DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - IL MIRACOLO DEL C.T.: HA TRASFORMATO UN CALCIO VETUSTO IN PURA TECNOLOGIA
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Sono successe le cose migliori per noi, ma non sono successe a caso. L'Italia è una squadra vera, sapremo poi di che livello, ma è raro vedere nel calcio qualcosa di così gestito, quasi telecomandato. Non c' è un movimento improvviso, non c' è un istinto, solo cose provate. Il numero dieci che manca è il senso d' insieme della squadra. Siamo senza scoperte, nessuno ha stupito, abbiamo semplicemente fatto vedere come si gioca a calcio pesando l'uno sull'altro.
Non so dove ci porterà questa costruzione di grande fatica che trasforma forse per la prima volta uomini normali in una sola macchina. L'abbiamo tentato sempre, ma per paradosso avevamo giocatori troppo importanti per distribuire equamente le responsabilità tecniche. Stavolta è come se tutti avessero rinunciato a qualcosa capendo di non poter dare di più. Sono onestamente sorpreso dall' organizzazione umile vista contro il Belgio. Ricordo poche altre volte in cui un allenatore ha pesato così tanto su una squadra.
Nel giro dell' Europeo nemmeno la Germania ha fatto meglio, è stata più leggera e più tecnica, ma molto frivola. L'Italia gioca pensando, un calcio dove si vede quasi soltanto intelligenza, cosa rarissima e sottovalutata nel pallone. Il Belgio ha giocato per un tempo come ci facesse un piacere. Era lento e infastidito dalla prontezza italiana. Poi ha attaccato e si è scoperto. Una partita logica dove però la logica è stata inventata a tavolino.
A questo livello di serietà ho visto per ora soltanto la Croazia. Dove si possa arrivare è una domanda giusta ma un po' di provincia. Abbiamo una squadra, è allenata benissimo, ha dentro quasi undici gregari che sentono odore di maglia rosa. Basta questo. È un calcio nuovo, una semplicità astuta portata alle grandi conseguenze.
Bonucci che fa il Pirlo, Giaccherini che sbatte contro gli armadi ma va dovunque, Parolo che si prende un'ombra di Tardelli e molte altre cose ancora. Ma soprattutto il calcio vetusto dell'Italia che si trasforma in tecnologia. Conte ha fatto davvero un po' di storia, al di là del risultato. Il suo tipo di modernità, da un punto di vista tattico, non ha meno valore di quella di Guardiola. È solo più nascosta.
2 - POVERI DI TECNICA MA RICCHI DI TUTTO IL RESTO
Gianni Mura per “la Repubblica”
Poveri, gli azzurri, di tecnica, ma non di tutto il resto, di tutto quello che serve a rifilare al Belgio un 2-0 sofferto quanto giusto. L’Italia parte bene, è suo il risultato più rotondo, alla pari con la Germania. Ma la Germania non giocava contro i secondi al mondo, anche se ieri questa forza non s’è vista molto.
Vero che l’Italia ha saputo colpire con una combinazione rapidissima: lancio lungo, perfetto, di Bonucci, che altri ne ha fatti ed è stato il vero regista in campo, e gol di Giaccherini, fin lì troppo timido, e peggio di lui Darmian, pur sul lato più debole della difesa belga.
Con tutti i dribbling, le finte, il rimescolio dei suoi forse troppo celebrati trequartisti, Wilmots ha costruito solo due occasioni da gol, tutte e due grazie al contropiede. Senza un regista di mestiere, ma lunga vita a Bonucci, l’Italia ne ha costruite più del doppio, non concretizzate per le grandi parate di Courtois e per gli errori di mira (Pellè, che s’è tolto la fame nei minuti di recupero).
Conte ha azzeccato la formazione, Wilmots no, e nemmeno ha saputo raddrizzare la barca coi cambi: Mertens e Ferreira Carrasco hanno portato più velocità, ma senza grossi pericoli per Buffon.
In serata nerissima De Bruyne e Fellaini, truccato da Valderrama, a fasi alterne Hazard. Perfino Nainggolan, partito bene impegnando Buffon e poi spento, non è il lottatore che abbiamo spesso visto nella Roma. Penso che il Belgio abbia steccato per eccesso di sicurezza, perché tanto prima o poi il gol sarebbe arrivato. E invece no.
Partita tirata, anche se l’1-1 tra irlandesi e svedesi aveva tolto un po’ di pepe alla sfida. Volteggiare al trapezio avendo sotto una bella rete di sicurezza dà più tranquillità. Come squadra l’Italia ce l’ha proprio messa tutta, dimostrando di saper soffrire. Ha sofferto Barzagli, obbligato a fare il terzino, più ancora ha sofferto Darmian, che dopo un errore grave (poteva portare al pareggio Lukaku) Conte ha sostituito, ha giocato solo in copertura De Rossi.
Ma i centrocampisti, più Giaccherini di Parolo, hanno sempre cercato il taglio in area, e Candreva s’è sfinito nel doppio lavoro, e Pellé-Eder hanno giocato più di sponda per gli altri che per sé. Il risultato migliorerà molte cose, a partire dall’autostima. Occhio però alle ammonizioni: già quattro, e alla seconda è squalifica. Tutte prese per frenare il contropiede belga, innescato da errori nostri, ma non è il caso di spaccare il capello in quattro dopo un 2-0 al Belgio, che avrà pure tanta tecnica, ma gli manca tutto il resto, o almeno gli è mancato ieri a Lione.
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