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GHIACCIO BOLLENTE - IL VESTITO SI SLACCIA: IL QUASI STRIP TEASE DELLA PATTINATRICE SVEDESE - L’AMAREZZA DI CAROLINA KOSTNER CHE RISCHIA IL DEFERIMENTO: “HO VINTO TANTE MEDAGLIE PER L’ITALIA. COSA HO FATTO DI MALE?”

Gaia Piccardi per “il Corriere della Sera

 

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L’Ave Maria di Schubert e il Bolero di Ravel, i sontuosi programmi con cui Carolina Kostner difese il bronzo ai Giochi di Sochi dal furto con scasso delle giurie, hanno chiuso un’era. Anzi, due.

 

La stagione è scattata a fine ottobre negli Usa senza nostra signorina delle lame (in tutt’altre faccende affaccendata, ahilei, in Italia) e con la novità della musica con parole: uomini, donne e coppie dell’artistico da quest’anno sono autorizzati (di più: incoraggiati) a danzare su pezzi pop, rock, R’n’B, rap. Dalle playlist sono usciti Michael Bublé, Jennifer Lopez, Kate Bush, gli indimenticati fratelli La Bionda e pure Caruso di Dalla. Svecchiare è la parola d’ordine. Ma già c’è chi pensa che si stava meglio quando si stava peggio. 
 

La patinoire, orfana della divina Yu Na (ritirata), del talento di Mao Asada (pre-pensionata) e Carolina Kostner (inguaiata), oggi è terra di conquista di una generazione di saltimbanchi sul ghiaccio e bambine prodigio: il giapponese Takahito Mura è il nuovo re del salto quadruplo, Elena Radionova (15 anni e 155 cm) ha vinto a Chicago, Anna Pogorilaya (16 anni e 160 cm) in Canada, dove suo malgrado la svedese Viktoria Helgesson si è prodotta in un inatteso strip-tease, rimanendo quasi a seno nudo sull’atterraggio di un salto per il cedimento del vestito. Se l’intento era lanciare il pattinaggio pop, siamo andati addirittura oltre: pattinaggio trash. 
 

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Al di là del naturale ricambio dell’ambiente (la Corea ha individuato in So Youn Park e Hae Jin Kim le eredi di Yu Na ma sono già troppo anziane per PyeongChang 2018: 34 anni in due; il Giappone punta su Satoko Miyahara e Rika Hongo: la più vecchia è del 1998), la verità è che la classe della Kostner non ce l’ha nessuna, e il ghiaccio piange. Finita la spola per Procure (della Repubblica a Bolzano, del Coni a Roma), profondamente provata dalle dieci ore in compagnia degli investigatori (80 domande, 20 pagine di verbale) il 13 ottobre scorso, Carolina aspetta.

 

Rischia novità amare prima dall’Alto Adige e poi dalla Capitale: il procuratore Maiello, per decidere se archiviare la sua posizione o deferirla, deve ancora fare due o tre interrogatori (tesserati) a corollario della vicenda partita il 30 luglio 2012, quando a Oberstdorf mentì all’agente antidoping, lì per testare il fidanzato (all’epoca) Alex Schwazer. Entro fine novembre tutto sarà più chiaro.

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Solo a quel punto Carolina potrà confermare o cancellare la presenza ai galà di Ginevra, Selva, Bolzano (contratto, non a caso, ancora da firmare) e alle tournée in Giappone (gennaio) e in Svizzera (febbraio). In caso di squalifica sportiva, infatti, l’inibizione dagli impianti sportivi scatterebbe in automatico. 
 

carolina kostner foto lapressecarolina kostner foto lapresse

C’è tutto un mondo, insomma, costruito con merito in dodici anni di onoratissima carriera (5 ori europei; un oro, 2 argenti, 3 bronzi mondiali; un bronzo olimpico più tutto il resto), in bilico sulle conseguenze della Grande Bugia che Carolina pronunciò per amore e sulle versioni (troppe) fornite di quell’episodio in tre occasioni diverse.

 

La sua verità non ha soddisfatto né Bolzano né Roma, che ormai sul caso Kostner si confrontano quasi quotidianamente: la Procura del Coni ha mandato in Alto Adige il verbale dell’interrogatorio dell’ispettore antidoping con cui Carolina ebbe a che fare due volte nella stessa mattina, da cui emergono incongruenze conclamate dell’atleta. Il motivo per cui la Procura di Bolzano non ha spostato (tutt’altro) i riflettori dalla Kostner. 
 

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Carolina è incredula, amareggiata. «Ho vinto tante medaglie per l’Italia. Cosa ho fatto di male?» confida alle amiche. Il cameo all’Europeo di Stoccolma doveva essere il coup de théatre della stagione. Il nuovo circo sul ghiaccio, invece, non le è mai stato così estraneo.