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Simone Zaza, due partite in Nazionale le sono bastate per conquistare Conte, i tifosi e spiccare il volo. Soffre di vertigini?
«È quello che volevo, anche se la convocazione nemmeno me l’aspettavo. La mia vita calcistica ha avuto una svolta. Ma so che il difficile deve ancora venire e devo riuscire a rimanere ad alto livello. Farò di tutto perché questo accada: vorrei crescere, fare tanti gol e giocare 10 anni in azzurro».
L’aereo però le fa paura sul serio...
«Sì, per andare in Norvegia ho preso qualche pillola per calmarmi e mi sono seduto in ultima fila. Comunque sto superando anche questo. A differenza di mio padre, che non ha mai provato a volare».
Dopo il gol di Oslo sembrava emozionato. È così?
«È stato l’unico momento in cui ho realizzato dove stavo giocando e cosa stavo facendo...».
Conte ha elogiato la sua fame. Ma cos’è per lei la fame?
«È qualcosa di automatico: quando gioco corro, faccio quello che mi viene d’istinto. Del resto la fame se non ce l’hai a 20 anni quando ce la devi avere? Ho tutto un futuro davanti e voglio migliorarmi sempre di più».
L’impatto con Conte in qualche modo l’ha cambiata?
«Sì. Lui è molto maniacale, soprattutto sulla posizione dei giocatori durante la partita: mi ha fatto capire quanto sia importante anche mezzo metro».
È vero che da ragazzino era sovrappeso come ha detto un suo ex allenatore?
«No, sono sempre stato in splendida forma!».
Tornando alla fame, non è che gli stranieri ne hanno di più?
«Anche in Italia ci sono giovani giocatori forti, ma molte volte si punta di più sugli stranieri e ancora non ho capito il motivo. Ci vorrebbe un po’ di fiducia negli italiani».
nuova casa per mario balotelli 16
Il momento più duro qual è stato?
«A Bergamo, dove non c’erano più i presupposti per rimanere. E poi in B alla prima esperienza con la Juve Stabia, dove purtroppo non giocavo mai».
Figlio unico, «che non disdegna le coccole con mamma Caterina». Si sente un mammone?
«In un certo senso sì. Ho un rapporto fantastico coi miei genitori. Sono le persone che amo di più nella mia vita e sono felice di questo».
È vero che aveva un bulldog di nome Pato?
«Sì, ma purtroppo non c’è più. Adesso ne ho due: Ciro e Amy».
Ciro come Immobile: lei glielo ha detto che può imitarlo e fare 20 gol?
«Me lo ha detto lui: vuole che ne faccia più di 20...».
Domenica trova l’Inter a San Siro, nella partita più sentita dal suo presidente Squinzi, grande milanista. Ha già fatto delle promesse?
«No, perché l’ultima volta non ho mantenuto la parola: avevo detto che segnavo due gol al suo Milan a San Siro ma ne ho fatto uno solo».
Se contro la Juve si trova davanti a Morata sarà uno stimolo in più per far bene?
«Io sto bene dove sto: il mio obiettivo è far bene col Sassuolo e guadagnarmi la fiducia di tutti».
È vero che né lei né Berardi smaniavate di andare subito alla Juve?
«Abbiamo parlato insieme e volevamo restare a Sassuolo. Io devo dimostrare ancora tanto. E restare qui mi può fare solo bene».
Dieci gialli e un rosso: si può solo migliorare?
«Certo, ma in due partite in Nazionale ho fatto percorso netto!».
Il suo rapporto con i social network com’è?
«Preferisco il contatto umano, parlare faccia a faccia. Ma mi diverto a postare foto».
Che auto guida?
«Non ho la patente. Non ho mai avuto l’esigenza, però provvederò. Il mio migliore amico, Francesco, lavora qui vicino e mi porta in giro lui. Se devo muovermi da solo uso il monopattino elettrico con il mio compagno Terranova. Anche se mentre ero via me l’hanno rotto».
Che ne pensa del gossip?
«Mi interessa che la gente mi conosca e si ricordi di me solo per quello che faccio in campo e non per quello che riguarda la mia vita privata».
Si sente l’anti-Balotelli?
«No. Ho sempre detto che per me Balotelli ha delle qualità che magari non ha espresso del tutto, ma che lo rendono tra i più forti del mondo. Io non mi sento assolutamente alla sua altezza. La differenza è ancora enorme».
Vi siete conosciuti?
«Sì, gli ho chiesto la maglia».
Anche lei gli anni scorsi aveva l’etichetta di piantagrane.
«È vero. Purtroppo nel calcio le etichette arrivano in fretta e poi ci vuole tempo per togliersele. Non ho mai negato di aver fatto degli errori. Ma penso che se uno crede in te ti dà modo di sbagliare e ti aiuta».
Aver praticato il taekwondo come Ibra la avvicina a lui per alcuni gesti tecnici in acrobazia?
«Qualcosina mi ha aiutato, è vero. Ma paragoni con Ibra e altri sono troppo prematuri».
Sul taglio della barba ha vinto sua mamma?
«Sì, ma soprattutto il mio compagno di squadra Emanuele Terranova, perché davvero non lo sopportavo più, ogni giorno era una tragedia, me la tirava e mi diceva di tagliarla: l’ho tagliata per esasperazione!».
Rocco Papaleo la vedrebbe bene in un suo film, che ne pensa?
«Sono molto contento, anche perché siamo della stessa terra».
È fidanzato?
«Single».
Un’attrice da invitare a cena?
«Vado con mia mamma visto che sono mammone...».
A cena con Conte allora: chi ha più fame tra lei e il c.t.?
«È una bella sfida!».
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