DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL…
Giancarlo Dotto per Dagospia
Servono sedici rigori e una sequenza infinita di scompensi cardiaci per sapere che sarà Rafael a pregare e ringraziare il suo Dio con la stessa manona con cui aveva scaraventato via la botta di Padoin. Il Napoli alza la Supercoppa nel vento del deserto, mentre De Laurentiis bacia con trasporto sadico l’amletico principino Agnelli in tribuna. Vittoria, alla fine, meritata perché Higuain azzera Tevez nel numero dei gol, ma poi ci sono due pali del Napoli e cinque parate abbastanza incredibili di Buffon, tra i centoventi minuti e i rigori.
Nel giorno in cui arriva da Cagliari la notizia del Boemo Zeman definitivamente collocato in una teca e consegnato al passato, il pallone va ad annusare il suo futuro ed esplorare altri mercati. L’odore è quello dei soldi, quale altro sennò? Sputtanati un po’ in tutto il pianeta, là, nel Qatar, misteriosamente, siamo ancora una griffe calcistica.
Sta di fatto che i paperoni dei pozzi sborsano 2,4 milioni di euro per ospitare questo futile capitoletto di calcio nostrano, la Supercoppa tra Juventus e Napoli. Si gioca a Doha, sede del mondiale 2022. Un primo test di avvicinamento a quella che sarà una competizione delirante, tra mare, deserto e le sottane degli emiri a bordo campo.
Dentro uno stadio da tredicimila posti è l’effetto ovatta. Più che una partita sembra una funzione liturgica, nemmeno vivacizzata dal muezzin di turno. Silenzio e noia. Si gioca sotto vuoto spento per più di un’ora. Poi si gode forte nei supplementari, per non parlare dei rigori dove si segna e si sbaglia a specchio, a oltranza. Ma, sia chiaro, più che quella tra le due squadre titolate del calcio italiano a Doha si gioca la sfida all’Ok Corral tra i due fenomeni argentini, Tevez di qua e Higuain di là, l’Apache contro el Pipita.
Se questo doveva essere uno spot del nostro calcio, non ci siamo. Tanto per dire, la nostra migliore squadra, l’unica decentemente esportabile nel mondo, segna subito un golletto che è poi un esilarante regalo della premiata ditta Albiol-Koulibaly e poi se ne va in camerino a grattarsi le ascelle, mentre il Napoli fa il suo massimo, cioè il minimo, per rientrare in partita.
Cosa che accade con la testa di Higuain, ma solo perché la banda di Allegri è veramente moscia e ora si priva autolesionisticamente anche di Pirlo. La Juventus prova nei supplementari a vincere la partita. Il secondo gol di Tevez è una meraviglia. Ma, per una volta, il calcio sceglie di essere giusto e si serve della zampa di Gonzalo Higuain a pochi secondi dalla fine. Buffon fa il mostro nei rigori, ma non basta.
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