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ROSSI-LORENZO: VOLATONA MONDIALE - VALENTINO SCENDE A +11: “CHE STRESS! E’ IL MIO CAMPIONATO PIU’ DURO, IN MALAYSIA GARA CRUCIALE” - IANNONE TERZO DOPO AVER CENTRATO UN GABBIANO: “VOLEVA BACIARMI MA NON POTEVA ASPETTARE IL TERMINE DELLA GARA?”

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1. VALENTINO,SETTE PUNTI IN MENO “UNO STRESS LUNGO 8 MESI, BASTERÀ?”

Massimo Calandri per “la Repubblica”

 

«Questa storia va avanti da 8 mesi. Succede tutte le mattine. Mi sveglio, il primo pensiero è sempre lo stesso: un piccolo numero. Quel piccolo numero. I punti del mio vantaggio in classifica». Ora sono scesi a 11, Valentino. «È stressante».

 

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Le labbra in una strana smorfia sottile, gli occhi sgranati e poi la mano passata sul volto stanco, come per togliersi una maschera di inquietudine. Forse di paura. Se dopo essersi sfilato il casco nel box Yamaha si fosse guardato allo specchio, domenica, avrebbe faticato a riconoscersi.

 

Dove è finito il Rossi solare e spensierato, il talento sorridente, il ragazzo fortunato che gli hanno regalato un sogno? Inspira profondamente, per ritrovare l’equilibrio e una battuta: «Meglio così, solo in testa, che indietro». Appunto. Sono 8 mesi che è in testa: la prima mattina fu il 30 marzo, si svegliò in un albergo di Doha dopo la splendida vittoria nella notte del deserto. Mancano due gare al termine: l’ultima a Valencia, l’8 novembre. Ancora 21 giorni e mattine. Pensieri, numeri.

 

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Ma domenica prossima in Malesia il pesarese potrebbe finalmente trovare un po’ di sollievo. Perché Sepang è la sua pista, ci si trova ad occhi chiusi: se riuscisse a tagliare il traguardo davanti a Lorenzo – non c’è neppure bisogno di vincerlo, il gran premio – potrebbe aumentare il distacco e mettere una chiarissima ipoteca su quel decimo, incredibile titolo.

 

«Dicevano che anche questa australiana fosse una pista di Vale ». Quando chiedono al maiorchino se pure lui senta la pressione, gli luccicano gli occhi da gatto: «Io oggi sono un uomo felice », graffia Lorenzo. Felice, ma condannato a chiudere primo. «Non sono mai stato così in forma. La M1 va forte. E il percorso malese piace molto pure a me. Non voglio fare calcoli, non mi interessano i numeri: piccoli o grandi. Mi interessa solo essere il più veloce».

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A Phillip Island lo è stato fino all’ultimo giro. Prima che un altro spagnolo, Marquez, gli togliesse da sotto il naso una vittoria che sarebbe stata pesantissima. «Ci sono rimasto male. Però contemporaneamente un italiano, Iannone, ne ha superato un altro: Rossi. Su di lui avrei potuto guadagnare 12 punti, ma anche appena 4: diciamo che mi accontento di 7, e – giuro - sono più di quello che speravo».

 

Messa così, l’inerzia sembra dalla sua parte. Però il tesoretto del pesarese è ancora sostanzioso, e poi Valentino in 20 anni di carriera ha già vissuto e superato situazioni così drammatiche. O no? «Veramente questo è il campionato più difficile di tutta la mia vita», confessa il Dottore. «Per qualità degli avversari e delle moto». La gara d’Australia è stata esemplare.

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Una delle più belle e avventurose degli ultimi 10 anni. Quattro piloti che si sono intrecciati in decine di sorpassi a un millimetro l’uno dall’altro e a velocità pazzesche – la Ducati ha sfiorato i 350 kmh su quel rettilineo che pare gettarsi nel Pacifico – con emozioni fino all’ultimo metro. «Sono orgoglioso di aver partecipato ad una battaglia del genere», dice il pesarese. «Però mi girano le scatole di brutto: perché ho perso 7 punti da Jorge, e perché avevo il potenziale per stare davanti». Colpa mia e del team, ammette. «Durante le prove abbiamo perso tempo per trovare il giusto assetto».

 

Pare che sabato notte abbiano quasi fatto l’alba in officina, col capomeccanico Galbusera e il telemetrista Flamigni. Domenica la moto era a posto, competitiva. «Sì, però sono partito dalla terza fila. Ho perso tempo nel recuperare». Poi è arrivato il duello, perduto, con Iannone (terzo). «È stato bravo, veloce. È l’uomo del giorno».

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Le Yamaha perdevano di brutto dalla Rossa sul rettilineo, ma anche dalla Honda. «È un problema. Per me doppio, perché Lorenzo è più piccolo e leggero di me e quindi limita i danni. Ma il punto è un altro: devo essere competitivo dal venerdì». Sepang, vivere o morire. «Una gara cruciale». Ti basta finirgli davanti, Valentino. «No. Mi basta finirgli davanti a Valencia. Il resto sono solo numeri. E pensieri».

 

2. IANNONE IL TRADITORE: JORGE, FAVORE RESTITUITO

M.Cal. per “la Repubblica”

 

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«Dopo le quali glielo avevo promesso, a Lorenzo: non ti arrabbiare se ho sfruttato la tua scia per fare un buon tempo, prima o poi ti restituisco il favore. Adesso credo sia soddisfatto: pace fatta, Jorge?». Andrea Iannone è l’”uomo del giorno”, come dice Valentino. Ad un certo punto ne ha infilati due in un colpo solo (Marquez, Rossi), e all’ultimo giro ha passato il Dottore, regalando punti preziosi al suo rivale.

 

Rossi battuto in un testa a testa. Da un italiano.

«Una delle migliori gare della mia vita. Anche in Moto2 ho fatto dei gran sorpassi: chiedete un po’ a Marquez».

 

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Sì, però mettere nei guai proprio Valentino..

«È un amico. Ma io corro sempre per stare davanti. E sono pronto ad un’altra sfida a Sepang, dove la Ducati va forte».

Quando apre il gas la Rossa fa paura: 350 kmh sul dritto.

«Siamo cresciuti insieme, durante l’anno, ma ogni domenica succedeva qualcosa. In Australia – finalmente! - è andato tutto alla perfezione. Ed è solo l’inizio».

 

Dicevano che fosse solo un talentuoso lottatore. Invece è 4° in classifica con tre podi. Costante, concreto.

«Ho sempre pensato di essere un buon pilota. Umile, disposto a mettersi in discussione. Senza perdere la voglia di vincere. Il cuore qui l’ho messo nel serbatoio, e me lo sono ripreso dopo il traguardo. Con un rimorso».

Quale?

«Mi dispiace per quella gabbianella che mi è volata contro al secondo giro: mi ha rotto il cupolino ed è finita contro il casco, poverina. Forse voleva baciarmi, ma non poteva aspettare il termine della gara?». 

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