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"DUE SCUDETTI IN 3 ANNI SONO LA CERTIFICAZIONE DI UN LAVORO, DI UNA PASSIONE, DI UNA TENACIA SENZA PARI" - IL PRODIGIO DI AURELIO DE LAURENTIIS, GRANDE ARTEFICE DELLA NUOVA ERA DEL NAPOLI: "IL FUTURO DI CONTE? DIPENDE DA LUI, NON E' QUESTIONE DI CONTRATTI" - IL TECNICO PUGLIESE: "LO SCUDETTO PIU' INASPETTATO E DIFFICILE. IO E DE LAURENTIIS SIAMO DUE VINCENTI ANCHE SE IN MANIERA DIVERSA" - L’ICONA DEL TRIONFO È SCOTT MCTOMINAY, MIGLIOR GIOCATORE DEL CAMPIONATO COME KVARA DUE ANNI FA - VIDEO
"È successo di nuovo" ?
— DAZN Italia (@DAZN_IT) May 23, 2025
Conte è ancora CAMPIONE D'ITALIA ???#NapoliCagliari #SerieAEnilive #DAZN pic.twitter.com/Dbgtv5mb61
De Laurentiis su X: "Un’emozione smisurata e selvaggia. Due Scudetti in tre anni sono la certificazione di un lavoro, di una passione, di una tenacia senza pari!
Conte a Dazn: "Lo scudetto più inaspettato e difficile. Il futuro? Adesso ci stiamo godendo tutto, ho un ottimo rapporto con De Laurentiis e la sua famiglia. Ci siamo conosciuti in questa stagione, ora stiamo festeggiando insieme. Posso dire che siamo due vincenti, anche se in maniera diversa".
Pasquale Salvione per corrieredellosport.it - Estratti
Il traguardo di De Laurentiis
de laurentiis conte napoli cagliari
Il tricolore è la consacrazione di De Laurentiis, il grande artefice della nuova era azzurra. Il presidente che da oggi potrà dire con orgoglio di aver eguagliato gli scudetti dell’ingegnere Ferlaino, anche senza avere Maradona. Per completare l’opera gli manca solo un trionfo europeo, ma c’è tempo. E soprattutto c’è voglia di crescere ancora, c’è ambizione, c’è lungimiranza. ADL è stato sempre un visionario, un imprenditore stratega.
La sua gestione ha portato il Napoli ad essere uno dei club più solidi del panorama internazionale, una medaglia da mettere al petto nell’era del dominio dei fondi. Ha vinto fuori e alla fine ha avuto ragione anche in campo. Ha avuto il grande merito di ammettere i tanti errori fatti dopo l’orribile stagione scorsa, ha azzerato tutto ed è ripartito. Ha scelto il timoniere giusto e ha fatto un passo indietro, poche parole ma tanti fatti. Come un grande dirigente è chiamato a fare. Il risultato è stato eccezionale.
Il miracolo di Conte
Soprattutto perché a guidare la squadra ha scelto il migliore. L’allenatore che ha fatto il più grande capolavoro della sua carriera. Quello che è riuscito a far trionfare una squadra che non era sicuramente la più forte di tutte. Antonio Conte ha vinto lo scudetto della sua personalissima stella, dieci tricolori da giocatore e allenatore. Il sesto trionfo in panchina (compreso uno in Premier), probabilmente il più eccitante. Costruito prendendo una squadra alla deriva, svuotata, che aveva perso la bussola e ogni tipo di orientamento.
E soprattutto i due suoi assi: in estate Osimhen, a metà stagione Kvara. Un doppio colpo che poteva mandare al tappeto tutti, non certamente lui. Uno che nelle difficoltà si esalta, uno che quando prende un cazzotto diventa un leone. Ha macinato chilometri e superato gli ostacoli, ha avuto tanti problemi e li ha sempre risolti. È partito con un’idea di squadra, poi l’ha cambiata. Ha smontato e rimontato i pezzi, ha alternato sistemi di gioco, ha trovato sempre la soluzione giusta. Allenamenti duri, estenuanti, ma poi un’altra cilindrata in campo. Come nella sua migliore tradizione. Con lui i giocatori hanno volato, hanno fatto un miracolo. Il miracolo di Sant’Antonio.
McNapoli
Specialmente uno, quello destinato a diventare l’icona del trionfo. Scott McTominay, miglior giocatore del campionato come Kvara due anni fa. Un altro segnale evidente: se in tre anni riesci a comprare due volte un rinforzo che può diventare Mvp, vuol dire che sono le idee giuste a far camminare il mondo.
Al suo arrivo in azzurro è legato la sliding door della stagione. L’acquisto di Brescianini saltato dopo le visite mediche, i dirigenti del Napoli sbeffeggiati da chi ignorava l’alternativa segreta, il colpo piazzato da Manna sul quale nessuno avrebbe scommesso un euro.
Così è nata la favola di McFratm, il gigante biondo che ha spaccato il mondo. Un impatto devastante, una personalità travolgente, un rullo compressore. Qualità, quantità, assist, gol. La firma sullo scudetto con un gol pazzesco nella notte della festa. Non lo hanno mai visto arrivare. O forse non avevano riconosciuto nemmeno lui. I prodigi sono così, si mimetizzano e poi ti fanno impazzire di gioia. “I campioni dell’Italia siamo noi…”: la festa di Napoli è appena iniziata.
antonio conte foto mezzelani gmt016
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