
FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA…
Francesco Saverio Intorcia per âLa Repubblica'
C'è un vecchietto che continua ad avvitarsi lampadine all'orecchio per festeggiare i gol - altri due, ieri - e anzi sbuffa perché non gli arriva l'assist del terzo da Iturbe: è rinato, sorride beato, si candida al Mondiale e a nessuno suona come una bestemmia. Ce n'è un altro che da oltre due mesi ha richiuso le ali, mostra il broncio dettato dall'insolito digiuno, quindi a sorpresa annuncia che ha deciso, smette a fine anno.
Nel giorno in cui Luca Toni fa due squilli all'amico Prandelli («Se serve, anche per qualche minuto, ci sono»), Totò Di Natale saluta: «A giugno smetto, ne ho già discusso con il procuratore e la mia famiglia. Con la società devo ancora parlarne, per adesso c'è da pensare solo all'Udinese».
S'intrecciano i destini di due ragazzi del '77, nella gara del Friuli che incorona il Verona (quinto in classifica, in corsa per l'Europa) e certifica i mali dell'Udinese (decima sconfitta in 18 gare). Agevolato dalla papera di Brkic sul primo gol, ma leggiadro in scivolata sul secondo, e sempre vivace e generoso, il rinverdito Toni si specchia in Di Natale come Dorian Gray nel suo ritratto. «Ma può darsi che Antonio sia solo amareggiato, non sta segnando ed è un peccato, però l'Udinese senza di lui non me l'immagino - osserva -. Quanto a me, non ho ancora pensato a cosa farò a giugno. Intanto cerco di divertirmi, smetterò quando non avrò più le motivazioni. Mi piacerebbe chiudere dopo un bel campionato».
Li separano 140 giorni: Toni compirà 37 anni a maggio, Di Natale a ottobre. Insieme, quasi 300 gol in A (118 e 180). Per Luca, 9 reti in stagione, non ne faceva tanti dai tempi del Bayern (14 nel 2008-09, 24 l'anno precedente). Per Totò solo 4, e l'ultimo è datato 30 ottobre. Toni ha cambiato 15 maglie in vita sua, le ultime 6 in 3 stagioni e mezza: due anni fa il suo sbarco a Dubai sembrava uno scivolo per la pensione.
Di Natale invece ha giurato fedeltà all'Udinese (in estate ha rinnovato fino al 2015) e forse ora paga più degli altri lo stress da crisi: «Ho 36 anni e sento troppe chiacchiere intorno a me. Mi fa piacere se segnano anche gli altri, è ora. In 10 anni a Udine penso di aver fatto più gol che cene con mia moglie, a tutti capitano momenti così, ora succede a me. Speriamo di venirne fuori presto per l'Udinese, che per me è una famiglia, e per i tifosi che lo meritano ». Guidolin, già mogio per il grigiore collettivo, si tiene stretto il suo leader: «L'ho appena saputo, non ho parlato con Totò, penso sia solo un momento di scoramento».
Toni invece si trova a dover spiegare la propria resurrezione, e racconta che «ho ritrovato la voglia, mi alleno bene, vado a letto prima, mangio meglio. E poi la squadra mi capisce, conosce le mie caratteristiche e mi mette in condizioni di far bene. Se segno tanto è merito di un Verona che gioca molto per me, di un allenatore che prepara bene le gare e di giocatori importanti che non conoscevo ma che hanno grandi qualità , come Iturbe, di cui sentiremo parlare, è di classe superiore. Non ero partito per andare al Mondiale, ma adesso ci provo».
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