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ULTIMO STADIO! UN RAGAZZO DI 26 ANNI, RICCARDO CLARIS, È MORTO IN UNA RISSA SCOPPIATA TRA TIFOSI DI ATALANTA E INTER, POCO DOPO L'UNA DI NOTTE, IN UNA VIA CHE PORTA ALLO STADIO DI BERGAMO - UN DICIANNOVENNE, JACOPO DE SIMONE, E’ STATO ARRESTATO CON L'ACCUSA DI AVERLO ACCOLTELLATO. AVREBBE DETTO DI AVER AGITO PER DIFENDERE IL FRATELLO. SECONDO I TESTIMONI A FAR SCATTARE LA RISSA SAREBBERO STATI CONTRASTI LEGATI AL TIFO SPORTIVO E ALCUNI RESIDENTI HANNO RIFERITO DI AVER VISTO SPRANGHE E BASTONI - CONSULENTE FINANZIARIO PER UNA SOCIETÀ DI MILANO DA UN MESE, IL RAGAZZO UCCISO ERA UN GRANDE TIFOSO DELL'ATALANTA...
Estratti da gazzetta.it
Un ragazzo di 26 anni, Riccardo Claris, è morto in una rissa scoppiata tra tifosi di Atalanta e Inter, poco dopo l'una, in una via che porta allo stadio di Bergamo. Un diciannovenne, Jacopo De Simone, si è consegnato ai carabinieri ed è sospettato di averlo accoltellato. Avrebbe detto di aver agito per difendere il fratello.
Secondo i testimoni a far scattare la rissa sarebbero stati contrasti legati al tifo sportivo e alcuni residenti hanno riferito di aver visto spranghe e bastoni. Tutto è cominciato poco prima all’esterno di un bar in Borgo Santa Caterina tra due piccoli gruppi di tifosi, uno appartenente alla tifoseria atalantina e uno interista dopo che il 19 enne, insieme al fratello gemello e ad alcuni amici, aveva intonato un coro. La vittima, originaria della Val Brembana, frequentava invece la Curva Nord dell'Atalanta.
RICCARCO CLARIS
La laurea in economia e commercio, due anni di master in Lussemburgo, la pratica da un commercialista e, da un mese, un nuovo lavoro a tempo indeterminato come consulente finanziario per una società di Milano. Riccardo Claris, classe 1999, è morto intorno all’1 della notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio, colpito alla schiena da un unico fendente mortale, sferrato da Jacopo De Simone, di soli 19 anni.
“Riccardo era un bravo ragazzo, studioso. Aveva una grande passione per l’Atalanta, una passione sana, andava allo stadio con gli amici della Curva ma non era mai stato coinvolto in scontri - racconta lo zio, l’avvocato Luca Salvioni -. Eravamo molto legati, siamo sconvolti. La mamma ha saputo quello che è successo solo stamattina alle 6, è stata svegliata dai carabinieri”.
Sabato sera il 26enne era a casa, in via Borgo Santa Caterina, dove vive insieme alla mamma e a una delle due sorelle. “Stava dormendo quando, intorno alle 23.30 è stato svegliato dalla sua ragazza che lo informava della lite scoppiata tra alcuni amici atalantini e degli interisti al Reef bar, locale a poca distanza da casa sua - prosegue lo zio -. Dovevano incontrarsi per chiarire, così mio nipote si è vestito, è uscito di casa e non è più tornato”.
Riccardo era uno sportivo, grande appassionato di calcio. Aveva giocato nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, poi in Promozione e in Eccellenza. L’ultima squadra nella quale aveva militato era la Gavarnese. Due famiglie distrutte, quella della vittima e quella del 19enne, autore reo confesso dell’omicidio. “Conosco bene i genitori della famiglia del ragazzo che ha ucciso mio nipote - prosegue Salvioni -. Lavorano come cancellieri in tribunale e sono due persone rispettabilissime. Quello che è successo è un vero dramma, per noi e per loro”.
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