, riferimento nel pitturato della Russia con i suoi 2 metri e 13 centimetri d’altezza, che in occasione della finale per il terzo e quarto posto (dove le russe erano favoritissime e rispettarono i pronostici) evitò di tirare troppo per permetterle di conquistare l’importante onorificenza individuale.

 

 

 

Il primo titolo continentale femminile

Simbolicamente, non poteva che essere lei la capitana della squadra che in bacheca mise, nel 1978, la Coppa dei Campioni, che risultò il primo titolo continentale femminile da parte di una squadra italiana di qualsiasi disciplina sportiva. Un trionfo che le diede modo di diventare la voce, al fianco di altre giocatrici a livello internazionale, delle denunce di disparità rispetto ai colleghi maschi riguardo al trattamento economico e alle restrizioni all'accesso alle terapie mediche.

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Non rinunciando a quella parte di sé che, anche all’apice di un successo che proseguì al termine della carriera sportiva anche con le presenze come conduttrice alla Domenica Sportiva in tv negli anni ‘80 e attrice nel film “Lui è peggio di me”, con Renato Pozzetto e Adriano Celentano (oltre alla collaborazioni con La Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera), la portava a non allinearsi.

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