1. GRANDE FUGA DALLA RAI CHE RISCHIA UN BUCO MILIONARIO
Maurizio Belpietro per “la Verità”
La Rai perde i pezzi, ma il suo direttore non perde la flemma di bravo guaglione napoletano abituato a navigare nel mare mosso della politica. Mario Orfeo, passato dalla guida del Tg 1 a quella di viale Mazzini, via Twitter commenta l' uscita di Massimo Giletti, approdato a La7 dopo la chiusura del suo programma da 4 milioni di ascoltatori e molti milioni di pubblicità.
mario orfeo monica maggioni
«Non mi piace l' informazione urlata e spettacolarizzata», spiega il neo dg, il quale nega di aver detto che la domenica gli italiani debbano essere lasciati tranquilli, come invece ha riferito in un' intervista al Corriere della Sera l' ex conduttore dell' Arena. Non importa che l' una e l' altra frase alla fine portino al medesimo risultato, ovvero ad abbassare i toni e probabilmente gli ascolti: per Orfeo, da Dagospia già ribattezzato Morfeo, va bene così.
La tv di Stato renziana vuole essere soft, non urlare e nemmeno fare informazione spettacolo tipo la puntata dedicata ai vitalizi, con Mario Capanna in studio. Al contrario deve essere delicata come una piuma, possibilmente rosa, come il futuro che l' ex presidente del Consiglio e i suoi compagni che comandano in Rai ci assicurano essere a portata di mano.
Tuttavia, mentre il cavallo pazzo di viale Mazzini vira sul rosa la sua informazione, i conti hanno messo la freccia e si dirigono rapidamente verso il rosso. È lo stesso direttore generale a confermarlo. In un' audizione davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza, Orfeo ha spiegato che nel 2017 la Rai dovrebbe chiudere in sostanziale pareggio, ma nel 2018 la perdita dovrebbe oscillare fra gli 80 e i 100 milioni, non proprio noccioline, soprattutto considerando che lo scorso anno l' ente aveva registrato un utile di 18 milioni.
fabio fazio mario orfeo
La plusvalenza a dire il vero era in gran parte dovuta alla novità del canone in bolletta, che costringendo chiunque a pagarlo insieme con il conto dei chilowatt aveva ridotto, se non di fatto cancellato, la possibilità di evasione del medesimo.
Con i soldi dei contribuenti la tv pubblica era dunque riuscita a tornare in attivo dopo anni di bilanci con il buco (con la sola esclusione del 2014 per effetto di un' operazione straordinaria come la quotazione in Borsa di Rai Way). Insomma, la Rai perdeva soldi e a breve, nonostante il canone, ne perderà di più. Così ha pronosticato di fronte ai parlamentari il nuovo direttore generale. Il quale, come detto, dinanzi ad addii e prospettive di costringere i contribuenti a mettere mano di nuovo al portafoglio per appianare le voragini della tv statale, mantiene la flemma di cui sopra.
A dire il vero, a non fare un plissé non è stato solo il direttore generale, ma a quanto risulta dalle cronache anche gli onorevoli riuniti per ascoltarlo. Dopo aver udito il nuovo dg parlare di perdite, non pare che i parlamentari presenti si siano allarmati più di tanto, né che abbiano sollecitato misure che consentano di correre ai ripari ed evitare che un pacco di bigliettoni dei contribuenti vadano in fumo.
GILETTI L ARENA
No, tutto sembra procedere come sempre, con l' ordinaria lottizzazione, che ora, a differenza del passato, è una lottizzazione monocolore, fatta cioè da un solo partito. Il Pd ha messo le mani su tutte le reti, anche quelle tradizionalmente riservate all' opposizione. Piano piano, a uno a uno sono stati fatti secchi i conduttori sgraditi. Basti ricordare Nicola Porro, che su Rai 2 andava in onda con Virus, per passare a Giovanni Floris prima e a Massimo Giannini poi, entrambi conduttori di Ballarò, programma sostituito con un soporifero talk condotto da Gianluca Semprini.
Poi è venuto appunto il turno di Massimo Gilletti e della sua Arena, mentre altri hanno scelto spontaneamente di lasciare, come il conduttore di Gazebo, Zoro. In Rai sono stati promossi solo quelli che non disturbano, tipo Fabio Fazio, l' intervistatore pret-à-porter adatto a ogni stagione.
Zoro Orchestraccia band
Per lui il cavallo pazzo di viale Mazzini si è addirittura svenato. Invece di abbassargli il compenso allo stesso livello del presidente della Repubblica, come in base a una norma in vigore nelle aziende pubbliche sarebbe giusto che fosse, Orfeo glielo ha alzato. Il deputato Michele Anzaldi ha calcolato che la tv di Stato verserà circa 80 milioni in quattro anni. Che poi, guarda caso, sono proprio la somma che nel 2018 la Rai, secondo il suo dg, perderà.
Tradotto: Orfeo perde i pezzi, la Rai perde i soldi, l' unico che guadagna è Fazio. Di fronte a tutto ciò ci vuole davvero una gran flemma per chiedere di abbassare i toni. Avanti così, e prima o poi ad abbassare il volume, fino a spegnerlo, saranno gli ascoltatori.
