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Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
L’operazione «cabeza fria» può cominciare. Zinedine Zidane chiede al suo Real di usare la testa — nel modo giusto — per uscire in grande stile dal guaio in cui si è cacciato: bisogna rimontare il 2-0 subito a Wolfsburg per raggiungere la semifinale di Champions e soprattutto per evitare che inizi un’altra operazione, denominata «panchina vuota», che interesserebbe per effetto domino molte altre squadre e molti altri personaggi.
Senza contare che nella sera in cui il Bernabeu si aspetta di sgonfiare facilmente le gomme alla squadra della Volkswagen, va in scena anche il «Golfico» tra Manchester City e Paris Saint Germain. Anche qui, dopo il 2-2 di Parigi, quello che rischia di più è un altro francese, Laurent Blanc, che siede su una delle panchine più ambite d’Europa.
Siamo in uno dei campi di calcio più suggestivi, ma anche più scivolosi: quello delle ipotesi. Ma che nell’aria ci sia uno strano clima di attesa è un dato di fatto. Zidane ostenta sicurezza, del resto la mistica del Real non prevede alternative: «Siamo abituati ad andare avanti. Sono positivo, come sempre» dice Zizou. Anche se in realtà questo è il suo primo vero bivio nella carriera di allenatore, iniziata dopo l’esonero di Benitez.
Per adesso Zidane sembra soprattutto una creatura del presidente Florentino Perez, ma le panchine sono girevoli per natura. E allora: Mourinho non ha ancora annunciato che va al Manchester United che al momento è fuori dalla prossima Champions. Allegri non si è ancora seduto al tavolo per il prolungamento (dal 2017 al 2018) con la Juventus: lo farà nei prossimi giorni, ma ciò non toglie che la sua voglia di un’esperienza di alto livello all’estero sia forte (e legittima).
Emery del Siviglia dopo aver vinto due volte l’Europa League smania per salire di livello. Deschamps dopo l’Europeo potrebbe lasciare la Nazionale francese. Paulo Sousa sta scrivendo le ultime cartoline da Firenze. La panchina dell’Italia per il dopo-Conte è ancora vacante e può interessare, molto più di quello che si possa pensare, anche tecnici sotto contratto, come Mancini o Spalletti.
Le pedine del domino sono molto importanti e gli equilibri piuttosto sottili. Ecco perché più di qualcuno aspetta di vedere se stasera arriva qualche scossone da Madrid o da Manchester, dove Blanc dovrebbe fare ancora a meno di Marco Verratti sofferente di pubalgia, anche se l’azzurro è stato comunque convocato.
Magari ci pensa Ibrahimovic, che ovviamente se ne frega della scaramanzia e continua a ripetere di «non essere mai stato così forte». «Possiamo ancora qualificarci, ma è dura — dice Blanc —. Il club ha programmato la vittoria della Champions e finché non arriva ci sarà sempre una grande attesa...». Dentro. Ma anche tutto attorno.
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