DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Alessandro Pasini per il Corriere della Sera
E ora che cosa succederà?
«Se Marquez continua a comportarsi così e anche tutti gli altri alzano il livello di aggressività, va a finire male: dopo cinque gare ci sarà la metà della griglia perché tutti si butteranno fuori l' uno con l' altro». Lo scenario prefigurato dal Valentino furioso in Argentina è a metà fra Rollerball e Far West, e probabilmente è esagerato. Però pone un problema che chi comanda questo circo dovrà prima o poi affrontare.
Come? Carmelo Ezpeleta, numero uno della Dorna, in un comunicato dove difende l' operato dei commissari, ieri ha parlato dell'«apertura di una linea di dialogo» nella prossima riunione della commissione di sicurezza dei piloti a Austin, in Texas, dove si correrà fra due settimane. Ma sono parole generiche, sempre che poi Rossi e Marquez si presentino all' incontro.
La situazione, insomma, è forse più grave che nel 2015. (…)
Rossi è convinto che certe cose Marquez le faccia apposta. (…) Le moviole di Sky hanno dimostrato che Marquez si è infilato all' interno accelerando, cioè cercando di sorpassare seguendo la traiettoria che aveva sognato chissà dove.
Mossa illogica, certo, ma non differente da quella fatta su Aleix Espargarò o da Zarco su Pedrosa che, cadendo, ha rischiato il triplo di Rossi senza nemmeno la consolazione di una penalità per il francese. E che dire di quella di Iannone su Dovizioso nel 2016 all' ultima curva sempre a Termas?
Per il resto, Valentino ha ragione: Marquez rischia di essere un problema, ma più per lui che per gli altri….
2. MA I PROBLEMI DEL DOTTORE SONO ANCHE IN CASA SUA
Roberto De Ponti per il Corriere della Sera
La questione non è tanto chi abbia ragione o abbia torto, perché nella curva di Termas de Rio Hondo c' è un pilota, Marquez, che si infila accelerando inspiegabilmente e ce n' è un altro, Rossi, che finisce a gambe all' aria.
Responsabilità chiare. Non è un caso che l' investitore si presenti dall' investito pronto a firmare la constatazione amichevole.
La vera questione è: che cosa succederà adesso?
Pensare che Marc Marquez modifichi il suo stile di guida è un' illusione, e sarebbe assurdo - oltre che illogico - aspettarselo. Così come sarebbe assurdo e illogico immaginare che Valentino Rossi possa porgere l' altra guancia. Quando il Dottore faceva a sportellate con Biaggi, Gibernau e Stoner, tutti a dire ma quanto è bravo, ma quanto è forte, ma quanto è deciso. Ma quanto è campione.
Marquez, che di Rossi è l' erede, ha l' arroganza del fenomeno e la cattiveria del numero uno, la sua posizione privilegiata non può però trasformarlo in un intoccabile. La Dorna non lo fermerà, troppo importante MM per lo spettacolo, anche se altri piloti di talento avevano pagato in passato la troppa esuberanza rimanendo fermi un giro, Capirossi, Lorenzo e il povero Simoncelli, e si parla di campioni del mondo.
Valentino reputa Marquez pericoloso per sé e per gli altri: al confronto, il litigio del 2015, spinte e calci a 200 all' ora, era una barzelletta. Ma Rossi domenica ha identificato anche un altro problema: il silenzio della Yamaha, la sua scuderia, che si è lamentata senza però ricorrere formalmente contro il comportamento del rivale. Accadde lo stesso nel 2015, ma allora Yamaha era «giustificata» dal fatto che tra i due litiganti ci fosse Jorge Lorenzo, pur sempre compagno di squadra di Vale anche se aiutato dal connazionale Marquez.
Domenica ai box è stato il fido Uccio a stoppare la processione di MM e dei signori Honda, nessuno della Yamaha si è mosso.
Pare che Rossi non abbia gradito. Sarebbe meglio che tutti, federazione, team, piloti, rientrassero nelle competenze e nei regolamenti. Prima che qualcuno decida di farsi giustizia da sé.
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