2. FUGA DALL' INFORMAZIONE DELLA RAI UN COLOSSO CHE NON HA PIÙ SOLDI
Maurizio Caverzan per “la Verità”
Abbandoni, dimissioni, defezioni e, per non farsi mancare nulla, previsioni di bilanci in rosso di 100 milioni. La Rai diretta da Mario Orfeo e presieduta da Monica Maggioni è come la costa sud della Sardegna in questa torrida estate d' incendi seriali: ne spegni a fatica uno e ne divampano altri tre o quattro, ancor più letali.
gazebo diego bianchi zoro andrea salerno makkox
Per un Fabio Fazio che si è voluto trattenere a costo di un contratto multimilionario ora al vaglio della Corte dei conti, in pochi giorni hanno detto addio a Viale Mazzini Daria Bignardi, direttore di Rai 3, e Massimo Giletti, che ha traslocato a La7. Qualche settimana fa si erano registrati gli abbandoni di Nicola Savino e della Gialappa' s band, rientrata a Mediaset. Ora sul futuro di Milena Gabanelli, uno dei volti più rappresentativi dell' informazione del servizio pubblico, si addensano nubi sempre più minacciose.
Il preoccupante bollettino sullo stato di salute aziendale aveva fatto crescere l' attesa per la prima audizione alla Commissione di Vigilanza del direttore generale. La quale, realizzata astutamente in notturna, si è rivelata ugualmente un supplizio sia sul terreno finanziario che su quello editoriale.
laura boldrini monica maggioni
Nel 2017 le entrate dal canone dovrebbero scendere di 140 milioni rispetto al 2016, mentre nel 2018 il calo dovrebbe essere di 170 milioni, motivo per cui il rosso previsto tra due anni «è di 80-100 milioni», ha messo le mani avanti Orfeo.
La faccenda è tanto più fastidiosa a fronte dell' inserimento del canone nella bolletta elettrica allo scopo di azzerare l' evasione fiscale.
L' argomento principale dell' audizione avrebbe dovuto essere il contratto di Fazio. Ma dopo aver garantito che la nuova collocazione su Rai 1 porterà un risparmio del 16%, Orfeo ha lamentato scarsità di risorse bussando a quattrini: «Il mercato pubblicitario attraversa ancora una fase d' incertezza», i costi degli eventi sportivi lievitano, mentre il canone di abbonamento «è sceso da 100 a 90 euro». In più ci sono «i prelievi straordinari che si sono succeduti» (i 150 milioni chiesti da Renzi a Luigi Gubitosi ndr). Chissà come la prenderanno dalle parti di Largo del Nazareno: anziché risolvere i problemi come Wolf di Pulp fiction, Orfeo li pone.
nicola savino
Anche il caso Gabanelli sembra lontano dalla quadratura. La realizzazione del Piano dell' informazione è una salita lastricata dalle dimissioni prima di Francesco Merlo, poi di Carlo Verdelli, infine di Antonio Campo Dall' Orto.
Quanto a Gabanelli, a fine maggio aveva annunciato che se fosse stato bloccato il nuovo progetto di Rai 24 avrebbe potuto lasciare la Rai. Proposito ribadito pochi giorni fa. Ai vigilanti Orfeo ha detto che, «superata la prima fase di emergenza, abbiamo iniziato a esaminare con il Cda il tema» che sarà affrontato «in un tempo ragionevole». Verosimilmente, e senza essere troppo maliziosi, si andrà a dopo le elezioni.
Per il resto si naviga a vista. Il progetto di media company avviato da Campo dall' Orto è già evaporato. Il potenziamento della digitalizzazione è finito in qualche sottoscala. Dopo il passaggio di Fazio a Rai 1 e l' addio del gruppo di Diego Bianchi alias Zoro che gestiva la striscia serale di Gazebo social news, il palinsesto di Rai 3 è in altissimo mare. Ancor più con l' abbandono, forse anche per motivi di salute, di Daria Bignardi, sostituita da Stefano Coletta e non, come molti si aspettavano, da Maria Pia Ammirati. Nel frattempo anche Andrea Salerno, altro possibile candidato, è già da un paio di mesi incardinato al vertice di La7.
SIGFRIDO RANUCCI MILENA GABANELLI
La Rai, che la vulgata rimasta ferma al Novecento continua a dipingere come «la prima azienda culturale italiana», è in realtà l' editore televisivo più attardato e demodé del sistema. Basta ascoltare certe telecronache sportive o compulsare la proposta dei palinsesti estivi per averne conferma.
