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Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
Pesa il successo sul Napoli, la Juve è a 4 punti dalla Roma, a 5 dal Milan, tanti dopo appena 11 partite. È vero che lo scorso anno la Juve aveva 12 punti di distacco, ma è vero anche che in 87 anni di campionato a girone unico quel tipo di rimonte è riuscito una sola volta.
Sono in sostanza punti che contano.
L' aria è quella di un campionato leggero, non si vedono squadre perfette. A turno tutte mostrano lati deboli. È toccato anche alla Roma ad Empoli senza poter dire che ha giocato male. È questo il punto di confine: nessuna grande squadra è in grado di dominare e vincere, bisogna accontentarsi di qualcosa di mezzo.
La regola di quasi novant' anni dice che è difficilissimo vincere lo scudetto perdendo più di cinque partite in totale. Se questo dovesse confermarsi, solo 4 squadre sono ancora in corsa, Juve, Roma, Lazio e Fiorentina, che ne hanno perse 2. Napoli, Milan, le altre ne hanno perse di più, sono in proiezione oltre il limite. Capisco siano cose noiose queste statistiche, e non sempre possono dire solo la verità. Ma vi assicuro che sono sintomi sinceri, soglie molto probabili di analisi vecchie di quasi un secolo sul fisico del campionato.
Quello che è successo molto spesso, di solito succederà ancora.
Stringendo significa che a oggi l' unica vera anti Juve è la Roma. Che è però leggera e un po' vanesia. Non dà l' idea di forza che servirebbe. Questo significa forse che in generale siamo tutti un po' velleitari.
Ci sono quasi dovunque molti giovani in campo, i quali faranno mercato e anche spesso qualità, ma non livello, non risultati. Sembra un campionato un po' coloniale, dove si perdono posizioni ma in abito grigio, senza urtare nessuna etichetta. Ci stiamo in sostanza adattando al ricambio, quindi abbiamo rallentato per aspettare i giovani. Forse non è più nemmeno una scelta. L' Inter intanto perde anche a Marassi con la Samp. Non so quanto conti per De Boer, servirebbe un nuovo consiglio di amministrazione fra l' Indonesia e la Cina per capire.
Non gioca peggio di dieci giorni fa, è solo una squadra molto pallida, ha il valore di chiunque altro. Forse è un messaggio universale per il calcio di domani, il gioco si sta uniformando, o forse non c' è spina dorsale e questa Inter va avanti a soggetto senza che il predicato sia mai conciliante. Non è più un problema tecnico, di schema, di metodo. È un piccolo vuoto imbarazzante, anche volgare, che andrebbe sinceramente interrotto.
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