DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Massimo Cecchini e Carlo Laudisa per “la Gazzetta dello Sport”
[…] per ciò che concerne i cambiamenti del Decreto Crescita riguardo al calcio, […] un accordo sembra ancora possibile. In ogni caso per il mondo del calcio ieri è stato il giorno della grande paura, perché al termine del Consiglio dei Ministri si è varata una norma che di fatto stoppa i vantaggi fiscali a beneficio dei club per gli ingaggi di calciatori esteri, che dal 2019 hanno attualmente circa il 50% di riduzione se hanno più di 20 anni, guadagnano più di un milione e prendono la residenza fiscale nel nostro Paese per almeno due anni.
Ebbene, la nuova norma concederebbe questi benefici fino ai 600 mila euro lordi, tassando l’eccedente con l’aliquota standard, mentre il periodo di residenza fiscale dovrà essere pari ad almeno 5 anni. Qualora invece si andasse via prima, le società dovrebbero rimborsare il risparmio avuto fino a quel momento. Tutto questo, però, non avrebbe valore retroattivo, cioè non si applicherebbe ai contratti in corso, neppure ai pluriennali.
GLI EMENDAMENTI
Inutile dire che questa norma, già dal prossimo mercato di gennaio, terremoterebbe lo scenario del nostro calcio, perché dal Ministero dell’Economia si è capito subito che l’intenzione è quella di non arretrare affatto. Così, al netto di formulette salvacalcio che già circolano («invariate le disposizioni per i lavoratori dello sport») per le società potrebbe esserci lo stesso luce in fondo al tunnel. La Lega di Serie A, infatti, si è già mossa per far sì che una serie di emendamenti, nei prossimi 60 giorni, possano modificare il testo per aiutare le società a mantenere alto il livello di competitività nei confronti di quei club di Paesi stranieri in cui vige una tassazione meno elevata rispetto a quella italiana.
Non è un mistero che sponde parlamentari al calcio non manchino, per questo si spera almeno in modifiche della norma che alzino il tetto degli emolumenti magari intorno ai 2-3 milioni, così come si spera che il periodo di residenza fiscale possa essere abbreviato. C’è comunque anche una corrente contraria. «È una norma iniqua e continueremo a batterci affinché venga cancellata», dice il presidente dell’Aic, Calcagno. […]
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