DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
Fulvio Bianchi e Francesco Saverio Intorcia per “La Repubblica”
Hanno spento le luci del palasport, e adesso anche i riflettori dello stadio. C’è una città al buio e al verde, colpita al cuore della sua orgogliosa autosufficienza. Da ieri ha perduto anche il calcio: centodieci anni di storia cancellati da un soffio di vento, in un’estate drammatica.
L’Associazione Calcio Siena, fondata nel 1904, non è stata ammessa alla Serie B. Sparirà, sostituita da una nuova società che proverà a ripartire dai dilettanti. Una settimana fa era fallita la Mens Sana, otto scudetti della pallacanestro, gli ultimi sette consecutivi, capace comunque di scrivere con orgoglio pure le pagine finali della sua storia, portando allo spareggio in finale scudetto la Milano degli abiti firmati. Solo nel 2012, Siena brindava al solito titolo dei cesti e nel calcio si godeva la salvezza in A e i brividi in semifinale di Coppa Italia.
massimo mezzaroma foto mezzelani gmt
«Sono sinceramente dispiaciuto, il Siena paga vecchi errori e la fine del sostegno
del Monte Paschi», commenta Andrea Abodi, presidente della Lega di B. La crisi dell’istituto di credito cittadino ha scoperchiato la situazione economica difficile dello sport in città, fin lì alimentato dalla banca. Lo sottolinea anche il sindaco Bruno Valentini: «È l’epilogo di una stagione di finanza facile ed irresponsabile, ma non è la fine. Il calcio e la pallacanestro sono grandi passioni che possono ripartire, anche se più in basso».
Il Siena calcio aveva tempo fino alle 19 di ieri per mettersi in regola con la Covisoc, non l’ha fatto. Già oggi l’assemblea dei soci potrebbe intraprendere la strada del concordato fallimentare. Venerdì scorso, dopo una trattativa notturna, la svizzera Limpida Sagl attraverso l’amministratore Daniele Casella aveva chiuso un preliminare con la famiglia Mezzaroma, proprietaria del club (Massimo si è dimesso da presidente il 4 luglio).
«Dovevamo reperire insieme i fondi, ma i tempi erano troppo ristretti», spiega Casella, che legava l’operazione alla costruzione di un nuovo stadio sulle ceneri dell’Artemio Franchi. In silenzio i Mezzaroma: «Non parlo del Siena», dice Valentina, che però su Twitter si sfoga in modo criptico contro qualcuno o qualcosa. «Maledetto il giorno che abbiamo avuto pietà per te. La feccia che ti contorna continua a farsi gioco di te. Fai schifo».
Centoquattro erano invece gli anni di storia del Padova, 16 stagioni in A (l’ultima nel ’96), nella storia per essere stata la squadra di Nereo Rocco (2 campionati da giocatore e 7 da allenatore), ma anche quella che lanciò Alex Del Piero alla Juve. Non si è iscritta alla Lega Pro, ripartirà forse dalla Serie D col nome di San Paolo.
Venerdì il Consiglio federale ratificherà l’esclusione del Siena: niente ripescaggi, la B sarà ridotta a 21 squadre, accelerando così la riforma già allo studio della competente commissione (A a 18, B a 20). Finora, l’ipotesi di una sola promozione diretta dalla B più un play-out con la penultima di A non ha convinto Abodi. Curiosamente, anche il sistema attuale dei campionati fu deciso, di fatto, dai giudici che riammisero il Catania in B nel 2003, su ricorso di Gaucci. La Lega Pro, invece, avrà una serie unica a 60 squadre, e dovrà ripescare due club.
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