DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA…
LA LEZIONE DA CAMPIONISSIMO DI SINNER DOPO L’ENNESIMA SCONFITTA CON ALCARAZ: NON HA CERCATO ALIBI E HA CAPITO DI DOVER EVOLVERE - “DEVO USCIRE DALLA COMFORT ZONE E CAMBIARE IL MIO GIOCO” – JANNIK, DIMOSTRANDO UNA SOLIDITA’ TEUTONICA MOLTO LONTANA DALL’ITALIANISSIMO "CHIAGNI E FOTTI", HA PRESO ATTO DELLA SUPERIORITA’ TECNICA DI ALCARAZ MA NON SI ARRENDE: “NON DIVENTERÒ MAI BRAVO COME CARLOS NEL VARIARE I COLPI. MA POSSO LAVORARCI SU” - AL RITORNO DALLA VACANZA CON LA FIDANZATA LAILA HASANOVIC L'ALTOATESINO LAVORERÀ SU SERVIZIO, GIOCO A RETE, MOBILITÀ PER AGGIUNGERE IMPREVEDIBILITA' AL SUO GIOCO…
Massimo Calandri per "la Repubblica" - Estratti
È bello dividere con te il campo e gli spogliatoi, Jannik. Ormai, durante l'anno, ti vedo più che la mia famiglia».
Rassegnati, Carlitos. La sfida è appena cominciata, e promette di andare avanti a lungo. Foro Italico, Roland Garros, Wimbledon, Cincinnati, New York: in questa stagione, salvo l'esordio australiano a gennaio, si sono ritrovati in finale tutte le volte che hanno partecipato allo stesso torneo. Inevitabile, quando sei sempre numero uno o due, parte alta e bassa del tabellone.
Due marziani che si rincorrono — e si ritrovano — in un'altra galassia sportiva, proibita al resto del mondo.
La loro agenda è in continua evoluzione, ma il prossimo appuntamento dovrebbe essere in Cina: a Shanghai, all'inizio di ottobre. Sei Slam vinti dallo spagnolo, quattro dall'italiano. Terra, erba, cemento. Prima è avanti uno, poi l'altro. Sorpassi. «Dopo la sconfitta di Wimbledon avevo un solo obiettivo: migliorare per batterlo. Prima di venire negli Usa mi sono allenato per due settimane solo ed esclusivamente pensando al nostro prossimo confronto», racconta Alcaraz.
E Sinner? «Adesso tocca a me cambiare gioco. Non diventerò mai bravo come lui nel variare i colpi. Ma posso lavorarci su», dice l'azzurro. Si prenderà qualche giorno di vacanza con la fidanzata, Laila Hasanovic, che lo ha raggiunto nella Grande Mela. Presto tornerà ad allenarsi a Montecarlo. «Piccole cose, che possono diventare decisive», spiega. Basta l'un per cento, lo ha sempre detto. Il servizio, il gioco a rete, la mobilità. E anche un pizzico di follia.
«L'altra sera, a New York, hanno vinto in tre: Carlos, Jannik, il tennis.
È stato un incontro bellissimo»: parola di Roger Federer. Nonostante la sconfitta, Sinner sostiene di aver giocato un buon match: «Però sono stato troppo prevedibile. Lui, invece: perfetto. Rispetto a Londra i ruoli si sono ribaltati».
Guarda avanti: «Devo uscire dalla mia comfort zone. Provare colpi diversi. Rischiando anche di perdere, ogni tanto: come in passato ha fatto lui». Ma di cosa ha bisogno, Jannik? Secondo Mats Wilander «di un servizio imprevedibile pari a quello di Alcaraz. Lo spagnolo negli ultimi mesi ha fatto incredibili progressi in questo fondamentale.
Sinner in battuta era più forte, adesso invece è rimasto indietro».
C'è un altro punto debole nel gioco dell'azzurro. Diego Nargiso, che era a New York come commentatore, spiega: «Abbiamo di fronte uno dei più grandi campioni di tutti i tempi. Ma Jannik può fare progressi nella transizione a rete».
Non basta più tirare forte ed essere solido da dietro. «Da fondo campo è incredibile per potenza e velocità. Insostenibile per tutti, tranne uno: Carlos. Che l'altra sera è riuscito a reggere gli scambi, e ha fatto la differenza con la naturalezza del suo gioco al volo».
Serve and volley, un'arte che sembra dimenticata dai tennisti moderni. «Agli Us Open è stato usato in media solo nel 3% dei colpi.
Quello che batte e viene a rete più spesso è Shelton (16%), poi Alcaraz (8%) e Djokovic (7%)». Sinner, invece: solo l'1%. «È un fondamentale che si deve allenare da bambini, e devi essere caratterialmente predisposto: ci vuole coraggio per buttarsi in avanti».
Jannik è d'accordo: «Posso sicuramente fare meglio sulla seconda di servizio, usare di più le palle corte». C'è ancora un aspetto su cui lavorare, per tornare a battere lo spagnolo: la velocità negli spostamenti. Lo sostiene Andre Agassi: «Carlos ha fisicamente una marcia in più, sembra poter raggiungere sempre ogni palla. È come se Sinner si muovesse con un aeroplano e Alcaraz con un'astronave».
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