DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Giorgio Viberti per “La Stampa”
Sarà un test senza precedenti per il nuovo fenomeno del ciclismo mondiale. Oggi il Tour de France nell'11ª tappa propone la doppia scalata al Gigante della Provenza, il terribile Mont Ventoux, l'esame di laurea per il signore in giallo Tadej Pogacar. Il 22enne fuoriclasse sloveno si è insediato sul trono già nell'8ª tappa, senza aspettare l'epilogo della Grande Boucle, come fece invece nel 2020, quando ribaltò la classifica nel penultimo giorno con la crono a La Planche des Belles Filles.
Se un anno fa si parlò di grande sorpresa - il più giovane vincitore di Tour dal 1904 -, in questa edizione invece si corre per il 2º posto, perché Taddeo - come lo chiamano i compagni di squadra italiani - non sembra avere avversari. Ritiratosi Roglic e attardato Thomas, entrambi per cadute, Pogacar ha oltre 2' in classifica su O' Connor e oltre 5' sugli altri rivali diretti. «Sembra che corra da solo, è inarrivabile» ha detto attonito Carapaz. «Sono io il mio principale avversario» ha risposto con candore. Un dominio simile non si vedeva dai tempi di Merckx.
Il calcio tradito
Nato a Komenda, a nord della capitale Lubiana, Tadej fu avviato al calcio da papà Mirko e mamma Marjeta, dimostrando buone attitudini. Ma già a 9 anni, sull'esempio del fratello Tilen, lasciò il pallone per la bici. Fu l'ex ciclista sloveno Andrej Hauptman a scoprirlo nel 2011 quasi per errore, in una gara delle categorie giovanili. Lo vide staccato dal resto del gruppo e, impietosito, chiese al suo ds di risparmiargli la fatica di quell'inutile inseguimento.
Il giovane Pogacar, però, non era in crisi nelle retrovie, ma in fuga solitaria e stava per doppiare tutti gli altri. Era nata una stella. Il suo preparatore attuale Inigo San Milan, professore a Denver nella Colorado University, dice di lui che ha doti uniche: «La prima è genetica e non si acquisisce con l'allenamento. Poi ha una testa fuori dal comune, non sente lo stress, è sempre calmo e sa gestire qualsiasi situazione. Infine ha capacità straordinarie di eliminare l'acido lattico, che gli consentono un recupero eccezionale».
Quando gli avversari sono cotti, Pogacar è ancora fresco come una rosa. Lo si è visto pochi giorni fa sulle Alpi, dove lo sloveno ha dato spettacolo spingendo rapporti d'altri tempi, una novità nel ciclismo moderno. Se Froome aveva inventato le «frullate» in salita a 120 pedalate al minuto con rapporti agilissimi, Pogacar invece è tornato al «padellone» nella corona davanti, come ai tempi di Bartali e Coppi. E spingendo rapporti massacranti anche in montagna stronca chiunque gli si opponga con prestazioni stupefacenti. Inevitabili i sospetti di doping, anche per la presenza nella sua squadra Uae Emirates di personaggi dal passato non proprio cristallino, come il manager Gianetti e gli stessi San Millan e Hauptman. «Domenica al Tour sono stato controllato tre volte in un giorno - dice lui -: sempre negativo».
Residenza a Montecarlo
Professionista dal 2019 ha già conquistato un Tour, un podio alla Vuelta, una Liegi, una Tirreno e un Uae Tour. E a soli 22 anni è il 2º corridore più ricco in gruppo: 5 milioni di euro all'anno (fino al 2026: record!), come Sagan e meno solo di Froome (5,5 mln). «Sono solo un semplice ragazzo sloveno» si schermisce Tadej, che ama allenarsi in altura - sul Teide o al Sestriere - con la fidanzata Urska Zigart, 24enne ciclista slovena. Intanto però vive a Montecarlo come i Paperoni dello Sport, può essere il più giovane di sempre a vincere 2 Tour di fila ed è ormai una stella non solo in patria, dove contende al cestista Luka Doncic il titolo di n. 1.
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