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TROPPI GALLI NEL POLLAIO DI ANCELOTTI – NELLA VITTORIA SULL’ATLETICO NEL DERBY CHAMPIONS È EMERSA COMUNQUE LA “GUERRA” STRISCIANTE TRA LE STELLE DEL REAL MADRID – IL RIGORE SBAGLIATO DA VINICIUS, LA REAZIONE RABBIOSA DI BELLINGHAM VERSO IL BRASILIANO, LO STUPORE DI MBAPPÈ –– SULLO SFONDO DELLE TENSIONI C’È LA SFIDA PER IL PROSSIMO PALLONE D’ORO – PAOLO CONDÒ: “AL REAL È SEMPRE UNA STORIA DI SUPEREGO FRAGOROSAMENTE SVILUPPATI. DI CERTO MBAPPÉ NON HA PIÙ INTENZIONE DI FARSI DI LATO, COME GLI È SUCCESSO NEGLI ANNI PARIGINI CON NEYMAR E MESSI…” – VIDEO
i’m sorry but this is disgraceful from vini. missing the penalty i get but after that you have to work to make amends for your mistake. you’re being screamed at by your teammates, the manager AND the bench for not bothering in a ucl knockout DERBY. big questions need to be asked pic.twitter.com/V5UKps61wY
— ™ (@kyliangham_) March 12, 2025
Estratto dell’articolo di Paolo Condò per www.corriere.it
Tre momenti definiscono il derby di Vinicius. Il primo è il rigore calciato male al 68’: tutti si sono chiesti perché non l’abbia tirato Mbappé, che se l’era guadagnato, senza sapere che il brasiliano al Real non ne aveva ancora sbagliato uno. Sette su sette.
Il secondo è la reazione rabbiosa che Bellingham gli dedica — lui ne sente gli improperi ed evita di guardarlo — al minuto 105, dopo un gran recupero su Llorente, entrato facilmente dalla fascia mal presidiata appunto da Vinicius. Il terzo è l’uscita dal campo al 110’, quando ormai si profila la soluzione ai rigori e Ancelotti, con la sua infinita conoscenza del gioco e degli uomini, capisce che il brasiliano non potrebbe esimersi dal tirarne uno, e che l’animo in subbuglio potrebbe farglielo nuovamente sbagliare.
Così Mbappé reclama la responsabilità del primo rigore e lo trasforma, Bellingham fa altrettanto con il secondo… e alla fine Vinicius festeggia con gli altri lo scampato pericolo. Ma sul suo viso c’è un’ombra: nella guerra sotterranea per la leadership del Real, mercoledì ha perso terreno.
Lo scorso 28 ottobre Florentino Perez, una volta appreso che il Pallone d’oro era stato vinto da Rodri e non da Vinicius come invece pensava, ordinò la ritirata totale del Real da un premio che pure aveva vinto nella categoria squadra e in quella allenatore, mentre nell’individuale i suoi uomini si erano piazzati al secondo, terzo e quarto posto.
[...] Una follia dettata dal desiderio di compiacere Vinicius col massimo premio riconosciuto — la gran parte dei calciatori si fa pagare per qualsiasi comparsata, tranne il Pallone d’oro: per quello andrebbero tutti a Parigi a piedi — nella previsione che da quest’anno il candidato di punta del Real Madrid diventerà Mbappé, che gode di una considerazione da miglior giocatore del mondo ma a 26 anni non ha ancora alzato il trofeo che lo decreta.
Florentino voleva portarsi avanti con Vinicius per assecondarne l’orgoglio, al Real è sempre una storia di superego fragorosamente sviluppati: montando il teatro della sdegnosa rinuncia, gli ha dato almeno dimostrazione di portarlo nel cuore, cosa che peraltro non impedisce al brasiliano di flirtare con i sauditi.
Di certo Mbappé non ha più intenzione di farsi di lato, come gli è successo al Mondiale 2018 con Griezmann o negli anni parigini con Neymar e Messi. Vuole il ruolo di primattore, il Pallone d’oro che lo rappresenta e lo spazio in campo per ottenerli. E dunque parte dalla posizione di centravanti richiesta per svicolare sulla sinistra, lì dove ci sono le zolle di Vinicius. Domenica col Rayo i due hanno segnato reti quasi identiche: fanno a turno, senza amarsi né boicottarsi. Durerà?
Jude Bellingham è il terzo incomodo, quello che ha più leadership — gli viene dall’aiuto che dà in copertura — e che presto entrerà in lizza per il trofeo individuale. I tre candidati (almeno) sono un vizio storico del Real Madrid, ma negli anni 10 il carisma superiore di Cristiano Ronaldo placava ogni discussione: ne vinse quattro (più uno allo United), Benzema dovette attenderne la partenza per guadagnare il suo, Modric fece il colpo nel 2018 grazie alla Croazia, e comunque Ronaldo secondo non ne fu felicissimo. [...]
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