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Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”
Ottocento metri di polemiche. È l'oro più annunciato dell'atletica femminile all' Olimpiade. Sarà l' oro più discusso. Caster Semenya, sudafricana, 25 anni, viaggia a fari spenti nell' inverno di Rio. La sua finale, gli 800 metri, è in programma a fine Giochi, nella notte tra il 20 e il 21 agosto. Prendi l'oro e scappa.
Il peccato originale di Caster si chiama iperandrogenismo: eccessiva produzione di ormoni maschili, in particolare testosterone, da parte della ghiandole endocrine, surrene e ovaie. La storia è nota. Berlino 2009, il Mondiale della gogna mediatica.
Semenya è campionessa iridata a 18 anni con la miglior prestazione mondiale stagionale, tra gli sguardi di fuoco delle avversarie annichilite. «Ha vinto perché è un uomo» sibila l'azzurra Elisa Cusma, aprendo il fronte della polemica. La Federatletica mondiale le impone il test sulla sessualità e un anno di stop, con cure ormonali per abbassare il livello di testosterone.
caster semenya e violet rasebonya coi parenti
In cambio, Caster può tenere la medaglia e il premio in denaro. Gira voce che sia ermafrodita, chiara violazione della privacy. Semenya non commenta: si ritira a Fairlie, il villaggio sudafricano dove è cresciuta, studia all'Università di Pretoria e sposa la fidanzata, Violet Roseboya, in una cerimonia con i costumi tradizionali.
Torna, ammorbidita nei tratti. È meno mascolina, meno esplosiva e potente. È argento a Daegu 2011 e a Londra 2012, però ai Giochi di Rio vuole di più. Liberata dalla storica sentenza del Tas su Dutee Chand (sprinter indiana che aveva fatto causa per discriminazione sessuale) e dalla sospensione delle regole sull' iperandrogenismo fino al luglio 2017, quest' anno vola. Ai campionati nazionali, lo scorso aprile, ha sbancato 400, 800 e 1500. Tutto lo stesso giorno.
caster semenya dopo li makeover
A Montecarlo, nella serata di Diamond League che ha tolto a Gianmarco Tamberi il sogno dell' Olimpiade di Rio de Janeiro, ha chiuso i due giri di pista in 1'55''33, il tempo più veloce dal 2008. Il cronometro parla chiaro: a Rio lo storico record di Jarmila Kratochvilova (1'53''28, Monaco 26 luglio 1983), vecchio trentatré anni e carico di brutti pensieri, rischia di cadere.
La maggiore flessibilità delle regole sulle atlete dal sesso incerto (nella finale degli 800 donne rischiano di essercene tre) non le eviterà il linciaggio popolare. «Quello della Semenya non è sport» ha detto Paula Radcliffe, primatista mondiale della maratona e totem dell' atletica britannica: «Con lei in pista, la gara non è aperta. Ci sono parti del mondo in cui le condizioni di iperandroginismo sono frequenti. Ecco, non vorrei che gli agenti cominciassero a pescare regolarmente in quei bacini per trovare atlete borderline con cui vincere medaglie mondiali e olimpiche».
caster semenya and violet rasebonya
caster semenya 2
semenya
Il dibattito è solo all' inizio in un'Olimpiade che deve ancora cominciare. Il caso Semenya è sulla rampa di lancio. «Caster è un' atleta fantastica e una donna umile - dice il coach Jean Verster, che l’ha raccolta dalle mani di Maria Mutola -. Se è sopravvissuta alla tortura psicologica del 2009, ce la farà anche in Brasile. Però mi dispiace constatare che Cio e Federatletica non hanno alcuna strategia nel caso in cui venisse di nuovo insultata. Caster è una bomba a orologeria. È solo questione di tempo». Sotto il minuto e 53 secondi, sarebbe la rivoluzione.
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