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VIDEO – SCRITTE ANTISEMITE SULLA VAGINA DI KAPOOR
Un episodio che conferma un vago timore. La Francia sembra essere in preda a un’ondata di “fascismo culturale”. Gli atti vandalici (per la seconda volta) all’installazione di Anish Kapoor davanti alla Reggia di Versailles, sono iscrizioni oscene che sembrano fornirne una prova schiacciante.
L’opera d’arte contemporanea, intitolata ufficialmente “Dirty Corner” e soprannominata la “vagina della regina”, era già stata imbrattata lo scorso giugno, e poi ripulita. Questo fine settimana però la scultura è stata ricoperta da slogan antisemiti. L’artista Anish Kapoor, famoso scultore britannico, ebreo, nato in India nel 1954 e che da anni vive a Londra, ha per ora deciso di non rimuovere le scritte, che dovranno rimanere come testimonianza indelebile dell’odio: “Sono convinto che non vada cancellato nessuno di questi insulti. Ora queste parole infamanti sono parte della mia opera, la superano, la stigmatizzano in nome dei nostri principi universali. D’ora in poi, sfido i musei del mondo a mostrarla così com’è, portatrice dell’odio che ha attirato. Questa è la sfida dell’arte”.
la vagina della regina anish kapoor
Gli autori dello sfregio potranno appartenere a una minoranza in un paese che attribuisce un grande valore all’espressione culturale e artistica, come esemplificato dall’”eccezione culturale” francese (che protegge la cultura dal rischio di convergere in un modello unico). Ma non restano tuttavia casi isolati.
Tra gli episodi più lampanti, lo scorso ottobre alcuni vandali sgonfiarono la grossa scultura a forma di sex toy di Paul McCarthy a Place Vendôme, l’epicentro del lusso parigino. L'opera danneggiata fu rimossa.
Ma il vandalismo riecheggia soprattutto negli attacchi alle colonne a strisce in bianco e nero di Daniel Buren, Les Deux Plateaux, un’opera controversa installata presso il il Palais Royal, nel 1985. Da allora sono diventate parte del paesaggio culturale di Parigi, ma quando furono installate, comparvero attorno al sito slogan antisemiti tra cui "Via le colonne degli ebrei". In seguito il ministro della cultura del partito socialista, Jack Lang, fu accusato di sostenere l’"arte ebraica".
Fabrice Bousteau, editore della rivista “Beaux Arts” e curatore di mostre d'arte contemporanea, ha affermato che ogni episodio di vandalismo verso un'opera contemporanea potrebbe essere ricondotto agli slanci di partecipazione e di sostegno al Fronte Nazionale (FN), il partito di estrema destra francese. "Abbiamo assistito a questo tipo di vandalismo alla fine degli anni '80, con le colonne di Daniel Buren al Palais Royal. Anche queste finirono vittime di scritte antisemite. Buren era scioccato, diceva che era la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, che aveva visto tale tipo di iscrizioni", racconta Bousteau al “Guardian”.
"C'è una fazione minore nella popolazione francese che si definisce fascista nei confronti della cultura contemporanea e la ritiene “arte degenerata”. La maggior parte dei francesi rispetta tutte le forme di arte d’oggi, ma esiste una minoranza che le vedono come espressione della degenerazione francese.
"Anish Kapoor ha dichiarato di voler mantenere le scritte, e dato che il suo lavoro è una dichiarazione sociologica, fa bene a farlo."
Bousteau ha aggiunto: “Il Palais Royal, Place Vendôme, il Castello di Versailles: sono luoghi simbolici della repubblica francese. I vandali rifiutano l'arte contemporanea, la vedono come una perdita di valori. Ascoltando le parole in merito del FN ti rendi conto che la sua prospettiva riguardo i centri culturali si limita alla conservazione del patrimonio”.
"E ogni volta il vandalismo si scaglia contro un'opera contemporanea in un luogo simbolico aperto al pubblico. Non succede mai in un museo."
La gigante scultura di Kapoor a Versailles, rappresenta un imbuto di acciaio lungo circa sessanta metri, che si affaccia direttamente sul palazzo, preceduto da un’apertura alta dieci metri. Inaugurato nel mese di giugno, fu subito imbrattato di vernice gialla e in seguito ripulito.
Il presidente francese François Hollande ha condannato gli atti vandalici e gli slogan antisemiti sulla scultura. Il ministro della cultura Fleur Pellerin ha dichiarato di essere "arrabbiata e sconvolta": “Questo atto nauseante costituisce un ulteriore passo verso l’oscurantismo. L'arte può stimolare il dibattito, ma non deve mai essere oggetto di distruzione".
Bousteau ha aggiunto: "Quello che è ancora più ripugnante di questo atto di vandalismo è che quando fu costruita, la reggia di Versailles, era un esperimento contemporaneo."
"Sono molto felice della reazione del governo. Come ha detto il ministro si tratta di fascismo culturale, ed ha ragione. L’episodio si lega con le immagini che abbiamo visto di recente della distruzione del patrimonio di Daesch in Siria. È una guerra di immagini".
Nel mese di giugno, il magazine “Inrocks” ha scritto: "Questi attacchi non hanno nulla a che vedere con le divergenze estetiche. Fanno parte di una lunga strategia politica dall'estrema destra in Francia. Per molto tempo, il Fronte Nazionale e i suoi satelliti (le associazioni familiari, il giornale “Minute”, vari siti web...) hanno fatto dell’arte contemporanea il loro obiettivo prescelto. Questa strategia è ampia e variegata e utilizza una vasta gamma di azioni: denunce e azioni legali, proteste pubbliche, diatribe, caricature e, infine, atti di vandalismo ".
Catherine Pégard, presidente della Reggia di Versailles, si è detta "scandalizzata" verso chi ha cancellato un’opera d'arte di un grande artista internazionale con "i riferimenti più abominevoli".
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