
DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO…
“SOLO CONEGLIANO PUÒ BATTERE CONEGLIANO” - LA SQUADRA VENETA DI VOLLEY FEMMINILE HA VINTO TUTTI I 5 I TROFEI (SCUDETTO, CHAMPIONS, MONDIALE PER CLUB, COPPA ITALIA E SUPERCOPPA ITALIANA) – IL LIBERO MONICA DE GENNARO È SPOSATA DAL 2017 CON L'ALLENATORE DANIELE SANTARELLI: “SE DEVE DIRMI UN “BRAVA” MAGARI CI PENSA TRE VOLTE” - LA CENTRALE SARAH FAHR HA MIRE IMPRENDITORIALI: “HO COMPRATO UN TERRENO QUI, VORREI FARNE UN BED&BREAKFAST”. E POI LA BRASILEIRA GABRIELA GUIMARAES, LE "CIAPETT" DI MARMO DI ISABELLE HAAK E LA NAPOLETANA CHIRICHELLA: “NON CI ACCONTENTIAMO. L'ANNO PROSSIMO VOGLIAMO RIPROVARE A VINCERE TUTTO” - VIDEO
Manuela Croci per “Sette – Corriere della Sera”
«Solo Conegliano può battere Conegliano». Sembrava una frase esagerata, complice la foga della telecronaca, quella pronunciata in Tv dopo l'ennesima schiacciata vittoriosa dell'opposto Isabelle Haak, 25 anni, svedese, 1.94 di altezza ed MVP della finale di Champions League vinta 3-0 lo scorso 4 maggio in Turchia dalla Prosecco Doc Imoco Volley. Una vittoria che ha portato in Veneto la terza coppa europea, dopo quelle conquistate nel 2021 e nel 2024, e il quinto trofeo stagionale.
Sì perché le Pantere, questo il soprannome delle ragazze che indossano la divisa giallo-blu, si sono aggiudicate anche scudetto, Coppa Italia, Campionato mondiale per club e Supercoppa italiana. Raggiungendo quota 29 trofei, dal 2012 anno in cui la squadra è nata, per volontà dei presidenti Piero Garbellotto e Pietro Maschio.
monica de gennaro daniele santarelli
Ma in quelle parole pronunciate a Istanbul c'è un fondo di verità, come conferma la capitana Joanna Wolosz, 35 anni, palleggiatrice polacca che dietro gli occhi dolci cela una grinta felina: «Quando in allenamento giochiamo 6 contro 6, succede che il “team B” sconfigga il “team A”. Quindi forse è vero che solo Conegliano può battere Conegliano… (sorride).
La nostra forza è proprio questa: avere una panchina lunga con cambi a livello delle titolari. Quando sei in corsa per tante competizioni, è fondamentale». In Veneto da otto stagioni («Non ho mai pensato di fermarmi così a lungo in una squadra, è amore»), Wolosz qui ha trovato una seconda casa: «Abbiamo un gruppo unito: ognuna ha i suoi spazi, ma quando siamo in palestra inseguiamo un solo obiettivo e per farlo mettiamo tre ingredienti: energia, forza, felicità».
Certo l'Imoco Volley ha rappresentato nella stagione 2024-2025 l'eccellenza nella pallavolo a livello mondiale, ma è stato tutto lo sport italiano al femminile a regalare grandi soddisfazioni.
(...)
Ma torniamo a Conegliano, comune di poco meno di 35mila abitanti in provincia di Treviso, conosciuto fino a qualche anno fa principalmente per la produzione del Prosecco; ma oggi sono le partite giocate nel vicino PalaVerde ad attirare appassionati di tutte le età, con una capienza che raggiunge il 95%. Un paese che è diventato casa per Sarah Fahr, centrale anche dalla nostra Nazionale, nata in Germania ma arrivata in Italia da piccolissima: «Ho comprato un terreno qui, vorrei farne un bed&breakfast da gestire a tempo pieno quando smetterò di giocare».
(...) «Abbiamo al collo la medaglia olimpica, siamo le più attese» interviene Monica De Gennaro, la veterana del gruppo che gioca nel ruolo di libero. «Non sarà facile riconfermarsi, ma dobbiamo provarci. Indossare la maglia azzurra è un modo per onorare il nostro Paese, per me sarà l'ultima volta… ho una certa età» (ride ricordando i 38 anni compiuti l'8 gennaio).
Anche per Conegliano non sarà facile replicare i successi della scorsa stagione. «Sa cosa facciamo quando c'è un momento di difficoltà in campo? Ci guardiamo l'un l'altra: basta uno sguardo per capirsi e non sentirsi sole: negli occhi di una compagna trovi la forza per reagire».
“Moki”, questo il suo soprannome, è nella squadra veneta fin dall'inizio, con lei anche il marito-allenatore Daniele Santarelli sposato nel 2017: «Se deve dirmi un “brava” magari ci pensa tre volte… (scherza). È bello condividere tante emozioni insieme, sia belle sia brutte».
Meno piacevole quando si è avversari come nella semifinale olimpica, quando l'Italia di De Gennaro ha battuto la Turchia allenata da Santarelli. «Lì gioisci a metà: ero strafelice di avere l'occasione di giocare la finale, ma sapevo anche quanto impegno e quanti sacrifici aveva fatto Daniele». Voglia di maternità? «C'è stato un momento in cui il desiderio si è fatto sentire, ma ero all'apice della mia carriera e non credo sarei riuscita a tornare a quei livelli dopo una gravidanza. Ora è il momento soprattutto di Daniele... non vogliamo mettere al mondo dei bambini per lasciarli a una baby-sitter. Vedremo.
