RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
— AmicodiPeppe (@Peppe3112__) October 27, 2021
Mario Sconcerti per corriere.it
La Juve esce di scena nel momento esatto in cui rinuncia al suo gioco difensivo. Era un errore evidente credere fosse Allegri il profeta del catenaccio. Allegri ha un concetto personale dell’equilibrio, ma sa come far giocare nei dettagli una grande squadra. Ho visto tante belle partite giocate dalle sue formazioni. Giocare così bassi non è mai stata una sua scelta, era una necessità che non poteva durare.
In una sera eccentrica si può sbagliare la musica country per Beethoven, ma il giorno dopo ritorna sempre la realtà. E questa dice che la Juve è una squadra di buoni giocatori comuni. Non c’è nessun cattivo giocatore nella Juve, ma quelli che ha non bastano. McKennie è uno bravo, ma lo hanno anche gli altri. Morata è buono, ma non è una differenza. Non lo è nemmeno Chiesa se deve fare l’ala a tutto campo. Locatelli è bravo quanto hanno il dovere di essere i registi di qualunque Juve.
È questa somma di normalità a tenere in una classifica scarsa la Juve. Nel giorno in cui si è cercato di giocare di nuovo al calcio, è diventato chiaro che non è un problema di schema. È che gli altri, semplicemente, sono come noi. E la squadra non si aiuta, è frammentata. Si salva Dybala, anche per volontà delle narrazioni. Si salva Cuadrado che era partito riserva e ha cambiato la partita. Ma nel gioco è sempre stato superiore il Sassuolo.
L’Inter ha vinto quasi per superiorità naturale. I campionati sono questi, dare il meglio quando serve, prendersi il resto per qualifica, importanza. Non aspettatevi gioco sempre, da nessuno: cercate corsa, battaglia, ma non gioco. Siamo un campionato agonistico, non di qualità.
Con un particolare: nessuno dei tre tecnici in corsa ha mai vinto uno scudetto, non conosce i ritmi e gli ingredienti. Si va d’istinto. In questo clima è diventato importante uno come Dimarco che sa fare tutto, ed è diventato una specie di fotografia del nostro calcio di oggi. Buono, quasi colto nel gioco e nella posizione, molto fisico. È a suo modo l’altro Hakimi, ha soluzioni inedite.
Ha vinto una partita fondamentale la Roma. Essere quarta oggi che la Juve si ferma ha un significato reale. Pellegrini è al suo quinto gol, è ormai uno dei centrocampisti più interessanti d’Europa. Sta tornando anche l’Atalanta, a piccoli passi, ma resistenti. Non ho visto niente di moderno nel gioco della Fiorentina. Lentezza e possesso inutile, pochi palloni per Vlahovic. Avrebbe dovuto accettare questa modestia perché è nato lì? Non funziona così né il calcio né la vita.
ANDREA AGNELLI E DIETRO DI LUI PAVEL NEDVEDMAX ALLEGRIjuve empoli nedved
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