DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Agostino Gramigna per il “Corriere della Sera”
Ha una passione e non la nasconde. «Ama». Ama follemente il Canada. «È un bellissimo Paese», argomenta. E poi, ma questo non è più lei ad argomentarlo, è la nazione che ha due milioni di praticanti il curling (un’enormità rispetto ai 330 e poco più iscritti in Italia). «Quando sono lì, mi sento importante».
Un dato questo che serve a comprendere la biografia di Giulia Zardini Lacedelli. Che ha solo 20 anni, gioca a curling e fa parte della nazionale femminile. Agli ultimi mondiali in Svezia, poche settimane fa, è stata eletta come miglior giocatrice al mondo nel suo ruolo (l’Italia si è classificata quinta, miglior risultato di sempre). […]
Una medaglia di difficile immaginazione prima delle Olimpiadi. Tanto per dare un’idea. In Italia il curling si gioca a certi livelli solo a Cortina, Cembra e Pinerolo. Anche per mamma e papà di Giulia è un gioco difficile da capire. «La cosa che non è ancora chiara a miei genitori è la tattica con cui viene chiamato il gioco. Provo a spiegare». Ci ripensa.
«Forse è meglio di no». Giulia organizza così la sua vita quotidiana. Studia (è iscritta a Mediazione Linguistica), si allena, mangia e dorme. Lo scorrere del suo tempo non cambia mai. Si reitera sulla base di un ordine intrinseco. Non si direbbe il miglior spot per attrarre al curling giovani della sua età. «In effetti i miei amici spesso me lo fanno notare. Mi dicono: “E su, vieni un po’ a goderti la vita”. Ma non ho tempo».
Giulia organizza pure il gioco. Nel suo ruolo è la migliore al mondo. «Sono una lead».
Una lead (o un lead) è colei che lancia per prima nel quartetto. Tenta di spiegare: «Effettuo i primi due lanci del sasso (come si chiama il disco che scivola lungo il campo del curling). Poi spazzo gli altri sei lanci...». Si ferma. «Mi rendo conto che se non si comprendono bene i meccanismi di questo sport, che è anche una filosofia della precisione, può sembrare noioso». […]
Per un’atleta che non ha molto tempo per fare attività sociale, l’ideale (argomenta) è il fidanzato scelto nello stesso campo. «Il mio ragazzo fa curling. Insieme abbiamo vinto l’argento nel doppio misto ai campionati italiani. La passione in comune favorisce il rapporto».
Ma chi vince a curling? «Me lo chiedono in tanti. Cerco di spiegare...». Prova. «Pensiamo alla bocce. Ci siamo? Bene. Nel curling i sassi devono finire al centro. Più sono centrali più si guadagna punti. Vince chi fa più punti. Semplice, no?».
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