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"LA FRANCIA HA SUBITO SEI GOL IN QUATTRO PARTITE, HA CAMPIONI MA NON EQUILIBRIO" - SCONCERTI SEPPELLISCE I "BLUES": "È IN DIFFICOLTÀ MBAPPÉ PERCHÉ È IL TERMINALE DI UN CENTROCAMPO LENTO, MOLTO VOGLIOSO DI SÉ. NESSUNO HA LA QUALITÀ DI POGBA PIÙ RABIOT, PIÙ KANTÉ PIÙ GRIEZMANN, MA UNO RALLENTA L'ALTRO, SONO TUTTI NUMERI DIECI - C'È NELLA FRANCIA UNA CONFUSIONE DI LINGUE TECNICHE COME FOSSE UNA GRANDE BABELE. È UNA NAZIONALE ESTIRPATA DAL PROPRIO TERRITORIO, SOLO CINQUE NAZIONALI FRANCESI GIOCANO NEL LORO CAMPIONATO…"
Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"
La Francia lascia l'Europeo scrivendo sul campo messaggi importanti. Il primo è che la confusione è sempre stata evidente. Ha subito sei gol in quattro partite, ha campioni ma non equilibrio. Quando mette insieme triangoli veloci è inarrestabile, ma le capita due volte a partita. È in difficoltà Mbappé perché è il terminale di un centrocampo lento, molto voglioso di sé. Nessuno ha la qualità di Pogba più Rabiot, più Kanté più Griezmann, ma uno rallenta l'altro, sono tutti numeri dieci che hanno un bisogno esistenziale di mettere la firma su ogni passaggio. Non conoscono banalità, mentre a volte servono.
Credo sia anche un Europeo inadatto alla Francia perché è un torneo di tutti. Non serve saper giocare benissimo a calcio, serve più conoscerlo, saperlo interpretare. Xhaka è inferiore a Kanté, ma fa girare comunque bene la sua squadra. C'è nella Francia una confusione di lingue tecniche come fosse una grande Babele. È una nazionale estirpata dal proprio territorio, solo cinque nazionali francesi giocano nel loro campionato, quattro sono riserve. Sette giocano in Inghilterra, sette in Spagna, cinque in Germania, due in Italia.
Sono chiavi lessicali diverse, molto lontane. O si mettono insieme da sole, spontaneamente, o non ci riusciranno mai. La mescolanza è necessaria ma ad altissimi livelli diventa a volte superbia e butta via il vantaggio.
Deschamps farà poi storia con l'invenzione di Rabiot terzino ma nessuno ha capito bene se abbia avuto ragione o sia stato soltanto complice dell' andamento folle. Quello che resta nella tasca di tutti è questo sguardo umile, spettacolare e povero del grande calcio di oggi, così sfinito dalla doccia di partite e ormai diviso dalle nazionali.
I grandi club sono molto più avanti perché riassumono il meglio di tutto. Scelgono dovunque. Le nazionali spartiscono, raccolgono dove possono, non hanno vere idee di gioco, vivono di impressioni. Questo vuol dire che oggi e qui può vincere chiunque, a maggior ragione l'Italia che viene intera dalla stessa strada e rappresenta solo se stessa.
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