Ai piani alti di Viale Mazzini, però, hanno altro a cui pensare. C' è da gestire la lunga volata di una campagna elettorale che si annuncia senza esclusioni di colpi. Non c' è tempo per ambizioni editoriali, velleità riformistiche, progetti innovativi. E non c' è spazio per voci dissonanti com' era quella dell' Arena di Massimo Giletti, 4 milioni di telespettatori medi e 7 milioni di utili all' anno. Ieri Orfeo ha replicato al conduttore su Twitter di non aver mai detto che «la domenica la gente deve stare tranquilla». Ma che non gli piace «l' informazione urlata e spettacolarizzata».
nicola porro
Dopo Giovanni Floris, Massimo Giannini e Nicola Porro, un altro giornalista non renziano è stato accompagnato alla porta. Chissà perché «l' informazione urlata e spettacolarizzata» vale come discriminante in negativo per chi non si schiera con il padrone del vapore e non, per esempio, per Michele Santoro figliol prodigo di Mamma Rai previa professione di renzismo e rottura con gli ex amici filogrillini. La domanda sarà pure capziosa, ma la realtà dei fatti è che, poco alla volta, il primato dell' informazione e degli approfondimenti politici, core business del servizio pubblico, sta progressivamente passando in mano a La7.
3. RAI, ORFEO BATTE CASSA: "ALLARME ROSSO 2018", A RISCHIO I MONDIALI DI CALCIO
Da http://www.corrierecomunicazioni.it/
Le criticità denunciate dal dg nel corso dell'audizione in Commissione vigilanza: "Conti in negativo per il prossimo anno" a causa del previsto calo della percentuale del canone su cui pesano anche gli esborsi di Mondiali e Olimpiadi invernali. Torna in ballo la discussione sull'extra gettito a Tv locali, Tesoro e fondo editoria?
La Rai dovrebbe chiudere il 2017 con i conti in pareggio, ma nel 2018 rischia "perdite da 80-100 milioni di euro": è la "forte tensione" nella gestione operativa della tv pubblica denunciata dal direttore generale Mario Orfeo nella sua prima audizione in commissione di Vigilanza. Criticità legate al calo delle risorse da canone - "di circa 140 milioni nel 2016, di circa 170 nel 2018", anno su sui peseranno anche gli esborsi per i Mondiali e le Olimpiadi invernali - e alla debolezza del mercato pubblicitario.
FABIO FAZIO
Una situazione alla quale l'azienda è pronta a rispondere con "una politica di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse". In quest'ambito, rivendica Orfeo, rientra anche il contratto di Fabio Fazio, che consentirà "un consistente recupero di risorse nel medio e lungo periodo".
Il dg spiega che "Discovery era pronta a garantire a Fazio un contratto molto simile a quello firmato con la Rai ma con cifre ancora più elevate" e che "da Mediaset era arrivata una proposta di cinque anni di contratto per uno dei loro canali".
Trattenendo un "talento" come il conduttore di Che tempo che fa, la tv pubblica ha fatto "un grande affare", dal momento che "il costo complessivo a puntata del programma è di 450mila euro, meno della metà del costo medio dei prodotti della domenica sera di Rai1, a fronte di ricavi pubblicitari netti da 615 mila euro, anche questi superiori alla media". In sintesi, "il contratto con Fazio si ripaga già integralmente con le 13 puntate in onda nell'autunno 2017".
MONDIALI
Altro tema affrontato da Orfeo, la messa a punto del nuovo contratto di servizio: l'impegno, spiega, "è portare il testo in Vigilanza, per il relativo parere, tra fine settembre e inizio ottobre, in modo da terminare l'iter entro fine anno. Sarebbe un risultato storico, approvarlo prima dell'entrata in vigore". Superate le emergenze del tetto ai compensi degli artisti e dei palinsesti autunnali, resta lo scoglio del piano news: il dg chiede "un tempo ragionevole" per elaborare "un progetto che possa risultare solido per dare al servizio pubblico quella centralità nel sistema informativo che ne ha rappresentato un elemento caratterizzante". "Inizieremo a lavorarci - garantisce - appena avremo approvato il contratto di servizio".
All'interno del piano troverà spazio, come "parte importante", sottolinea Orfeo, anche il nuovo portale web, per il quale è stata assunta come vicedirettore Milena Gabanelli. Se da M5S Alberto Airola, tra i più agguerriti nel contradditorio in commissione, incalza il dg sul ruolo che avrà l'ex conduttrice di Report, dalla maggioranza e da Forza Italia è trasversale la contrarietà a un eventuale stralcio della parte web dal progetto complessivo per l'informazione.
Alberto Airola
In attesa che il nuovo piano veda la luce, Gabanelli, sottolinea Orfeo, può "mettere fin da ora la sua esperienza, professionalità e qualifica al servizio dell'azienda. E' una risorsa, un patrimonio della Rai: ne parlerò con lei, per mettere da subito a fattor comune quello che ha fatto in questi sei mesi. Ha la mia stima e il mio apprezzamento per il suo lavoro e per tutta la sua storia professionale".
Dal dg gli auguri a Massimo Giletti, che sarebbe a un passo da La7, ma anche un'"operazione verità" sulle cifre: "L'Arena nell'ultima stagione, in 33 puntate, ha garantito un ricavo pubblicitario da 2,7 milioni, a fronte di un costo medio di 147 mila euro a puntata, per un totale 5 milioni di euro". Quanto al contratto di Bruno Vespa, "scade il 31 agosto: dal giorno dopo ne parleremo con Bruno. Penso che vada rinnovato e farò di tutto per rinnovarlo".