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Anna Lombardi per “Il Venerdì - la Repubblica”
Il giro del mondo in 160 opere Pop. Che non fu un fenomeno anglosassone come siamo abituati a pensare: ma una corrente senza confini capace di unire artisti di tutto il mondo sotto la medesima bandiera. Appunto quella del Pop. Sì, proprio il movimento che sovvertì il linguaggio artistico tradizionale elevando a soggetto d’arte la fino ad allora bistrattatissima cultura popolare, pop appunto: dalla pubblicità al fumetto passando per gli oggetti di uso comune.
Un movimento che, nato in America alla fine degli anni Cinquanta, cavalcò tutti gli anni Sessanta e pose le basi della cultura underground anni Settanta. Ce lo racconta, per la prima volta, una grande mostra intitolata appunto The world goes Pop (Il mondo si fa pop) che si inaugura il prossimo 17 settembre alla Tate Modern di Londra dove resterà aperta fino al 26 gennaio 2016. come ci sono solo Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jasper Johns, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, che pure non mancano.
Ma anche i tanti, tantissimi che in Asia come in Sud America, in Italia come in Australia, passando per l’Africa e il Medio Oriente, vennero folgorati dal linguaggio irriverente e dal messaggio ironico con cui il Pop criticava la civiltà dei consumi e provarono a declinarlo a modo loro.
DELIA CANCELA CORAZON DESTRAZADO
Maestri come Ushio Shinohara, caposcuola del movimento Neo Dada giapponese che rielaborò in chiave Pop le tradizionali immagini delle stampe del XIX secolo. O la colombiana Beatriz Gonzalez, che trasformò in pittura di protesta le immagini, spesso tragiche, delle manifestazioni nel suo Paese.
E ci sono perfino opere, belle e rarissime, dell’islandese Erró: che con i suoi American Interior mise sapientemente su tela la paranoia americana verso la Cina comunista. Spesso questi artisti sono molto conosciuti in patria, dove sono onorati alla stregua di capiscuola. Ma, salvo alcuni casi, la loro fama non ha mai superato i confini nazionali.
Ora la mostra permette per la prima volta di mettere a confronto i percorsi ripercorrendone gli intrecci tanto globali quanto locali. Un mondo eterogeneo e coloratissimo che per un certo tempo ha tentato di parlare la stessa lingua.
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