DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Gianluca Paolucci per “la Stampa”
Giannelli Imbula è un centrocampista di 23 anni, originario del Congo ma naturalizzato francese, che l’estate scorsa è stato davvero molto vicino a passare all’Inter. Poi è arrivato il Porto, che ha offerto 20 milioni di euro all’Olympique Marsiglia e se l’è preso. Lasciando gli addetti ai lavori abbastanza sconcertati: dove ha trovato i soldi il club portoghese, che notoriamente non ha risorse per acquisti del genere?
La (possibile) risposta è arrivata qualche giorno fa da un sito che si chiama Football leaks e minaccia di terremotare il calcio europeo. Il caso è quello dei Tpo, i fondi d’investimento specializzati nei cartellini dei calciatori, molto popolari in Sudamerica e ufficialmente banditi dalla Fifa a partire dal maggio scorso.
Sul sito sono apparsi una serie di contratti e accordi relativi ai passaggi di proprietà di una serie di calciatori.
Intesa illegale
C’è l’accordo per il passaggio di Falcao al Monaco nel 2013: è costato 43 milioni, non i 60 circolati all’epoca. Quello del portoghese Bouma al Galatasaray, con una clausola «anticoncorrenza». E c’è anche una bozza di contratto tra Porto, Doyen Group (tramite la controllata Vela) e una terza parte non citata per i «diritti economici» di Imbula.
È uno dei documenti più interessanti, perché mostra - mostrerebbe - quello che molti sospettavano in estate, ovvero che dietro il passaggio al Porto del giovane talento francese ci fosse proprio Doyen.
Ma se le rivelazioni del «leak» venissero confermate, il contratto di Imbula con il Porto è a tutti gli effetti illegale, come confermano varie fonti del settore. Il documento si chiama «Project Imbula» e sta facendo molto discutere in Portogallo e anche in Francia.
Tra l’altro, dai documenti si apprende che il Marsiglia aspetta ancora i soldi: tra le carte c’è anche una lettera del 25 settembre scorso che l’Olympique scrive al Porto. Il club francese non ha ricevuto le prime due rate del prezzo pattuito - dieci milioni di euro - e minaccia di portare in tribunale il club portoghese. In aperta violazione del bando Fifa sembra essere l’accordo della stessa Doyen con il Santos per finanziare l’acquisto di Lucas Lima. È del dicembre del 2014, quando ormai il mondo del calcio sapeva dell’imminente bando deciso dalla federazione internazionale.
Inseguiti da Inter e Milan
Tanto Lima che Imbula erano stati peraltro indicati dalle indiscrezioni del calciomercato come possibili «prede» estive del Milan, quando da più parti la Doyen di Nelio Lucas veniva indicata tra i possibili finanziatori dell’affare Milan-Mr Bee.
Tra l’altro, uno dei colpi di mercato dell’Inter, il francese Geoffrey Kondogbia, non è tra i leaks ma figura ancora tra gli «investimenti» di Doyen. Fonti interpellate assicurano che la trattativa per l’acquisto del calciatore è stata condotta solo con il Monaco, che il calciatore è di proprietà integrale del club nerazzurro e che non sono stati effettuati pagamenti a terze parti per il suo acquisto. Ma non è stato possibile verificare se il Monaco ha poi «girato» parte dei proventi a Doyen.
In attesa di ulteriori rivelazioni, i documenti di Football leaks danno una risposta almeno parziale alle domande di molti osservatori dopo lo stop ai fondi Tpo. Tra il 2011 e il 2014 il valore degli scambi è stato pari a 10,5 miliardi di euro. In Europa ci sono oggi, secondo alcune stime, circa 1500 calciatori i cui cartellini sono in tutto o in parte in mano ai Tpo, per un valore di mercato di circa 1 miliardo di euro. Una torta troppo grossa per rinunciarci. E in attesa di chiarimenti, l’impressione è che almeno in parte gli affari dei Tpo siano continuati come prima. Nell’ombra.
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