balotelli rimosso

CALCIO DOTTO - TUTTO TACE LASSÙ. A PARTE LE URLA DI SINISA CHE SI OSTINA A SPREMERE L’INESPRIMIBILE. IL VECCHIO BALO DEL CALCIATORE HA ORMAI SOLO LE MUTANDE E, ANCORA PER POCO, UNA MAGLIA A STRISCE ROSSE E NERE. IL CASO PIÙ ECLATANTE DI SOPRAVVALUTAZIONE CALCISTICA DEGLI ULTIMI VENT’ANNI

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Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

BERLUSCONI BALOTELLIBERLUSCONI BALOTELLI

Tutto tace lassù. A parte le urla di Sinisa che si ostina a spremere l’inesprimibile. Il vecchio Balo del calciatore ha ormai solo le mutande e, ancora per poco, una maglia a strisce rosse e nere. Mino Raiola e meno Balo. L’ha fatto ricco e sazio. Riempendolo, lo ha svuotato e anche un po’ svitato. Ma io aggiungo che il Balo è il caso più eclatante di sopravvalutazione calcistica degli ultimi vent’anni.

 

Più una patacca che un’icona, lucidata per troppi anni da un pensiero gregario. Avesse avuto la pelle bianca, gialla o verde, invece che nera, sarebbe stato rubricato già da tempo nella casella che gli spetta. Calciatore di modeste risorse.

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Tecnica discreta, un gran tiro e un gran fisico, ma solo da vetrina, come certe adescanti bambole, incapace di tradursi in velocità e potenza. Senso tattico, personalità e testa zero. Zero colpo di testa e troppi colpi di testa. L’indolenza smaccata, assurda con cui si concede si spiega in un solo modo: smascherato il suo bluff calcistico non gli resta che recitare da incompreso offeso con il mondo intero.

 

Bastonato da un non qualunque Sassuolo e da un non qualunque Sansone, quanto più calciatore di Balo, loro sì bestia nera del Milan, all’ottimo Sinisa non resta che imprecare contro la guappa sorte che lo priva per due mesi dell’altro utile nero, Niang, per uno stupido incidente di macchina. Addio terzo posto e, ora, il futuro del serbo è tutto nella fantasiosa testa del Berlusca.

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Dalle sue infinite e impressionanti risorse, la Juve pesca stavolta, per non annoiare il circo, il gol di Barzagli e quello capolavoro di tale Lemina. Come dire, vinco dovunque e comunque. Il suo imperforabile mantello da supereroe resta comunque la difesa. Un mostro a quattro teste che tutto mangia e divora. Campo e nemici.

 

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Inutile lambiccarsi pindarici, sono loro il nucleo atomico della Juve e, in panchina, mettici anche il nipote di Sonetti. E se, a Monaco, dovesse mai essere impresa, risulterà in gran parte da loro. Il resto è utile contorno, Pogba e Dybala inclusi. Sei più libero e felice di ballare sopra e sotto i tetti se ti senti invulnerabile.

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Braccato dalla Roma del mirabolante Big Spalla, il Napoli ritrova la spinta di guardare avanti per non guardare indietro, sempre  in grembo al suo divino Gonzalo, che Dio lo conservi, oltre l’ostacolo non banale di un Chievo che si ritrova anche a malgestire l’inatteso vantaggio.  

 

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Nel campionato italiano ci sono almeno otto o nove squadre inadeguate e destinate, dal risultato già scritto. Il Palermo è una di queste. L’Inter non deve replicare la ruggente impresa di Coppa con la Juve. Gli basta un grande Palacio, calciatore d’intelligenza sopraffina e un Mancini che, stavolta, non fa grossi danni. Se riuscirà, il bimbo, a fare pace con se stesso, chiudendo per ferie il suo laboratorio del Piccolo Scienziato, arrivando a una formazione più o meno basica, l’Inter può ancora sognicchiare qualcosa per sé e i suoi folletti indonesiani.