RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
? Así ha sido el primer gol del ex azulgrana Carles Pérez con la elástica de la @OfficialASRoma. El conjunto italiano venció al Gent en los 1/16 de la @EuropaLeague (1-0).pic.twitter.com/wBKDnjtUWh
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"Sono contento del risultato, non certo della prestazione. Ma oggi l'importante era vincere e non prendere gol, comunque i miei hanno lottato". Così l'allenatore della Roma Paulo Fonseca, intervistato da Sky dopo la partita con il Gent.
"Non dobbiamo rischiare tanto in questo momento - aggiunge - e la migliore difesa è tenere spesso la palla, ma per fare questo tipo di partita dobbiamo avere giocatori con fiducia, e in questo momento non è così. Io voglio la palla anche per cercare soluzioni offensive, però oggi la squadra ha preferito non rischiare molto, ha optato per le soluzioni sicure.
Le linee di passaggio non sono le stesse di un mese fa". Un giudizio su Carles Pérez: "Non è un vero goleador, ma può farne molti. Oggi ha fatto una buona partita e ha sempre avuto voglia di prendere l'iniziativa. È un ragazzo con qualità e che può aiutare la squadra. Un grazie ai tifosi che oggi hanno capito il momento difficile e ci hanno sempre appoggiato - aggiunge -.
I fischi a Pellegrini? Per noi è importante, e se ha un momento difficile va appoggiato. Se c'è uno dei miei che ama la Roma come nessuno quello è Pellegrini, sente più che gli altri certe responsabilità, e ha fatto molto per la Roma in questa stagione".
LA CURA ANCORA NON SI VEDE
Alessandro Barbano per corrieredellosport.it
Mi serve l’esperienza, aveva detto Fonseca dopo la sconfitta in casa col Bologna, bocciando implicitamente i tre giovani di belle speranze compratigli a gennaio. Con una cospicua dose di buona sorte è tornato alla vittoria, e lo ha fatto contro l’esperienza, dimostrando che, di tutti i bugiardi, gli allenatori sono i più radicali, perché i più esposti alla paura, che li fa mentire prima a se stessi.
Però con il Gent il portoghese la paura l’ha sfidata. Non solo perché ha scommesso sul ventenne Carles Perez, talento del calcio catalano che, per tecnica individuale, caparbietà e tempismo sul gol della vittoria, non ha fatto rimpiangere Ünder. Ma soprattutto perché, dopo aver affrontato l’Atalanta incappottato in una rigida difesa a cinque, è tornato ad alzare il baricentro del gioco accorciando le distanze tra i reparti. E osando di più. Quella contro i belgi è perciò una vittoria del coraggio e della scienza, che da sempre prediligono l’ignoto all’usato sicuro.
Questo non vuol dire che la Roma s’è svegliata. Perché i difetti che le sono costati gli ultimi tre tonfi in campionato hanno fatto drizzare anche ieri i già ispidi capelli di Fonseca. Primo su tutti un’improntitudine difensiva che, per buona parte del secondo tempo, è parsa autentico panico, con movimenti irrazionali verso la palla dei centrali, che scoprivano al pur modesto Gent preziosi corridoi. Più volte si è visto Fazio farsi saltare come un birillo o indietreggiare smarrito di fronte alla non irresistibile pressione degli attaccanti avversari. E non basterebbe un pallottoliere per contare le palle perse in uscita dai giallorossi.
Ma è a centrocampo che la Roma ha mostrato ancora tutta la sua attuale fragilità. Qui si porta troppo palla individualmente, rinunciando a giocare di prima e a ripartire in velocità. In questo pessimo vizio Perotti è stato impareggiabile. Così si è vanificata la possibilità di governare il vantaggio con equilibrio tattico e autorevolezza, esponendosi più volte al contropiede. Anche Pellegrini è parso l’ombra dell’ispiratore e del leader che pure, nella prima parte del campionato, aveva preso più volte la squadra sulle spalle e l’aveva portata alla vittoria.
L’uno a zero perciò è in parte figlio della modestia degli avversari, che pure erano imbattuti in Europa League nella fase a gironi e secondi in campionato, dove non perdevano da due mesi. Ma che hanno sprecato occasioni clamorose, graziando la retroguardia giallorossa. C’è molto da fare nello spogliatoio di Fonseca. Ma, a parziale consolazione, da ieri la fantasia di un ventenne allevia la nostalgia di Zaniolo.
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