Quando smetterò non sarà facile, ci sarà una vita da riorganizzare: passiamo tutta la vita in palestra, fare altro sarà come ripartire da zero».
Intanto dalle sconfitte, come dagli infortuni, bisogna imparare a rialzarsi. Ne sa qualcosa Sarah Fahr, volto di una copertina di 7 nella primavera del 2024, quando ancora non sapeva se sarebbe andata a Parigi. «Avevo le stampelle e la caviglia fasciata», ricorda.
«Ci vogliono determinazione e persone vicine che ti vogliono bene, ma anche un bravo psicologo.
Sono arrivata qui nel 2020, l'anno del Covid, un periodo non semplice. Entrare in terapia è stato il regalo più bello che potessi farmi. E non solo per avere strumenti in più per superare i momenti difficili, è stato utilissimo anche per conoscermi meglio e capire il perché di alcune reazioni. Chi arriva a Conegliano sa che c'è pressione, una pressione sana che è consapevolezza del fatto che serve lavorare tanto per arrivare sul tetto del mondo. Bisogna imparare a gestire le forze, anche mentali, per far fronte a tante partite, allenamenti, viaggi».
Accomunate dalla passione per la pallavolo, i caratteri di queste ragazze sono parecchio diversi: Gabriela Guimaraes porta la solarità del suo Brasile in ogni passo e in ogni espressione del viso, la cinese Zhu Ting – che in carriera ha vinto anche l'oro olimpico a Rio 2016 – è la più silenziosa («Per me è stata una stagione fantastica, la migliore. Conegliano è molto famosa anche in Cina», le poche parole in un intero pomeriggio), Isabelle Haak avvolta nei suoi boccoli ramati lascia trasparire tutta la sua dolcezza e timidezza, mentre Fahr e Chirichella sono vulcani pieni di energia, lasciando il ruolo delle più riflessive a De Gennaro e a capitan Wolosz.
Non è facile vivere insieme 24 ore su 24. «Abitiamo in un residence, è il nostro piccolo mondo: quando sono arrivata, lo scorso anno, questa condivisione degli spazi mi faceva un po' paura, ho sempre tenuto molto alla mia privacy. Poi ho scoperto il lato bello: ci aiutiamo, se ti senti giù bussi a una porta e c'è sempre qualcuno con cui parlare o organizzare una cena per festeggiare una vittoria o anche solo per stare in compagnia», spiega Cristina Chirichella, 31 anni, napoletana, laureata in scienze motorie, già capitano della Nazionale.
Gioca nel ruolo di centrale e a Conegliano si è ritrovata come atleta: «È stata una stagione incredibile, abbiamo un organico con un livello molto alto: in allenamento ci mettiamo in difficoltà e questo è importante. Ho trascorso anni difficili, mi era quasi passata la voglia di giocare a pallavolo, certo una stagione non guarisce tutto ma ho ritrovato la grinta. Non mi accontento: l'anno prossimo voglio riprovare a vincere tutto».
Rinforza il concetto “Gabi” Guimarães, nata nel 1994 a Belo Horizonte. «A ricordarci che non dobbiamo mai sentirci arrivate ci pensa Daniele (Santarelli, ndr) che dopo ogni vittoria ci sprona a tornare in palestra e lavorare più duramente perché le altre squadre a quel punto avranno un motivo in più per volerci battere. Il successo di questo team sta nel fatto che non pensiamo individualmente, ma sempre come un gruppo».
Quella appena trascorsa è stata la sua prima stagione in Italia: «Un Paese straordinario: ovunque vai senti che c'è storia, cultura, un monumento da visitare.
E poi la natura e la qualità del cibo sono incredibili, frutta e verdura biologiche sono la mia passione: il sapore dei pomodori qui è speciale. Per alcune versi è molto simile al mio Brasile, anche qui le persone amano lo sport. Io l'ho sempre praticato fin da piccola, giocavo a calcio, tennis e ho fatto nuoto per dieci anni. Solo intorno ai 14-15 ho scoperto la pallavolo: un gruppo di amici dopo la scuola aveva bisogno di una giocatrice per fare 6 contro 6, tutto è nato così. Per caso».
Un'altra atleta polivalente è la svedese Isabelle Haak: «Ginnastica, golf, danza, atletica leggera… ho provato di tutto. Poi è arrivata la pallavolo ed è stato amore: a 14 anni ero già in Nazionale. In futuro mi piacerebbe proprio occuparmi dei giovani, non tanto come atleti ma seguire più l'aspetto della salute mentale che per chi fa sport è davvero importante».
In 11 anni, Haak ha vinto 27 volte il premio come miglior giocatrice o miglior opposto tra campionati e competizioni internazionali. «Ne sono felice, certo. Ma la cosa più importante è che questo significa che ho fatto qualcosa di buono per la squadra. Perché il nostro è prima di tutto un gioco di squadra».
sarah fahr 45
gabriela guimaraes
gabriela guimaraes 45
isabelle haak
monica de gennaro
cristina chirichella 49
cristina chirichella 49
isabelle haak 56
7 copertina dedicata alle ragazze della conegliano volley
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